Il talento del calabrone: recensione del film Amazon con Lorenzo Richelmy e Sergio Castellitto
Un'incredibile sorpresa, dal ritmo serrato e risvolti da scoprire. Il talento del calabrone sfrutta bene il soggetto per poi rivelare carte inaspettate. Un'esclusiva Amazon Prime Video.
Il primo lungometraggio di Giacomo Cimini, che era previsto per il 5 Marzo di quest’anno, trova un punto di appoggio e si ripresenta sulla piattaforma Amazon Prime Video. A partire dal 18 Novembre, si potrà godere di un thriller equilibrato e forte di interpretazioni da segnalare. Il soggetto di Lorenzo Collalti (anche co-sceneggiatore assieme allo stesso Cimini) imposta una rotta calibrata: facciamo la conoscenza di Dj Steph (Lorenzo Richelmy), uno speaker di successo su Radio 105 che conduce un programma di nome Big Time. Il suo palcoscenico verrà messo a repentaglio da una chiamata misteriosa; l’ascoltatore che interviene per scombinare le sorti della serata, all’interno del programma, è Il Calabrone (Sergio Castellitto). Il suo scopo è quello di rimanere in contatto diretto con Steph, pena l’esplosione di un ordigno esplosivo devastante nel centro di Milano. Il Calabrone si rivelerà essere un terrorista, dai toni irascibili e con tanto odio da riversare a chi gli presterà ascolto.
Il talento del calabrone, un film difficile da descrivere, un progetto tenuto sotto chiave
C’è il bisogno di visualizzare un grande disegno, un meccanismo messo in funzione che nasconde le carte vincenti, utilizzate per svelare dei risvolti imprevedibili. Il Talento del Calabrone è ben consapevole di cosa vuole esporre, e già in partenza riflette sulla conduzione di una trama avvolta nel mistero. La sceneggiatura cerca di aprirsi a ventaglio, di porre al centro della nostra attenzione i due protagonisti Lorenzo Richelmy e Sergio Castellitto nel ruolo di disturbatore, di un calcolatore che ha preparato un piano per mettere sotto scacco un’intera trasmissione. Poi le figure principali vengono messe in sospeso, per inserire una personalità femminile forte, sicura delle azioni che andrà a compiere: Anna Foglietta, nei panni della tenente colonnello Rosa Amedei, ci consegna una prova misurata, che supporta al meglio delle sue capacità due interpreti perfettamente inquadrati.
Si tratta di un racconto che procede per passaggi studiati, dove ogni reazione può determinare un cambio netto di scenario. La tensione si fa sempre più percepibile, in un contesto urbano soffocato dall’ira di un uomo spento, affranto e affogato nei suoi stessi pensieri. Castellitto è padrone di un mondo estremamente confinato – l’abitacolo di un veicolo – e si affida al suo carisma per travolgere, proprio come un uragano, tutte le altre pedine che hanno deciso di partecipare al suo gioco. Un talento, come da titolo, che ha bisogno di essere compreso, di trovare un suo pubblico. Le intenzioni che muovono i personaggi sono la chiave di volta di un film serrato, che non può e non deve concederci un momento di respiro.
Ottima la gestione degli spazi e l’uso di una fotografia abbagliante, in contrasto con il profilo dei personaggi
Le luci al neon di Maurizio Calvesi, direttore della fotografia incaricato di perfezionare la visione di Cimini, fungono da diversivo e giocano con la moralità dei protagonisti. I colori primari del rosso e il blu si vogliono attenere alle regole imposte dal Calabrone, ad una partita condotta con assoluto controllo e grande padronanza dei mezzi di comunicazione. I contorni distorti vengono accentuati da una città di Milano vista di sera, che non guarda in faccia a eroi dichiarati e peccatori intenti a percorrere un calvario da raccontare a milioni di italiani in ascolto. Il film si lascia guidare dalle scelte musicali dell’antagonista, da brani accuratamente selezionati ed eseguiti da grandi maestri del 1700, tra cui Ludwig Van Beethoven.
Tutti i reparti, dentro e fuori dal quadro cinematografico, aspettano dei segnali da parte di Castellitto. Si pende dalle sue labbra, in attesa di un background più approfondito e delle rivelazioni che mettano in evidenza la sua natura furiosa e anarchica. È una lotta ad armi pari fra Dj Steph – Richelmy si conferma un ottimo protagonista – e un pericolo pubblico che vaga senza meta tra le strade di una grande città, che non ha più nulla da perdere. Due facce di una medaglia usurata, due personalità che hanno bisogno di confrontarsi per scavare più profondamente nelle loro coscienze. Il Talento del Calabrone è un thriller intelligente, capace di definire una premessa promettente per poi mutare forma e interessarsi a particolari – da scovare esclusivamente nei volti degli attori principali – che possono rivoluzionare completamente il suo assetto narrativo.