Il Tempo delle Api: recensione del docufilm di Rossella Anitori e Darel Di Gregorio
Un nuovo metodo sperimentale mette a dura prova l'amicizia di due giovani apicoltori.
Il Tempo delle Api è un docufilm realizzato da Rossella Anitori e Darel Di Gregorio. Con il debutto in anteprima a Cinemambiente, festival torinese giunto alla sua ventesima edizione e svoltosi quest’anno a Giugno, il primo lungometraggio della regista è stato di recente presentato a Roma nell’ambito della decima edizione del Visioni Fuori Raccordo – festival dedicato ai documentari italiani e internazionali.
Il Tempo delle Api: un docufilm che racconta l’amicizia e gli incidenti di percorso che portano alla mutazione dei rapporti umani
Rossella Anitori firma il suo primo lungometraggio dopo gli apprezzati Pomodoro nero, documentario vincitore del Premio Visioni Doc della Cineteca di Bologna nel 2015 e My little Dhaka vincitore del Premio Lenovo al Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina di quest’anno.
Con Il tempo delle Api la regista descrive con estremo realismo la storia di una comunità, in particolare segue le vicende di due giovani apicoltori, Mauro e Valerio, che in un piccolo casale di campagna iniziano ad allevare le api secondo un metodo sperimentare e meno invasivo. I due sono convinti della immensa capacità di adattamento delle api e credono di poterle allevare senza indurle con la forza e senza l’ausilio di trattamenti chimici. Inizia quindi un percorso in salita che culmina con il mutamento di un rapporto d’amicizia cresciuto col tempo grazie al medesimo obiettivo. Le prime difficoltà portano i due giovani a mettere in dubbio non solo il loro progetto comune, ma anche la loro stessa amicizia.
La particolarità di questo progetto è certamente la tangibilità di racconto: non ci sono attori e non c’è finzione. I due registi si limitano, per certi versi, a documentare il lavoro di Mauro e Valerio e la loro quotidianità nella comune in cui vivono: molto interessante è, da questo punto di vista, la costruzione delle casette per le api o la visione in dettaglio del lavoro dei due ragazzi. La macchina da presa, come un’ape che svolazza e si insinua tra le foglie, segue da vicino i protagonisti di questa storia. È come se ci fossimo dentro noi stessi. La fotografia del film, priva di alcun filtro, è appunto il nostro occhio che guarda ad un passo da noi ciò che accade.
Ma la storia di un rapporto umano che cambia viaggia di pari passo con il racconto di un progetto. Il metodo di apicoltura alternativa e sperimentale portato avanti da Mauro e Valerio descrive con semplicità e autenticità la voglia di disfarsi di espedienti distruttivi per l’ambiente e gli animali. È la voglia di armonizzarsi con la natura stessa e quindi vivere nella maniera più genuina possibile, in questo particolare caso, lasciando che le api vivano e crescano autonomamente. Una dichiarazione d’amore al mondo che ci circonda.
Torniamo quindi, naturalmente, al quotidiano di Valerio e Mauro e alla loro vita in comunità fatta di giornate a stretto contatto con l’intimità familiare e priva di contaminazioni metropolitane. Un racconto sentito e vero e che riesce a fare a meno di inutili abbellimenti tecnici.
Il trailer de Il Tempo delle Api