Il Gladiatore: recensione del film con Russell Crowe

Un cult imperdibile. Un Russell Crowe da Oscar guida un cast davvero ispirato, in un kolossal d'avventura al cardiopalma diretto da Ridley Scott.

Un veterano del cinema muscolare d’intrattenimento, sir Ridley Scott, ritrae con dovizia di particolari e grande senso dello spettacolo il 180 d.C, anno della morte dell’imperatore e filosofo romano Marco Aurelio (Richard Harris). Uno spunto di trama efficace per poter coinvolgere un protagonista iconico come il generale Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) e il viscido antagonista d’eccezione Commodo, figlio di Marco Aurelio, interpretato dal sempreverde Joaquin Phoenix. Il film è stato oggetto di discussione per la verosimiglianza della trama ma anche uno straordinario successo al botteghino (all’incirca $457 milioni di dollari globali tra il 2000 e il 2001). Il Gladiatore si pone al pubblico come opera travolgente e dettata dall’impeto e dal dinamismo dei personaggi che vivono al suo interno.

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La regia tiene fede al suo impegno, consegnandoci un kolossal a tutti gli effetti, con sequenze d’azione magistrali ambientate a Roma, durante i giochi gladiatori nel Colosseo. L’impostazione filmica si basa sull’esaltazione di scene quasi mitologiche e combattimenti all’ultimo sangue fra guerrieri in bilico fra vita e morte, prigionia e libertà. La messinscena confezionata con cura, specialmente sotto il profilo scenografico e dei costumi, rende vivo e vibrante il contesto storico rappresentato.

Viene raffigurato il classico percorso di purificazione e redenzione di un uomo profondamente avvilito dai dolori causati e dal male che ha accumulato per futili scopi. Massimo, guidato dall’etica inflessibile della guerra, conoscerà ben presto il significato di perdita, sacrificio e riscatto emotivo in un turbinio di avvenimenti scioccanti che lo coinvolgeranno in prima persona, a partire dalla brutale uccisione di sua moglie e suo figlio per mano di Commodo.

Il Gladiatore: Russell Crowe e il ruolo della vita

recensione il gladiatore cinematographe.it

Il ritratto di Massimo Decimo Meridio diviene un elemento centrale per definire toni e andamento della narrazione. Il Logos e il Pathos viaggiano su linee parallele e dettano legge durante il percorso impervio intrapreso dal protagonista. “Un generale che diventò schiavo, lo schiavo che diventò un gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore” recita Phoenix: una tagline incisiva e una delle battute più memorabili del film che funge da base per suddividere il racconto in blocchi. Le svolte riservate a Massimo per evolversi e redimersi verso l’atto conclusivo sono fondamentali per aumentare gradualmente il coinvolgimento e l’impatto emozionale.

Il gladiatore: frasi e citazioni del film di Ridley Scott con protagonista Russell Crowe

A guidare un cast ricco di volti di spicco, a partire dallo stesso Phoenix fino ad arrivare alla rivelazione Djimon Hounsou nel ruolo del cacciatore numida Juba, un Russell Crowe degno di nota. A lui spetta il difficile compito di mantenere lo spettatore e lo spettacolo intatto e senza rallentamenti di alcuna sorta. Nella sofferenza e nella pena che sta scontando, dall’elevata posizione nei ranghi fino alle celle dei gladiatori a combattere costantemente per la sua vita, risiede il cuore di una scrittura mirata a valorizzare il singolo più che la circostanza e la ricostruzione storica accurata. Attorno alla figura del valoroso condottiero e dell’impavido schiavo si esaltano le componenti tecniche, con Ridley Scott sugli scudi e dietro la macchina da presa intento a riprendere senza sosta le sue autentiche gesta.

Il Gladiatore: la magia del cinema attraverso gli occhi di un visionario

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Ridley Scott ha sempre tenuto conto dell’azione sezionata in grandi vedute e panoramiche rappresentative. Si serve di storyboard specifici e gestiti da lui personalmente per trasporre la sua visione dell’opera e l’atmosfera che si dovrà respirare al suo interno. A lui il merito di aver ridato lustro e splendore cinematografico, attraverso il focus su dettagliati costumi e spettacolari effetti scenici premiati agli Oscar. L’antica immagine della Roma panem et circensem, con un impero che veniva sostenuto dal consenso popolare e dai giochi violenti, è fotografata con un ammirevole estro creativo.

Si decide di non delineare un determinato evento storico dando importanza ad avvenimenti che rispecchiano la verità, piuttosto si cerca di condurci per mano alla riscoperta dei luoghi più caratteristici della Roma imperiale: tra questi spiccano la basilica di Massenzio e l’arco di Costantino, poi segue la ricostruzione dell’Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo. Le ingenuità o le inesattezze storiche che tanto vengono messe in evidenza (come l’emblematico gesto attraverso il quale la mano sentenzia la vita o la morte del gladiatore sconfitto) sono errori programmati e voluti dal regista per rendere più agevole la comprensione della storia al proprio pubblico di riferimento. Una nuova epica narrativa riesce a imporsi al cinema nei primi anni del 2000, con Il Gladiatore si forniscono nuovi paradigmi educativi. Il film assume il compito di comunicare ai giovani i pensieri illustri, il desiderio di compiere “grandi cose”, il culto della memoria. Scott non dimentica di porre l’accento su un uomo che deve sempre farsi guidare dalla propria coscienza, trarre insegnamenti dal passato ed essere sempre degno dei valori che pone alla base della propria esistenza.

Una colonna sonora travolgente e da applausi, quella de Il Gladiatore

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La particolarità che splende all’interno di questa immensa produzione è senz’altro la paritura musicale a cura di Hans Zimmer, affidata all’incantevole voce di Lisa Gerrard. Una soundtrack che riesce a colpire dritto al cuore di chi segue con particolare attenzione le vicende rappresentate. Melodie quasi paradisiache riescono a mescolarsi a brani di battaglia entusiasmanti, che si sposano perfettamente con l’azione frenetica vista su schermo. Una colonna sonora completamente scritta dallo stesso Zimmer, che si prefigge come obiettivo quello di seguire gli stessi passi condotti dall’attore premio Oscar Crowe.

Il gladiatore: la colonna sonora epica del colossal di Rydley Scott con Russell Crowe

Un cammino esistenziale, un tracciato segnato dal sangue, un tunnel buio che conduce alla riscoperta di una nuova vita in compagnia di sua moglie, che lo sta chiamando dall’aldilà. La funzione della cantante Lisa Gerrard è proprio questa: prendere le parti di una donna fedele ed angelica, pronta ad attirare a sé un uomo combattuto e stanco di soffrire tra le linee nemiche e nella pila di cadaveri accumulati nell’arena. Stando a quanto detto dalla stessa Gerard, le parole dell’indimenticabile brano “Now We Are Free” sono totalmente inventate e non fanno parte di nessuna lingua conosciuta dall’uomo, perchè la canzone mira a suscitare sentimenti nell’ascoltatore per il suono delle parole e non per il loro significato. Lo spirito tenace di Massimo Decimo Meridio e il richiamo a una dimensione altra verso il completamento di un profilo caratteriale disfatto sono le fondamenta per sviluppare brani evocativi e destinati a rimanere impressi nella memoria per decenni.

Regia - 5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4.5
Recitazione - 5
Sonoro - 4.5
Emozione - 5

4.7