Il giovane Karl Marx: recensione del film con August Diehl
Gli inizi e la forza delle idee: Il giovane Karl Marx di Raoul Peck con la stessa fermezza e chiarezza del suo protagonista è il perfetto incontro tra documentario e narrativa.
Un biopic gradevole e scorrevole, Il giovane Karl Marx ripercorre i fervori e le idee di un giovane Karl Marx che prendono forma tra l’attività filosofica e giornalistica, arricchita e completata grazie all’amicizia con Friedrich Engels. Raoul Peck dirige un film essenziale che offre una chiara idea del personaggio in questione e dell’epoca in cui nasce e opera il suo pensiero.
Il giovane Karl Marx – la trama del film
É il 1842. Karl Marx (August Diehl) è un giovane dalle idee promettenti, per nulla astratte ma ancorate all’attualità e che si fanno concretamente espressione delle dinamiche del rapporto imprenditore/padrone-operaio che porta avanti la macchina industriale, generando un rapporto di alta disparità tra chi comanda e chi esegue.
Manifestare però senza troppi giri di parole queste idee gli costa, sin dai primi articoli scritti per la Gazzetta Renana, una vita solitaria e da esiliato, fatta di incontri fugaci con pensatori sposanti delle sue idee ma non abbastanza audaci da mettere in moto un dissenso o quanto meno uno scontro dialettico che metta in crisi il sistema.
A Parigi però, dopo l’ennesimo direttore di giornale coraggioso solo a parole, Marx incontra per la seconda volta Friedrich Engels (Stefan Konarske), autore inglese di un saggio che descrive con minuziosità le condizioni lavorative in cui versano gli operai di Manchester, con il quale l’incontro sarà fatale. Una stima intellettuale che diventa amicizia, che lo sostiene e lo incoraggia nel portare avanti insieme le loro idee per scardinare e rivedere le regole del sistema.
L’importanza di essere Karl Marx
Raoul Peck dirige un biopic riuscendo a tinteggiare in maniera equilibrata tutti quegli elementi fondamentali per comprendere non tanto la storia personale di Karl Marx, ma quanto le sue idee politiche e consolidate, in quella che scolasticamente è vista come la fase del primo Marx e che va dal 1842 al 1848. Un percorso intellettuale e materialista che avrebbe portato poi alla nascita del Manifesto del Partito Comunista e allo scoppio dei moti rivoluzionari del 1848.
Fondamento del film è sicuramente l’incontro e l’amicizia con Friedrich Engels, che al pari di due giovani corteggiatori innamorati si ignorarono al loro primo incontro per poi dichiararsi una profonda stima intellettuale al secondo, e scoprirsi come due predestinati. L’incontro tra i due a Parigi è fondamentale, perché determinerà tutto ciò che poi è passato alla storia.
Il perfetto incontro tra narrazione cinematografica e documentario
Peck, gettando anche un occhio alla sua cinematografia, ha un certo debole nonché esperienza nel cinema documentaristico, e la forza del suo Il giovane Karl Marx è proprio lì: riuscire a dare vita ad una narrativa che documenta ma senza eccedere, in un perfetto equilibrio tra i due generi. Apprezzatissima infatti la scelta di includere, in maniera anche originale e inaspettata, parole e frasi tratti dagli scritti più noti di Marx ma senza strafare.
La grande accuratezza della scenografia e una fotografia rassicurante che subito ci immette nelle atmosfere capitali europee di metà ottocento sono altri due dettagli che fanno del film un biopic apprezzabile. Il giovane Karl Marx con essenzialità anche nella recitazione riesce a valorizzare e rendere quanto più chiaro possibile non tanto il personaggio Marx, quanto la portata del suo pensiero che ha cambiato la prospettiva del pensiero ieri quanto oggi.