Venezia 75 – I villeggianti (Les estivants): recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi
La recensione de I villeggianti (Les estivants) è un film diretto da Valeria Bruni Tedeschi, presentato durante la 75esima Mostra del Cinema di Venezia
I villeggianti (Les estivants) è un film diretto ed interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, presentato fuori concorso durante la 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia, con un cast composto da Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker e Riccardo Scamarcio.
I villeggianti racconta la storia di Anna, una regista alle prese con la realizzazione del suo nuovo film, che raggiunge amici e famiglia nella sua bella casa sulla Costa Azzurra. Poco prima di partire il suo compagno decide di affrontarla e di dirle che tra loro è finita e lei, nonostante le sue parole categoriche, pensa che alla fine lui potrà tornare come ha già fatto in passato. Anna allora si troverà da sola nella sua casa al mare, con tutta la famiglia e i villeggianti al seguito, incapace di poter affrontare la sua separazione dal compagno, impreparata a dover realizzare un film che parla del fratello, scomparso in passato, e preda dei sentimenti e delle disaffezioni di chi la circonda.
I villeggianti declina la sua coralità nella purezza e nell’eleganza dei gesti rappresentati
I villeggianti è una brillante commedia umana dove si perde l’equilibrio, un viaggio senza remi all’interno della complessità di un dolore, che si insinua in tanti particolari della vita di Anna, dal rapporto burrascoso e instabile con il compagno alla figura del fratello, un personaggio che si inserisce attivamente nella vita di Anna, che torna a percorrere i corridoi della casa e a suggerire la propria opinione su ciò che la spaventa.
Il film declina la sua coralità nella purezza e nell’eleganza dei gesti: ogni personaggio è perfettamente inserito nella logica narrativa, ognuno ha uno spazio, la propria ombra e un passato da cui divincolarsi e una vita da risolvere. L’interpretazione più profonda e convincente è quella di Valeria Bruni Tedeschi, che ci dona un personaggio esemplare, perforante, tragico e comico.
Il film di Valeria Bruni Tedeschi, pur essendo sostenuto da una buona sceneggiatura, si perde in molti momenti, soprattutto quando i personaggi principali devono affrontare le loro peripezie quotidiane; i personaggi interpretati ad esempio da Pierre Arditi, Valeria Golino e Noémie Lvovsky sono carichi di significato e di consapevolezza quando si ritrovano assieme durante le cene o in momenti di condivisione, in cui colgono l’occasione di poter affermare quale sia l’angolazione e la prospettiva, spesso decadente, della propria vita. Ma quando gli stessi personaggi vengono fotografati in momenti di solitudine o all’interno di un dialogo con un’altra persona, non riescono a trasmettere la stessa profondità, lo stesso slancio che si percepisce in altri momenti.
I villeggianti: un lavoro autobiografico immerso nella vita della regista
I villeggianti è un film che viene sorretto quasi unicamente dalle interpretazioni di Valeria Bruni Tedeschi e Riccardo Scamarcio, che assieme formano una coppia filmica credibile e bizzarra, che vive la propria dissoluzione con dramma e impeto. Valeria Bruni Tedeschi racconta la storia e gli intrecci che avvengono tra i proprietari della casa, i dipendenti e gli amici, mostrando il disonore, la solitudine e la paura che ognuno prova nell’affrontare la propria vita, spesso ignorando e non percependo cosa accade al di fuori del proprio io, mentendosi, lasciandosi sfuggire ogni dilemma o tragedia con la leggerezza che dà in dono l’esistenza.
I villeggianti è un lavoro autobiografico, un film che si immerge nella vita della regista, che descrive spesso con la dovuta crudeltà tanto la sua interiorità quanto le persone a cui è legata, senza mai risparmiarsi o provare compassione. Il film è potente perché la regista si spogliata della sua gentilezza, dell’affezione che si prova quando si parla di stessi o di persone che appartengono alla vita di tutti i giorni, lasciando sul foglio e sullo schermo le paure, le colpe e le tensioni di chi vive con un dolore nel cuore e che sa che non può smettere di andare avanti. Anna lavora con difficoltà, si esprime con difficoltà, ama con difficoltà ma continua a farlo, continua ad esserci, spesso in modo confuso, tenace e buffo.
Nonostante tutte le tematiche plumbee che la pellicola affronta, questo non lascia che il film sia privo di una gentilezza, di un buon umore che lo solleva. I villeggianti è un racconto che pur navigando in un mare di sciagure riesce a far affiorare e a far riemergere la commedia, che si sente nei tempi, anche nei drammi più severi, uno strumento salvifico e liberatorio con cui riconciliarsi.