Il Regno: recensione del film con Stefano Fresi e Max Tortora
Prodotta da Fandango, l’opera prima di Francesco Fanuele racconta di un tragicomico medioevo e della sottomissione di un uomo alle megalomanie del potere.
Poteva esordire anche lui dietro la macchina da presa con un non troppo pretenzioso “due camere e cucina” Francesco Fanuele. Invece no. Ha scelto di viaggiare nel tempo, acciuffare un medioevo ricostruito da una bizzarra comunità ai margini della Roma attuale e ficcarci dentro un sovrano pacioccone con la verve attoriale di Stefano Fresi, affiancato da un consigliere comicamente mefistofelico con le fattezze di Max Tortora. Anche il titolo farebbe pensare a qualcosa sui Testimoni di Geova, invece Il Regno si riferisce all’eredità ricevuta da Giacomo, una sorta di cooperativa agricola trasformata in un piccolo reame medioevale che rifiuta qualsiasi contatto con la modernità rimanendo da trent’anni isolato dal mondo. Come cambierà la vita per questo placido ex-conducente di autobus nei panni porporati di sovrano assoluto?
Alla sua opera prima, Fanuele ha scritto la sceneggiatura in tandem con Stefano Di Santi. Rispetto all’inaspettato viaggio nel tempo sembrerebbe di trovarsi, in prima battuta, dalle parti di Non ci resta che piangere, mentre il pensiero dell’autore ha ronzato più intorno all’Armata Brancaleone e a volerlo proprio incasellare, questo Regno potrebbe essere visto come una versione ludica e felicemente romanesca del cupo The Village di Shyamalan. Invece sganciamoci dai riferimenti, perché la coppia Fresi/Tortora dispensa buonumore dall’inizio alla fine.
Il Regno. Stefano Fresi e Max Tortora, la coppia ritrovata
Era da tanto che non lavoravano più insieme Fresi e Tortora. Conosciutisi in teatro diversi anni fa, quando il primo ancora faceva soltanto il compositore, con questa nuova commedia riservata al mercato online, i due costruiscono insieme delle gag irresistibili. In questo caso un regista con il giusto copione tra le mani non ha che da metterli in scena senza troppi orpelli inventivi due attori così, e la comicità non tarda ad arrivare. Il Giacomo di Fresi è sempre stato un perdente, un solitario che parla da solo in casa, ma ora accetta con ingenuità il ruolo ereditato dal padre. A dargli consiglio una spalla mica da poco. Tortora è l’avvocato Sanna invece, vecchio complice e vittima del padre di Giacomo, nonché astuto conoscitore di quel micromondo creato tre decenni prima. Il sarcasmo feroce nei suoi suggerimenti violenti e definitivi sono uno spasso perché non si capisce mai se sia più machiavellico o maccheronico. Il suo cattivismo è ammortizzato dal candore del protagonista, più travolto dagli eventi che reale padrone delle proprie decisioni. Tento che spesso e volentieri si scambiano i ruoli di spalla e comico, segno inequivocabile della ottima funzionalità in una coppia comica.
Tra di loro sbuca anche Silvia D’Amico. L’attrice di Non essere cattivo e The Place interpreta una ragazza che non ha mai visto la civiltà moderna. Si nasconde nel bosco rubacchiando la vecchia radio di Giacomo e colleziona oggetti provenienti dagli anni ottanta, appartenuti tutti a lui ragazzino. Per lei sono solo strani ninnoli, e il suo essere così sprovveduta fa molta tenerezza. Ma Fanuele e Di Santi, sono giovani penne che penseranno ai giusti colpi di scena.
Il Regno, la sorellastra e la sottile critica sociale
Ad affiancare il nuovo sovrano scopriamo anche la sconosciuta sorellastra di Giacomo. Ha il volto e il magnetismo di Fotinì Peluso, recentemente nel cast anche di Sotto il sole di Riccione. L’attrice ventenne veste il ruolo della sedicenne cresciuta a fianco di un potere assolutista. Sa bene come gestirlo e potrebbe essere molto vicina al fratello come consigliera, ma a volte le strade non sono sempre unite in famiglia. È proprio il potere a logorare chi non ce l’ha. Ma in fin dei conti, anche chi ce l’ha. Come lo utilizzerà Giacomo quando busseranno alle porte del Regno alcune persone poco fortunate e solo in cerca di un modo onesto di lavorare per vivere? Il baratto proclamato all’interno del Regno allora può anche cambiare direzione, così come le intenzioni dei nostri protagonisti.
Fanuele e Di Sante accarezzano sia il tema dell’accoglienza che quello dei risvolti morali inquinati dal potere. Dispotismo e chiusura allo straniero. Non calcano la mano, ovviamente, perché la loro piacevole tragicommedia vuole rimanere un prodotto di intrattenimento leggero e per tutti, ma vero è che un approfondimento anche solo millimetrico in questi due sentieri narrativi molto meno comodi sarebbe stata un’avventura autoriale per la quale i nostri due bravi esordienti sono ancora acerbi.
Il Regno è disponibile dal 26 giugno 2020 direttamente on demand su ITUNEs, Google Play, Chili, Sky PrimaFila, Rakuten TV, CGHV, Huawei, Infinity, TIMVISION e #iorestoinSALA.