Il maestro di violino: la recensione del film di Sérgio Machado
Il maestro di violino punta tutto sull'emozione, dando prova che la musica può salvare.
Un’audizione fallita. Troppa tensione, troppo talento da dimostrare. Basta poco, un breve istante e il sogno di una vita va in frantumi. Laerte, interpretato da Lázaro Ramos, deve far i conti con il bruciante fallimento e con il rimettersi in gioco. Parte da qui Il maestro di violino di Sérgio Machado – che prende le mosse da Acorda Brasil di Erminio de Moraes – in cui si racconta la storia di Laerte, ex bambino prodigio incapace di esprimere il suo enorme talento nel momento decisivo, l’esame d’ammissione all’Orchestra Sinfonica di San Paolo. Il protagonista deve rimboccarsi le maniche e ricominciare, trovare un’altra strada e Machado mostra proprio questo: la risalita di un uomo, fuggito per la grande paura di fallire, la sua rinascita in un luogo dove non sembra esserci possibilità di “salvezza” e “redenzione”, almeno sulla carta. Laerte inizia ad insegnare musica in una scuola pubblica di Heliopolis, la più grande e violenta favela di San Paolo; ma come spesso accade proprio dalle rovine può nascere qualcosa di positivo.
Il maestro di violino: la musica può salvare
Scopri il trailer e il poster de Il maestro di violino
All’inizio per Laerte quello è solo un logorante lavoro, non scelto, non desiderato, un peso; per uno che si è sempre cibato di musica, l’ha idolatrata, ne ha fatto motivo di vita, fare l’insegnante in un luogo in cui gli strumenti non sono all’altezza e l’ambiente è ostile è semplicemente qualcosa che permette di sopravvivere. A poco a poco però questa diventa una sorta di missione, e la musica diventa arma per salvare e salvarsi. La sua classe grazie a quegli strumenti inizia a capire che l’arte è terapeutica, mentre si suona ci si sente meglio, al sicuro, anche se per pochi istanti, il tempo di una sonata – elemento fondamentale all’interno del film che si esplica in una scelta musicale molto vasta, dal rap alla classica -, il mondo viene meno e ciò che resta sono le note. Ogni studente si fa suono per diventare insieme agli altri melodia, una melodia che sconfigge il male, sia in senso lato (dolore, sofferenza) sia reale. Il maestro di violino pone al centro la forza della musica, infatti alla base della pellicola ci sono le storie vere di molti studenti dell’Istituto Baccarelli, uno dei progetti di inclusione sociale di maggior successo nel paese, che si occupa di salvare i ragazzi dalla strada.
Laerte, attraverso la musica, stringe un rapporto di complicità e stima con i suoi studenti, grazie ai suoi metodi anticonvenzionali; lui insegna, loro imparano, ma fra l’uno e gli altri c’è uno scambio ancor più profondo che va al di là delle note e degli archetti: i ragazzi capiscono che c’è qualcosa per cui vale la pena di vivere e lui ritrova il piacere di suonare.
Il maestro di violino: Laerte e Samuel, uniti da un rapporto speciale
Laerte trova in Samuel, il suo alter ego, ma mentre il primo, da ragazzino, aveva avuto la possibilità di studiare, il secondo invece vive in un mondo in cui l’importante è sopravvivere. Samuel e i suoi compagni non sanno leggere gli spartiti, non conoscono la musica eppure suonano, e infatti Laerte deve fare un lavoro profondo, di costruzione dalle fondamenta. Mentre per gli altri è semplicemente un andare a tempo con risultati più o meno buoni, con Samuel è diverso, lui ha talento, è determinato e disciplinato, è speciale. Il maestro di violino lo prende sotto la sua ala protettrice, e, anche se si trova in mezzo alla brutale realtà della favela (ad un certo punto è costretto a suonare al matrimonio di un malavitoso), fa di tutto per aiutare quel ragazzo. Tutto sembra andare nel verso giusto ma l’equilibrio viene meno nel momento in cui Laerte scopre che l’orchestra sinfonica fa nuove audizioni. L’uomo vive di contraddizioni e di dubbi, e se da una parte vuole con tutto se stesso suonare con quell’Orchestra dall’altra, nonostante all’inizio sia capitato in quella scuola non per salvare il mondo ma semplicemente per sbarcare il lunario, ora quei ragazzi gli stanno a cuore.
Samuel si fida di Laerte, abbandona la sua famiglia credendo nel sogno di una vita fatta di e per la musica, studia il suo strumento perché così i suoi giorni potrebbero essere più felici, ed è per questo che il sentirsi abbandonato dal suo Maestro è per lui un grande dolore e una grande delusione.
Il maestro di violino: un film che punta tutto sull’emozione
Il film di Machado percorre i classici stilemi delle pellicole cinematografiche di questo tipo: un uomo di grande talento, dopo aver fallito, insegna a dei giovani, il più delle volte provenienti da realtà disagiate e pericolose, tutto ciò che sa e allora c’è la rinascita per lui e per i suoi allievi.
Il punto di forza di un film come questo è sicuramente l’emozione – aumentata dal fatto che i giovani non sono sempre attori professionisti ma spesso sono presi dalle comunità -, lo spettatore si può immedesimare in Laerte; in un modo o nell’altro chi guarda ha o ha avuto una passione per cui vuole o avrebbe voluto vivere. Ci si può riconoscere nella sua paura di cadere, infatti Il maestro di violino è la storia di un musicista che si è preparato per tanti anni ma nel momento dell'”incontro” fallisce, non regge la tensione. Ci si può rivedere anche nello spaesamento di quei ragazzi, da sempre cittadini “di serie B”, quasi per una legge naturale costretti a delinquere, che devono imparare un linguaggio nuovo, un codice a loro estraneo e cambiare totalmente la loro vita. Si soffre quando il male ingloba anche chi non se lo merita, quando le lacrime rigano i volti di chi non dovrebbe piangere, e poi ci si commuove nel vedere che la musica diventa elemento di catarsi e di coesione utile a sopravvivere e ad arrivare dove non si credeva possibile.
Il maestro di violino è un’opera che, se fa il suo lavoro dal punto di vista emotivo, mostra più di qualche fragilità nella struttura: da una parte il già visto (la musica come unica possibilità, il maestro come guru e come salvatore), dall’altra qualche scelta narrativa che fa affondare la pellicola in un dramma talvolta eccessivo.
Il maestro di violino è in uscita nelle sale il 30 agosto 2018 con Academy Two.