Il fabbricante di lacrime: recensione del film in esclusiva su Netflix
Nel posto che non c'è, due storie, un unico destino e l'abbandono all'amore. Dal 4 Aprile 2024 su Netflix.
Al Grave avevamo tante storie, la più conosciuta era quella de Il fabbricante di lacrime, erano passioni laceranti”.
Il Grave è un orfanotrofio, un luogo dalle mille e piccole speranze; un posto chiuso in attesa che la vita solo immaginata si trasformi in realtà, una realtà che colmi il vuoto di un amore “assente”, che diventi “presenza” tangibile, concretezza affettiva, palestra di un’umanità dove l’amore crei legami senza “riti preparatori”. Questa è la leggenda de Il fabbricante di lacrime.
Il fabbricante di lacrime: una favola gotica nella contemporaneità dei non luoghi
Nica e Rigel, sono due ragazzi speciali. Il loro destino non appartiene a nessuno, non ha un codice familiare, non ha un’identità, un luogo di appartenenza, una prospettiva di vita dentro la quale espandersi, crescere, completarsi. L’unico senso in movimento è un senso del “dolore” esasperato nella sua dimensione di inconsistente finitezza dentro le mura di un orfanotrofio che li ha avvolti come fosse un genitore anaffettivo, li ha assemblati in un insieme uniforme, in una favola gotica drammaticamente dark nelle anime di due ragazzi ugualmente disuguali.
L’amore nasce ovunque, dall’esperienza che si incastra con l’essenza di una solitudine persistente e con la ricerca di essere o divenir qualcuno che abbia un suo tempo, una sua storia, una sua vita e che non nasca dal nulla, dal niente.
Il fabbricante di lacrime evapora l’incoscienza drammatica dell’essere umano dentro una forma mentis che cerca vitalità e appartenenza in un insieme che riconsegni un passaggio antropologico ad una quiete naturale priva di domande e riflessioni sull’essere chi non si è stato, sul divenire di scoperte esistenze, su chi si è e chi si sarebbe stati.
Un intreccio concettuale che si armonizza con la scrittura di un film primogenito e figlio unico di un lavoro e un progetto che romanza, in più righe, una storia romanticamente sfoglia di denominazione e identità, quanto meno in apparenza.
L’amante è un animale da cui inizialmente ci si difende, poi si comprende e infine ci si affeziona.
La storia d’amore tra Nigel e Nica incastra tre evoluzioni: un rifiuto ancestrale che emerge fortemente per una necessaria rinuncia nel sentirsi simili, ricordando il luogo in cui hanno sostato nell’attesa di riconciliarsi con il mondo all’interno di un idillio familiare; la difesa nel dover convivere e interagire fingendo un legame che non assolutizzi la “mancanza” ma estremizzi la difficoltà di essere giunti in una dimensione nuova fino ad allora estranea; l’attaccamento alla solitudine e all’introspezione alla ricerca di un inganno immaginario laddove la realtà si profetizza nella sua crudezza, “Un giorno capiranno chi sei veramente”.
Ne Il fabbricante di lacrime la punteggiatura poetica della scrittura cinematografica
È una storia intima che prende forma attraverso personaggi che sembrano farsi toccare trasponendo il romanzo all’interno di una scrittura cinematografica ampiamente poetica.
La riduzione testuale attraverso l’immagine rende e incide l’estetica di un film profondo e serio.
I colori freddi completano lo stile pittoresco di un film che pare l’affresco delicato di un tema che non livella le incomprensioni dell’abbandono, del ritrovarsi, del sentimento.
È certo un catalizzatore di più sensibilità: Nica e Rigel sono uno l’argomento di se stesso, sono la dinamica dentro la quale sono abituati a scontrarsi e a convivere.
Nonostante risultano essere l’uno l’opposto dell’altro, l’ingegneristica naturalezza di Nica riserva un posto allo sconosciuto datogli come madre e padre, risultato di un’abitudine ad una solitaria contentezza che dalla tristezza ricava salvezza in una visione futura.
Il fabbricante di lacrime: conclusione e valutazione
Il fabbricante di lacrime è un film tratto da un best seller scritto da Erin Doom e pubblicato nel 2022. Un incrocio, dal punto di vista autoriale, che si stende, attraverso la regia di Alessandro Genovesi, ad una visione aperta che congiunge l’enfasi di una trama ad archetipi linguistici ed estetici.
Un film che sembra appartenere ad un tempo privo di tempo, che sembra sfuggire ad un luogo fisico e metafisico, che si incespica nell’eloquenza irreale di nitide combinazioni filmiche.
Un film che oltrepassa la sua destinazione, seppur sia una produzione Netflix rivolta ad un chiaro pubblico, che stampa in 103 minuti la qualità cinematografica da grande schermo, eludendo una visione geneticamente predisposta per uno spazio d’interesse più mirato.
Quanto al futuro di questa sceneggiatura, la curiosità è la possibilità di smantellarlo e dividerlo in episodi, assumendo in toto quella stilistica eccentrica del teen-drama d’oltreoceano.
Il fabbricante di lacrime è la sinossi di un amore in contrapposizione con la sua terminologia semplicistica, in una continua evoluzione interpretativa della sua essenza effettiva che rimbalza in esseri umani indecifrabili e incomparabili per vissuto, opacità e indeterminazione esistenziale.
La pellicola è una produzione Netflix, diretta da Alessandro Genovesi, interpretato da Caterina Ferioli e Simone Baldasseroni, disponibile sulla piattaforma streaming dal 4 aprile 2024.