Il Lato Positivo: recensione

Un titolo più che appropriato per questo romanzo prima e film dopo, giocato su due sponde della realtà, o perlomeno della sua percezione. Questa storia fa del proprio titolo una chiave di accesso ad una realtà. Il lato positivo, il silver lininig da cui deriva il titolo del romanzo Silver linings playbook, è quello che persegue il protagonista Pat Solitano nella sua lotta alla salute mentale e al ricongiungimento con la moglie Nikki da cui lo separa un ordine restrittivo, veicolato dal mantra Excelsior ma intessuto in una realtà schietta e senza filtri, la “realtà dei matti”.
Pat ha passato gli ultimi otto mesi in un istituto psichiatrico dopo aver pestato il proprio collega – professore confermato – Doug Culpepper scovato nella doccia con la propria moglie, episodio di breakout che ha innescato un latente bipolarismo, l’affezione psicologica che crea un dualismo caratteriale in primis, e trova una corrispettiva dualità nella realtà filmica: da una parte Pat e Tiffany, una giovane donna affetta da “pazzia” molto vicina alla moglie Nikki, dall’altra la famiglia Solitano e tutti i personaggi che vi gravitano attorno, il poliziotto che tampina Pat perchè mantenga l’ordine restrittivo e l’amico di famiglia dalla dubbia moralità Randy.
Già nelle seconda sequenza, all’arrivo di Pat in casa propria accompagnato dalla madre, si delinea un contrasto con il padre che ci fornisce il primo indizio sulla percezione della realtà dei personaggi: Pat Sr. è uno scommettitore incallito la cui mania ossessiva compulsiva per i “rituali” propiziatori ci farebbe esclamare Tale padre, tale figlio, ma non nel caso di Pat Jr. la cui spontaneità nel riferire la confidenza della madre sulle scommesse spiazza il padre.

Tiffany insegue Pat mentre fa jogging

Tiffany segue Pat, l’attrazione è già scoccata.

Parallelamente, molti parlano di una regia asciutta, poco presente, e si sbagliano a metà! La regia è invisibile e subliminare, conservando anch’essa il carattere di dualità che permea la storia: la scelta stilistica delle riprese mosse non è a sé stante, bensì modulata in modo da farci percepire la stabilità e il suo opposto nei personaggi e nelle loro storie.
Il lato positivo non per nulla, identificabile con le scene tra Pat e Tiffany in cui la loro intesa sembra predestinata e salda è sottolineato da riprese più stabili e sicure; mentre gli episodi di follia di Pat ma anche del padre sono accompagnati da una camera mossa e instabile, come nelle sequenze in cui osserviamo le manie ossessivo compulsive di Pat Sr. incoraggiato da un sempre presente (in pieno stile avvoltoio delle disgrazie altrui) Randy, o ancora l’episodio di breakout di fronte al cinema in cui la camera gioca con la focale e gravita attorno ad un Pat stordito e senza controllo. Se non bastasse, il poliziotto che subentra a placare gli animi e, si potrebbe pensare, la mano del cameraman ansiogeno, flirtando molto grossolanamente con l’ex moglie del proprio collega, Tiffany, si guadagna la stessa instabilità di inquadratura. Da notare infine come nelle scene di ballo, sapientemente coreografate in quanto riflesso della spontaneità senza filtri di Pat e Tiffany, la camera ne segua fluidamente il ritmo concitato mantenendo un immagine al contempo sicura, pulita.

Tiffany è arrabbiata con Pat per averla definita "più pazza" di lui.

Tiffany accusa Pat per averla giudicata più insana di lui.

Il lavoro di David O. Russel, che dichiara di aver voluto affrontare il tema scottante e ignorato del bipolarismo per il proprio figlio maggiore, consegnandogli la chiave al lato positivo della vita, merita sicuramente il plauso della critica che punta al contempo la luce sulle interpretazioni magistrali di Bradley Cooper, un adorabile outsider in un convinto ed entusiasta percorso di rehab, ma soprattutto di Jennifer Lawrcence che aggiudicandosi il ruolo al posto di star come Angelica Jolie e Ann Hathaway, con il suo personaggio “Abbastanza (giovane n.d.a.) da avere un matrimonio finito senza trovarmi in un istituto psichiatrico“, ci regala un’interpretazione convincente nel mescolare la prorompente sensualità con la forza e la brutalità di chi è stato spezzato dalla vita. Convince noi e l’Academy Awards che la premia per la migliore interpretazione.

Tiffany e Pat praticano la danza

Tiffany e Pat coltivano il loro lato positivo, danzando.

Regia - 4.2
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.2
Emozione - 4

3.9