RomaFF13 – Il flauto magico di Piazza Vittorio: recensione
Il flauto magico di Piazza Vittorio è una divertente e brillante rilettura del Singspiel in due atti originariamente musicato da Mozart. Regia di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu.
Il flauto magico di Piazza Vittorio è un film presentato in Selezione Ufficiale alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, prodotto da Paco Cinematografica e Denis Friedman Productions.
I registi Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu edificano un film musicale che s’ispira liberamente al Flauto Magico di Wolfgang Amadeus Mozart. Più che ispirarsi alla celebre opera, in realtà, Il Flauto Magico di Piazza Vittorio si propone come riadattamento e originale re-interpretazione multietnica, che viene aggiornata e adattata a un setting moderno. Multietnica perché variegata è la sua orchestra, quella di Piazza Vittorio, che al Singspiel in due atti originariamente musicato da Mozart aggiunge il brio, i colori e la vitalità di musicisti che apportano al musical il proprio bagaglio di culture e tradizioni provenienti da tutto il mondo.
Il flauto magico di Piazza Vittorio: un cast d’eccezione e una location suggestiva
I suggestivi giardini di Piazza Vittorio, centro del fermento multietnico della città di Roma (e, quindi, perfetta location per l’opera), si animano la notte e fanno da surreale sfondo alle vicende trattate nell’opera, nel cui cast figurano Fabrizio Bentivoglio, Petra Magoni, Ernesto Lopez Maturell, El Hadji Yeri Samb e Violetta Zironi. La stratificazione culturale passa attraverso le otto lingue in cui i personaggi si esprimono, e i differenti stili di costumi e accessori con cui sono ornati.
Tutto può accadere (e, in effetti, accade) a Piazza Vittorio dal momento in cui i cancelli del parco si chiudono e vietano l’accesso a chi ne rimane al di fuori. Il flauto magico di Piazza Vittorio è un’opera densa e fitta di idee e messaggi che nell’epoca in cui è stata concepita, quella in cui la paura del diverso rischia di avere la meglio sul desiderio di conoscenza ed esplorazione, acquista grande importanza. Nella rilettura che Tronco e Cabiddu presentano del Flauto Magico, infatti, le minoranze (o presunte tali) si riscoprono elemento fondamentale della società. Le donne, frutto e riflesso di quel che sono nell’era contemporanea, cessano di essere personaggi-funzione di margine: a differenza del ruolo che avevano assunto nell’opera originaria, ora possono cambiare il corso degli eventi attraverso le proprie decisioni, come tutti gli altri protagonisti.
Il flauto magico di Piazza Vittorio: un film che ci fa riscoprire la bellezza della diversità
Lo scambio e la comunicazione fra gruppi sociali di differente matrice e comunità divengono necessari, oltre che inevitabili: nel periodo storico di nuove ondate migratorie che destano apprensione, oltre ai grossi allarmismi che corrono il pericolo di dare origine a risposte bellicose e violente, Il flauto magico di Piazza Vittorio riscopre la bellezza nelle diversità, che non possono far dimenticare la connessione naturale e intima fra gli individui, e la necessità di assecondare lo spontaneo flusso cosmopolita delle etnie per evitare l’isolamento e la regressione culturale.