Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio: recensione del sequel con protagonista il gatto spadaccino
Il Gatto con gli stivali 2, più maturo e coraggioso del primo film, con una grafica vivace e colorata, il film d'animazione è un insieme di gag e azione.
ll Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio, sequel di Il Gatto con gli stivali e spin-off del franchise di Shrek, torna a distanza di 11 anni dal primo film, uscito nel 2011, per raccontare le nuove avventure del simpatico felino spadaccino. Il lungometraggio della DreamWorks Animation, in uscita nei cinema il 7 dicembre 2022, distribuito dalla Universal Pictures, mantiene il tono della favola e l’ilarità della saga, proponendo anche una riflessione su un tema delicato e complesso.
Il protagonista di Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio ha esaurito le sue nove vite, che l’hanno portato a morire e resuscitare più volte, diventano così una leggenda, un difensore dell’umanità e un beffardo e imbattibile avversario. Abituato a non avere paura di fronte a nulla, il Gatto viene assalito da una sensazione di terrore quando si trova di fronte al Grande lupo cattivo, cacciatore di taglie pronto a ucciderlo a qualsiasi costo. Sapendo che gli è rimasta ormai solo una vita, dapprima deciso a nascondersi e vivere un’esistenza tranquilla, si mette alla ricerca di una magica mappa che lo porterà ad impossessarsi della stella del desiderio, capace di realizzare un unico solo desiderio. Accompagnato da un adorabile cagnolino travestito da gatto, il Gatto con gli stivali ritroverà Kitty zampe dei velluto, insieme a Riccioli d’oro e famiglia composta da 3 orsi, anche loro alla ricerca della stella del desiderio. Ma il vero ostacolo è Big Jack Horner, che come desiderio ha quello d’impadronirsi di tutta la magia del mondo.
Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio è un racconto figurato carico di simbolismo
L’ambientazione di Il Gatto con gli stivali 2 si sposta in un luogo sempre più magico, dove ogni ostacolo o percorso da intraprendere è metafora dei momenti più importanti della propria vita, che siano negativi o positivi. Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio è infatti un racconto fortemente allegorico, affascinante e sospeso tra mondi incantati o stregati, ma sempre suggestivi. Le scene d’azione che si susseguono a ritmo di musica, tra spade e coltelli e passi di danza e acrobazie feline, per quanto si discostino dalla realtà, conservano un fondo di verità. I personaggi gareggiano e ballano, si scontrano e cantano rendendo i momenti d’azione uno spettacolo che si muove tra dettagli, colori, note e allegria. Gatti egocentrici e convinti di non aver bisogno di nessuno, addolciti da un cane fedele alla ricerca della vera amicizia, braccati da una famiglia di orsi unita e fan della supremazia. La rappresentazione di Il Gatto con gli stivali 2 mostra così, con un tono caricaturale e divertente, quelle caratteristiche proprie degli animali: l’indipendenza dei gatti, la fedeltà dei cani e l’aggressività degli orsi. Il tutto racchiuso in un racconto surreale.
Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio supera così il primo lungometraggio, esplorando qualcosa in più rispetto ai temi universali che si ritrovano in molti film d’animazione, specie se si tratta della Dreamworks. Il Grande lupo cattivo simboleggia infatti la morte: terrificante e fredda, che porta con sé l’oscurità e il buio e che, un giorno, diventerà inevitabile. Il Gatto non è più quindi solo il classico supereroe comico e senza paura, ma si ritrova a fare i conti con il passare degli anni e con le proprie innumerevoli vite che vengono meno e che sono ormai finite. Il Gatto con stivali 2 è un film ricco di dinamiche, storie e riflessioni, che sa essere estremamente divertente, coinvolgente e iperbolico, che eccede di incantesimi, abilità e poteri, tramutati più in emotività che in straordinarie capacità. L’aspetto più buffo e divertente del film investe sia i momenti d’azione che gli scenari più tranquilli e riflessivi, spesso anch’essi simboli impliciti di periodi di passaggio.
Tra divertimento e risate assicurate la grafica è un’esplosione di colori
Trattandosi di un prodotto d’animazione, nessun ambiente, personaggio, azione o oggetto è solamente ciò che rappresenta: il film della DreamWork aggiunge infatti qualcosa in più, dagli effetti visivi alle tonalità cromatiche scelte per alcune sequenze, fino alle trascinanti e simpatiche scene più movimentate. L’ultimo desiderio è l’espressione di intimi sogni che sono poi spesso più vicini e realizzabili di quanto ogni personaggio avrebbe potuto mai immaginare; così come paesaggi, action e gag possono catturare e divertire il pubblico, al tempo stesso le riflessioni sull’amicizia e l’amore riescono anche a far commuovere. I personaggi acquistano così una caratterizzazione che li rende più tridimensionali e variegati, portatori di temi universali, e, ancora una volta, metafora di un animo umano sfaccettato e mutevole. Il Gatto con gli stivali 2 riesce a fare tutto questo avvalendosi di una trama semplice e lineare, che scorre con chiarezza e che risulta tutt’altro che banale.
Il film diretto da Joel Crawford si colora di omaggi al grande cinema italiano e spagnolo, con un Antonio Banderas perfetto nel doppiaggio italiano e che, solo talvolta, conserva quel lontano accento ispanico. Il target più ampio, con una moltitudine di contenuti, rende Il Gatto con gli stivali 2 un film per tutta la famiglia e una favola sui legami interpersonali. Forse il Grande lupo cattivo potrebbe rischiare di spaventare i più piccoli, essendo davvero terrificante, ma è al tempo stesso ha il pregio di dare al sequel un tono più maturo e complesso, sempre in linea con l’umanità dei personaggi, che siano questi gatti, cani o orsi parlanti.