Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – recensione del film

La recensione dello spin-off/prequel animato della trilogia tolkieniana diretto da Kenji Kamiyama. Nelle sale dal 1 gennaio 2025.

Chi ha letto o riletto più e più volte Il Signore degli Anelli, il romanzo high fantasy scritto a più riprese da J.R.R. Tolkien tra il 1937 e il 1949, per poi essere pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955, sa perfettamente quanto le cronache dell’immaginaria Terra di Mezzo, laddove queste sono ambientate, siano affollate di epiche battaglie ed eroi leggendari. Motivo per cui ce ne sono alcune meno conosciute e celebrate, poiché solamente accennate nelle pagine dell’opera letteraria e di conseguenza rimaste fuori anche dalle trasposizioni cinematografiche firmate da Peter Jackson. Il ché non rappresenta necessariamente una mancanza, bensì una preziosa fonte creativa dalla quale attingere per poter ancora proporre nuove espansioni di quello stesso universo narrativo ancora inedite da scoprire ed esplorare. Ed è infatti da una delle appendici, per la precisione la A: Annali dei Re e Governatori del Signore degli Anelli, sezione 2, “La casa di Eorl”, che ha preso forma e sostanza audiovisiva Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim, nelle sale dal 1 gennaio 2025 con Warner Bros. Pictures e con il quale il pubblico italiano potrà inaugurare il nuovo anno.      

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è incentrato sulla nascita del celebre Fosso di Helm e sulle gesta eroiche della principessa Héra

Il Signore degli Anelli- La Guerra dei Rohirrim cinematographe.it

Il film è incentrato sulla storia di Helm Mandimartello, il nono re di Rohan, l’ultimo della sua stirpe, nonché colui che ha dato il nome al Fosso di Helm, avamposto alla base dell’antica roccaforte di Hornburg, divenuta celebre sul grande schermo grazie al secondo capitolo dal titolo Le due torri. Una storia, quella narrata, che risale a 183 anni prima degli eventi della trilogia originale e che è di fatto un prequel/spin-off in cui viene rievoco il durissimo assedio che il sovrano e il suo popolo hanno dovuto subire per difendere il regno da Wulf, un comandante dei Dunlandiani in cerca di vendetta per la morte del padre, Freca. Un assedio che, ovviamente, si è combattuto presso la fortezza che da quel momento in poi sarebbe stata conosciuta come Fosso di Helm e che avrebbe avuto un ruolo chiave anche anni dopo, quando Saruman e i suoi orchi hanno provato a piegare la resistenza di Thoden. Nella suddetta appendice, oltre a Mandimartello, ci sono tutta una serie di figure ben delineate e altre invece poste in secondo piano, ma che sappiamo essere state centrali nel conflitto. Una di queste, che non viene tra l’altro mai nominata nel romanzo, è la figlia di Helm che il team di sceneggiatori della pellicola formato da Jeffrey Addiss, Will Matthews, Phoebe Gittins e Arty Papageorgiou, ha battezzato Héra. E sarà proprio lei la protagonista di Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim, una giovane e coraggiosissima principessa che trovandosi in una situazione sempre più disperata dovrà guidare la resistenza contro un nemico mortale intenzionato alla totale distruzione del suo popolo.

Il primo adattamento cinematografico in stile anime del romanzo di Tolkien

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Nasce da qui una vicenda che non si basa dunque sull’anello e non vive all’ombra di Sauron, ma che più di tutto viene raccontata attraverso un linguaggio diverso da quello utilizzato in precedenza. Questo nuovo capitolo della saga tolkieniana è infatti il primo adattamento cinematografico in stile anime del romanzo, affidato alle sapienti mani pluripremiato regista Kenji Kamiyama, già autore di Blade Runner: Black Lotus e Ghost in the Shell: Stand Alone Complex. Dalla stretta collaborazione tra il cineasta giapponese e l’ art director e produttrice della trilogia de Il Signore degli Anelli, Philippa Boyens, ha preso così vita un film che al contempo riporta il pubblico alla scoperta dell’epico mondo forgiato da Tolkien e che si adatta culturalmente agli anime. Un sodalizio, questo, che visivamente risulta efficace e che ben si sposa con l’immaginario della matrice, esprimendo il meglio di sé soprattutto nelle scene più dichiaratamente d’azione. Lo spettacolo e l’adrenalina offerti dalle battaglie sono sicuramente il punto di forza dell’operazione, con le battaglie che regalano alla platea le emozioni più forti. Sul fronte narrativo, la scrittura recupera lo spirito della matrice, dando più centralità ai personaggi femminili, a cominciare dalla protagonista che somiglia di più alle eroine dei film di Hayao Miyazaki come Nausicaä della Valle del vento, che a quelle dall’impronta classica come le Arwen e Eowyn della trilogia. Questa centralità è il motore portante di un film che può aprire nuove strade nella Terra di Mezzo.

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – valutazione e conclusione     

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim; cinematographe.it

L’art director e gli sceneggiatori de Il Signore degli Anelli attingono da un’appendice del celebre romanzo tolkieniano per dare forma e sostanza a un prequel/spin-off ambientato nella Terra di Mezzo 183 anni prima degli eventi narrati nella trilogia, che si concentra sulle gesta di un’eroina coraggiosa che vuole difendere il suo popola dalla totale distruzione.  Lo fanno con un adattamento che attinge alla culture degli anime e all’esperienza nel campo del regista giapponese Kenji Kamiyama. Il risultato è un lungometraggio che recupera lo spirito, il respiro e l’epica dell’universo creato dallo scrittore britannico, fondendolo con un linguaggio animato che offre visivamente il suo meglio nelle scene d’azione e nelle monumentali battaglie. Certo l’impatto e la spettacolarità dei capitoli in live action firmati da Peter Jackson sono lontani, tuttavia Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim riesce a garantire una fruizione emozionante e coinvolgente.    

Regia  - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5