Il sorpasso: recensione

Bruno Cortona (Vittorio Gassman) entra molto in fretta nel film e si lancia di corsa sulle vie deserte e lucenti di Roma, accompagnato dalla musica di Riz Ortolani, che dà una dimensione vibrante alle immagini sullo schermo, come la velocità del respiro nell’aria afosa. Guida una magnifica automobile, una Lancia Aurelia Sport, con la vernice di colore diverso su un fianco, segno di una riparazione non completata in carrozzeria e annotazione cheap sul curriculum dell’euforico guidatore.

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La Lancia Aurelia Sport

Cerca una tabaccheria aperta e un telefono nella città abbandonata da tutti nel giorno di Ferragosto. Giunto in un quartiere periferico si ferma a bere ad una fontana, vede alla finestra di un appartamento Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), uno studente rimasto in città per preparare un esame di diritto amministrativo. Gli chiede di fare una telefonata ma poi non trova i suoi amici e così, trovandosi entrambi soli, lo convince a seguirlo per trovare un posto dove mangiare insieme. Inizia così il viaggio del quarantenne romano cialtrone e simpatico e del timido studente, itinerario cult negli anni miracolosi del boom, tra realismo e parodia, satira e dramma, grottesco ed amaro, com’era la grande commedia all’italiana.

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Il nonno non è voluto venire?

Escono da Roma sulla Via del Mare, danno un passaggio ad un vecchio dopo avergli fatto fare un paio di inutili corsette, e imboccano l’Aurelia.

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Roberto – Non potrebbe buttarlo via? Non c’è più niente (del sigaro). Contadino – Questo mi dura fino a stasera. Ma sta macchina nun core?

Si dirigono verso Civitavecchia, andando prima nella casa di campagna degli zii di Roberto e poi a Castiglioncello. Parlano, si confidano, si fermano ad osservare una festa in campagna, vanno in un night, “Il Cormorano”, dove incontrano un cumenda e la sua comitiva e i teppisti della ‘600 che avevano superato poco prima con cui si azzuffano; bevono e Roberto si ubriaca, arrivano a casa della ex moglie di Bruno (Luciana Angiolillo) e sua figlia Lilli (Catherine Spaak), fidanzata con l’attempato industriale Bibì (Claudio Gora).

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Catherine Sppak e Vittorio Gassman

Passano la giornata successiva al mare. Roberto, inizialmente diffidente della strafottenza di Bruno, comincia a legarsi a quello spaccone cinico e spregiudicato che pare così saggio ed esperto della vita. Sta bene con lui, si diverte a correre e lo incita a sorpassare le altre automobili incurante dei divieti. Durante il viaggio di ritorno verso Roma, dopo un sorpasso azzardato l’auto finisce fuori strada e precipita dalla scogliera, Bruno si salva, ma Roberto perde la vita incastrato nell’auto.

Il sorpasso è un “classico”, uno di quei film di un’epoca passata che continuano a parlare al presente. Sicuramente il più famoso di Dino Risi, che ha conosciuto un successo strepitoso in Italia e all’estero, road movie esemplare, omaggiato da Dennis Hopper, che dichiarò di esservisi ispirato per Easy Rider, e da Wim Wenders in Nel corso del tempo, i cui protagonisti si chiamano proprio Bruno e Robert.

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Il suo amico è quello lì a testa in giù

Il successo del film è dovuto a tanti elementi, tutti ben combinati. L’occhio di Risi prima di tutto, che non perde mai di vista lo spirito del tempo intorno ai due protagonisti, come un incommensurabile ed irrazionale fondale ondeggiante in cui anche il ridicolo e il mostruoso giocano a sorpassarsi. La donna della prima trattoria che rivendica il giorno di chiusura come festa “Nun se magna! Pure noi c’avemo diritto a fa un giorno de vacanza, che ve credete?”; l’uomo seduto in salotto che mangia un panino e poi la mdp si allontana e si vede che è seduto all’interno di un camion di traslochi; i frigoriferi sparsi a terra, simboli del benessere su cui Bruno si lancia intravedendovi l’opportunità di un affare “compro l’incidente”, salvo poi recedere quando vede il morto sulla strada coperto da un lenzuolo; il realismo della scena del furto della valigia alla stazione degli autobus a Civitavecchia o la visita a casa di zio Michele, dove Bruno mostra a Roberto un album di famiglia completamente diverso da quello della sua memoria.

Roberto – E’ che ognuno di noi ha un ricordo sbagliato dell’infanzia.
Sai perché diciamo che quella è l’età più bella?
Perché in realtà non ce la ricordiamo più com’era.

Bruno – Lo sai qual è l’età più bella?
Te lo dico io qual è. E’ quella che uno c’ha.
Giorno per giorno, fino a quanno schiatti, capisci?

La festa campagnola, il twist al burino “Guarda quello, se sarà fatto otto ore de zappa”; l’incontro davanti al night club col cumenda e la sua biondissima moglie bolognese cui Bruno finisce avvinghiato dopo l’ennesimo twist.

Ullalà – dice la la donna colpita dalla sua virilità – Modestamente…” o nell’altra scena di ballo, quello sulla spiaggia sulle note di “Don’t play that song”, con l’alternarsi di primi piani sui volti dei bambini, e di nuovo il twist, mentre Bruno sfida al ping-pong Bibì, la lotta di classe l’avranno pure vinta i ricchi ma intanto si prende una rivincita da 50mila lire e sfotte il genero industriale. Lo sguardo di Risi segue e non abbandona mai la narrazione dell’Italia del miracolo, ne descrive tante situazioni, dal tenere a bada i cafoni da parte del cugino Alfredo, al divorzio di Bruno, con la figlia sedicenne che preferisce sistemarsi con un uomo più anziano del padre. Altro elemento vincente de  Il Sorpasso sono i dialoghi di Ettore Scola e Ruggero Maccari, esaltati dalla recitazione istrionica di Vittorio Gassman: “Non habemus cric. Desolatus”, dice rivolgendosi ai preti in panne sulla strada); la splendida fotografia in bianco e nero di Alfio Contini; le musiche di Riz Ortolani e le canzoni, di Edoardo Vianello e Peppino di Capri e Vecchio frac, di Domenico Modugno (Questo si che è forte, peccato che è un po’ in decadenza), che ascoltano in auto da un mangiadischi. Mangiadischi che è servito a Bruno per imparare “La sposa infedele” di Garcia Lorca (L’autocitazione: la so a memoria, ho messo il disco di Gassman da Terracina a Roma). La liberazione è nella fuga, nella velocità, ogni loro tentativo di approdo fallisce, dalla coppia di turiste inseguite fino al cimitero tedesco alla cameriera del ristorante di Civitavecchia, dalla campagna, dove Bruno avrebbe messo la firma per fermarsi e ne fugge dopo tre ore, all’incontro con la moglie che lo respinge o alla ragazza incontrata alla stazione da Roberto (Mila Stanic), non ne va bene una.

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Roberto e Bruno

Devono sempre risalire in macchina e ripartire ma è un viaggio senza meta, tutte le attese di felicità si consumano nell’abitacolo dell’Aurelia, le soste sono solo brevi parentesi di storie impossibili da sviluppare.

Il sorpasso è la storia di una sconfitta, una sequela di tonfi tenacemente inseguiti da Bruno, buffone temerario e generoso, che ogni volta tenta di superare le difficoltà rimettendo tutto in gioco verso una nuova tappa. Così facendo scuote e risveglia il timido Roberto che rigetta l’idea di mostro sedentario raffiguratagli dal cugino Alfredo con 1500 Fiat e bella moglie al fianco. Ha scelto di affrontare la vita da cui si teneva in disparte, vuole sfidarne i limiti. “I due giorni passati con te sono stati i più belli della mia vita”, dice a Bruno. Sono le sue ultime parole prima del sorpasso fatale. Al di là di tutto quanto si è detto sul romanzo realistico della vita e dell’anima italiana, del documento politico e sociologico, la botta di vita vera del vorticoso Ferragosto risiano, pure così brillante e sarcastico, è un film pienamente tragico e violento.

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L’ultimo sorpasso

Regia: Dino Risi; produzione: Mario Cecchi Gori; sceneggiatura: Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari; fotografia: Alfio Contini; montaggio: Maurizio Lucidi; scenografia e costumi: Ugo Pericoli; musica: Riz Ortolani. Interpreti: Vittorio Gassman (Bruno Cortona), Jean-Louis Trintignant (Roberto Mariani), Catherine Spaak (Lilli), Luciana Angiolillo (moglie di Bruno), Claudio Gora (Bibì), Luigi Zerbinati (cumenda), Linda Sini (zia Lidia), Corrado Olmi (Alfredo). Italia, 1962.

GIudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.2
Recitazione - 4.7
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.4

Voto Finale