I viaggiatori: recensione del film di Ludovico Di Martino
Dal 21 novembre su Sky e NOW il viaggio nel tempo di Ludovico Di Martino con Fabrizio Gifuni e Vanessa Scalera.
Dopo l’anteprima ad Alice nella città, il 21 novembre 2022 arriva in esclusiva su Sky Cinema e NOW I Viaggiatori, il nuovo film diretto da Ludovico Di Martino (La Belva) con Vanessa Scalera, Fabrizio Gifuni, Matteo Schiavone, Fabio Bizzarro, AndreaGaia Wlderk, Francesca Alice Antonini, Gianmarco Saurino e Federico Tocci. Una produzione Sky e Groenlandia.
Beo Fulci (Saurino), un giovane ricercatore di fisica quantistica, è scomparso assieme al suo capo, la dottoressa Sestrieri (Scalera), in circostanze misteriose. Stavano lavorando a un progetto rivoluzionario quando un cortocircuito ha fatto saltare in aria e mandato in fiamme il laboratorio in cui si trovavano. Suo fratello Max (Schiavone), 14 anni, dopo un anno non si rassegna alla sua scomparsa. Un giorno Max e i suoi migliori amici, Flebo (Bizzarro) e Greta (Wlderk), decidono di mangiare una pizza di fronte a quello che resta del laboratorio, quando scoprono una console, una strana macchina del tempo che li catapulta nel 1939 in una Roma scossa dalle leggi razziali, prima della guerra. Beo si trova proprio qui e insieme a lui e a Lena (Antonini), una giovane ragazza che si oppone al regime, proveranno a salvare il mondo dalle trame della dottoressa Sestrieri (Scalera), alleata con il Duce, e dal misterioso Luzio (Gifuni).
Un progetto ambizioso che conferma la stoffa di Ludovico Di Martino, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Gabriele Scarfone, e delle produzioni Sky e Groenlandia, per un film dall’importante investimento produttivo che non ha risparmiato in effetti speciali (Starage Studios Malta), costumi (Andrea Cavalletto), scene d’azione, scenografia (Massimiliano Sturiale). “Avete mai visto un film italiano dove salvano il mondo? Sarebbe orribile no?”, dice Flebo, una battuta ironica su quanto lavoro c’è ancora da fare in Italia per un certo genere di film, escluse alcune felici eccezioni come, appunto, lo stesso I viaggiatori.
I viaggiatori – Un’avventura fantastica per riflettere sul passato
Influenzato da maestri del cinema come Robert Zemeckis (come non pensare a Ritorno al futuro) o Steven Spielberg, Ludovico Di Martino dirige un’avventura nel passato fascista prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, in una Roma “ordinata”, specchio di un’Italia che ancora credeva in Mussolini, per riflettere anche sul presente, grazie anche al punto di vista dei giovani protagonisti, simbolo di una generazione che sembra forse più consapevole degli errori del passato ma si ritrova in una società che ha ancora “rigurgiti” fascisti e nazisti, mentre l’attuale guerra in Ucraina conferma che i “grandi” non sono disposti a imparare dalla Storia. “Forse il futuro non è così brutto come ci immaginiamo”, dice uno degli oppositori del regime, una frase amara alla luce dei corsi e dei ricorsi storici.
Giocare con i generi e le influenze
Max, Flebo, Greta sono figli del loro tempo, citano Il signore degli anelli e Il trono di spade, sono appassionati di videogiochi che tentano di spiegare a una interdetta Lena, una rivoluzionaria, futura partigiana, vestita come un personaggio di Assassin’s Creed, che gira Roma con una lancia in spalla sempre pronta a scontrarsi con i fascisti. Sono solo alcuni esempi dei momenti più divertenti e brillanti del film che dimostrano il modo originale del regista di giocare con i generi, le influenze, mescolare la cultura contemporanea con il passato, inventarsi dei momenti cult come, forse la scena più bella del film, quando degli ignari fascisti riuniti in un locale per assistere a un concerto si ritrovano a cantare con fierezza e commozione Bella ciao intonata da Max, Flebo e Greta.
Gifuni e Scalera sono due perfetti villain nel film I viaggiatori
I viaggiatori è sostenuto da un cast di primo ordine, non solo dai “veterani” Vanessa Scalera e Fabrizio Gifuni, la dottoressa Sestrieri e Luzio, capo della polizia segreta di Mussolini, due perfetti villain, ma anche dai giovanissimi interpreti, in particolar modo da Francesca Alice Antonini, che dà alla sua Lena grande profondità dietro una scorza dura da combattente.
La Dottoressa Sestrieri, una Scalera invecchiata con il trucco prostetico, accecata dalla sete di riconoscimento di una vita votata alla scienza, che nelle contemporaneità viene liquidata come una povera pazza, tanto da affidarsi al regime, al Duce che le riconosce la sua bravura, illudendosi di poter cambiare il corso della storia, di impedire l’alleanza con Hitler, di realizzare quel progresso e quella grandezza propagandata da Mussolini. “Non sempre quel che viene dopo è progresso”, dice Luzio citando Manzoni, un personaggio buio, profondamente malvagio, però con una sua saggezza, che pur parlando in favore del regime, pronto a usare qualsiasi mezzo per far rispettare le regole, anche lui fa riflettere sull’attualità e sul futuro.
Da tempo al cinema, da Freaks out fino a Rapiniamo il Duce, per non citare esempi più lontani, il periodo fascista è stato ampiamente trattato in modo differente sotto forma di avventura, un’era di inesauribile ispirazione, che sembra avere sempre qualcosa da raccontare, da “insegnare”, come ci dimostra anche I viaggiatori. Citando lo stesso regista: “La storia altro non è che un cane (scemo) che si morde la coda”.