Il sacro male: recensione dell’horror con Jeffrey Dean Morgan
Il sacro male è un horror prodotto da Sam Raimi e interpretato da Jeffrey Dean Morgan in sala dal 20 maggio 2021. Ecco la nostra recensione
Il sacro male è uno dei film che riporta in sala il pubblico dopo la seconda chiusura a causa della pandemia. Si tratta di una storia basata sul romanzo dell’orrore Shrine di James Herbert, fatta di atmosfere religiose e demoniache, con protagonista un giornalista in cerca di scoop e miracoli. Il nome di Sam Raimi, produttore del titolo horror, dovrebbe far ben sperare, purtroppo il film, diretto da Evan Spiliotopoulos, esordiente dietro la macchina da presa ma già sceneggiatore di La bella e la bestia del 2017 e Il cacciatore e la regina di ghiaccio, è una delusione su tutti i fronti.
Il sacro male: la trama
Un giornalista in cerca di notorietà si ritrova nella comunità di Benfield, richiamato da un contadino che pensa che la sua mucca sia stata marchiata a fuoco da satinasti, ma il segno in questione che dovrebbe dar vita ad uno scoop giornalistico, si rivela essere solo il simbolo dei Metallica. Nello stesso momento, il giornalista fa una scoperta: una inquietante bambola del raccolto che i contadini seppellivano nelle loro piantagioni per buon auspicio, datata 31 febbraio 1945, riemerge dalla terra. Sarà proprio il ritrovamento di quel feticcio a dar vita ad una serie di accadimenti sconvolgenti. Una serie di miracoli prodotti da una giovane guaritrice darà la possibilità al giornalista di fare il suo scoop, ma a quale prezzo?
Tra critica alle fake news, miracoli ed esorcismi, l’indecisione regna sovrana
C’è da dire che Il sacro male, a fronte di un un budget di soli 3 milioni di dollari, ha subito incassato tantissimo. Sarà la voglia di cinema e la grande attrattiva del genere horror sul grande pubblico, fatto sta che il titolo sta avendo successo al box office. Non c’è bisogno di arrivare alla fine della visione per capire che il film è una grande flop. Manca la tensione e la costruzione dei colpi di scena, ma soprattutto manca la precisione che l’impianto da thriller sovrannaturale pretende per appassionare fino alla fine della visione. Il film ha troppi elementi in gioco sviluppati superficialmente: la dicotomia bene e male in chiave religiosa, la dicotomia tra etica giornalistica e diffusione di fake news, un giornalista dal passato difficile in cerca di redenzione, un enigma da sciogliere e una giovane da salvare. Una trama fittissima che manda in frantumi un buon inizio, con un flashback in soggettiva, in cui assistiamo alla tumulazione di ragazza il cui volto viene richiuso in una maschera di ferro, poi successivamente impiccata e data alle fiamme. Un chiaro richiamo ad un celebre horror gotico italiano, La maschera di ferro di Mario Bava, con cui però ha davvero poco in comune.
La tensione è inesistente e alcune scene poco credibili
Nemmeno il demone da combattere riesce a spaventare fino in fondo a causa delle movenze e dei suoi abiti, abito umile dell’800 e mantello con tatto di cappuccio, che la avvicinano al mondo delle fiabe. La maggior parte dei jump scare de Il sacro male, moltissimi – forse troppi – seminati lungo l’intero arco narrativo, sono gigioni e fanno leva sul suono ad altissimo volume e su tagli di montaggio che mostrano la creatura demoniaca in primo piano. Trovate davvero banali. Inoltre alcune scene lasciano a desiderare proprio dal punto di vista registico, come quella in cui si verifica il miracolo di ragazzino paraplegico che ritorna a camminare, imbarazzante e davvero artefatta. A mancare è proprio la tensione e la credibilità in questo horror che ha solo un punto a favore, l’angelico faccino di Cricket Brown che al suo primo ruolo da protagonista convince. Jeffrey Dean Morgan, che tutti ricorderanno per gli iconici ruoli de Il Comico in Watchmen e di Negan nella serie tv The Walking Dead, torna ad interpretare un antieroe in cerca di redenzione senza spiccare.