Il convegno: recensione del film Netflix

Il convegno è un horror che lavora su stilemi, schemi ed elementi noti, sacrificando l'originalità

Durante un convegno di team building per i dipendenti comunali emergono pesanti accuse di corruzione che inevitabilmente contagiano sia l’ambiente di lavoro che i rapporti tra i colleghi. L’incubo vero e proprio inizia quando un misterioso killer, una misteriosa figura con una maschera, inizia a dare la caccia e ad uccidere i partecipanti uno alla volta. Racconta questo Il convegno, il film di Patrik Eklund, basato su un romanzo best seller di Mats Strandberg, conosciuto come lo Stephen King di Svezia, entrato nel catalogo Netflix il 13 ottobre 2023, che prova a fare un’analisi e una critica del mondo del lavoro travestita da slasher e una satira sulle dinamiche aziendali.

Il convegno: una satira sul mondo del lavoro

In un piccolo paese sulle rive del lago Kolarsjön si riunisce un gruppo di dipendenti comunali, al lavoro su un controverso piano edilizio non esente da polemiche, la riunione non serve solo a questo è anche utile a unire il gruppo cioè fare “team building”: cooperazione tra reparti, cura dei rapporti, fiducia reciproca, rispetto, impegno. Non passa molto tempo ed è chiaro che i problemi sono molti, sembra evidente che il lavoro è difficile, i rapporti sono complessi, non ci sono isole felici perché a non essere felici sono gli individui, pieni di rancore, di invidie, di dissapori. L’inferno e la barbarie forse sono già insiti in ciascuno di loro. Di minuto in minuto, di cliché in cliché, emerge che quel team non è per niente un paradiso, il gruppo non è amorevolmente unito dal capo, anzi, tutto questo serve a creare l’atmosfera giusta per dare forma al film.

Ci sono rapporti sbilanciati, incrinati, non sono una catena, non c’è una collaborazione perfetta tra individui per arrivare ad uno scopo comune, insomma questo lavoro di squadra è solo uno specchietto per le allodole perché dietro ad esso tutto è molto più oscuro, un’utopia che non ha aderenza con la realtà. La squadra non sa cooperare, si prendono in giro, marginalizzano chi è più debole, mettono da parte chi ha sbagliato, è invece desiderosa di scendere a compromessi. Ogni persona facente parte del gruppo è ossessionata da se stesso, dal ruolo che potrebbe avere, non sono pronti al lavoro d’insieme. La costruzione del centro commerciale che ha riunito lì il gruppo è uno dei motori della crisi, soprattutto la conseguente espropriazione delle terre agli agricoltori locali è la punta dell’iceberg. Il paradosso arriva proprio qui, loro sono incapaci di condividere e di collaborare ma quando scoprono che un killer li sta uccidendo, seminando il terrore, comprendono che l’unica possibilità è unirsi per salvarsi. Saranno in grado?

Quando il sangue prende il sopravvento

La satira mostra l’oggi in un luogo in cui un gruppo di persone si incontra per costruire ma invece rischia di perdere tutto per mano di un killer spietatoIl convegno inizia come una storia qualunque, la cosiddetta norma, l’incontro di colleghi, le persone con cui spesso condividiamo più tempo che con chiunque altro, un appuntamento che ognuno di noi può aver fatto, e poi arriva quel qualcosa che rovescia lo status quo e da lì l’inferno. La carneficina. 

Lo slasher prende il sopravvento. Il killer come in una sorta di dieci piccoli indiani uccide, sevizia, il gruppo perde persone, in maniera sempre più atroce e quando i superstiti si accorgono della tragedia e della violenza che li sta inghiottendo tutto assume una diversa prospettiva. Il carnefice sembra ingestibile, inarginabile, cosa lo muove? Perché vuole colpire proprio loro? L’uomo mascherato utilizza qualsiasi oggetto che trova per compiere la mattanza tra i dipendenti comunali: da una pala al motore di una barca, da una falce a una padella. Colpisce quando meno te lo aspetti sempre in maniera più brutale e crudele, certo non porta novità pazzesche, si tratta di un film che lavora sui cliché e su tutto ciò che gli amanti del genere hanno visto e stravisto. Il convegno si inserisce in questo genere di film, si pensi ad alcune caratteristiche attorno a cui si costruisce: un assassino psicopatico mascherato, un spazio delimitato, un arsenale variegato e sangue.

Il convegno: conclusioni e valutazioni

Il convegno è un horror che lavora su stilemi, schemi, elementi noti, non è sicuramente un film che punta sull’originalità, anzi. Lavora su due filoni, da una parte il lavoro e la satira su esso, dall’altra l’horror sanguinario. Ha bisogno di tempo per carburare, nella prima parte un po’ si fatica a stare dietro alla storia, il giorno è lento, inesorabile, di notte qualcosa cambia e la tensione aumenta grazie alla caccia all’uomo che il killer mette in atto. Questo è un prodotto di intrattenimento in grado di raccontare anche qualcosa in più sul contemporaneo. 

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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