Il tuo natale o il mio?: recensione del film natalizio con Asa Butterfield
Il film natalizio distribuito globalmente su Prime Video, diretto da Jim O’Hanlon e scritto da Tom Parry non offre nulla di entusiasmante...
Distribuito il 2 dicembre su Prime Video, Il tuo natale o il mio?, film natalizio diretto da Jim O’Hanlon, noto regista televisivo irlandese e scritto da Tom Parry, non è altro che l’ennesimo titolo natalizio di produzione inglese dall’impianto televisivo standard se non addirittura di scarso livello, sia narrativamente (in termini di scrittura) che filmicamente (in termini di regia) parlando.
Il tuo natale o il mio?: la trama
James Hughes (Asa Butterfield) e Hayley Taylor (Cora Kirk) sono due giovani fidanzati, entrambi studenti di una prestigiosa accademia di recitazione a Londra. Le festività natalizie stanno cominciando, così James e Hayley si salutano alla stazione dei treni con molte promesse e altrettanti baci, intraprendendo il lungo viaggio verso casa, per ricongiungersi con le rispettive famiglie, o almeno, così credono.
Infatti, avendo preso la stessa romantica decisione contemporaneamente, i due salgono sul treno opposto, lui su quello di lei e lei su quello di lui, convinti di trascorrere da lì a poche ore, il loro primo natale insieme, non sapendo di ritrovarsi soli dinanzi ad una famiglia sconosciuta, così come dinanzi a moltissime verità celate, capaci di incrinare o addirittura distruggere una relazione apparentemente perfetta.
Niente di nuovo
Che cosa distingue Il tuo natale o il mio? dall’intero panorama di cinema natalizio proposto dai palinsesti televisivi generalisti nel corso delle festività natalizie? La risposta più accurata a questa domanda è: assolutamente niente. Ecco perché.
Il film di Jim O’Hanlon, partendo da uno spunto narrativo già scarso di suo, ossia l’equivoco e la goffaggine di una situazione piuttosto infantile e dettata da uno spirito fin troppo adolescenziale, ossia quella dello scambio di treni all’ultimo momento, motivato da una consapevolezza improvvisa dell’amore decisamente sciocca, nonostante i due protagonisti abbiano superato (e da un po’) quella fase, non poteva che risultare pigro e scarso anche sotto il punto di vista registico e tecnico, considerata la pressoché totale mancanza di attrattiva nei confronti della sequenza del viaggio o dell’addio, generalmente interessanti e colme di spunti registici, qui assenti.
Infatti Il tuo natale o il mio?, adagiandosi su dei ritmi narrativi incespicanti e inutilmente prolissi, che vorrebbero raccontare tanto il presente quanto il passato di questi due giovani individui innamoratissimi ma con differenti ombre e non detti, celati tra silenzi e sorrisi, non riesce a studiarne realmente (come invece dovrebbe accadere) nemmeno l’estetica, mettendo dunque totalmente da parte personalità e psicologia, due elementi essenziali all’interno di questo cinema, capaci di garantire quel livello minimo di empatia ed emozione tali da permettere il rispecchiarsi del pubblico, nei personaggi che sta osservando.
L’errore più probabilmente importante e difficilmente perdonabile è proprio la scarsa cura riposta nei personaggi, tanto quelli primari, quanto quelli secondari tra i quali figurano genitori buffi e genitori scontrosi, zie eccitate alla ricerca costante di sesso, nonni ormai in preda alle follie di un’anzianità burbera, violenta e sarcastica e animali da compagnia capaci dei migliori tranelli. Ciò che sulla carta sarebbe potuto apparire ottimo, considerato il canovaccio ormai abusato del cinema natalizio per famiglie, comprendente sempre le stesse figure, così come le stesse situazioni, si rivela nella pratica e dunque nel prodotto finito, qualcosa di realmente troppo convenzionale, banale, ripetitivo e noioso.
Elementi cardine della cinematografia britannica e convenzionalità narrative
Se da una parte Jim O’Hanlon e Tom Parry sembrano voler riflettere intelligentemente sul conflitto tra classi sociali (traccia fondamentale della cinematografia inglese) mettendo a confronto due situazioni completamente differenti, ossia quella vissuta da James, erede di una famiglia nobile, e quella vissuta da Hayley, appartenente ad una famiglia della piccola borghesia (o almeno così vorrebbe apparire), è invece nel racconto mai realmente approfondito sul dolore vissuto dalla famiglia di James e dunque l’elaborazione del lutto e la frammentazione del nucleo familiare che scrittura e regia confermano ancora una volta di non essere affatto all’altezza di una traccia che in altre mani sarebbe stata senz’altro maggiormente approfondita e interessata.
Il tuo natale o il mio? è in definitiva un modello di cinema natalizio impigrito dalla convenzionalità e dalla consapevolezza profonda di non aver nulla di particolarmente emotivo e ironico o drammatico da offrire al pubblico, dunque capace di procedere sì, ma incespicando senza sosta, privo di coraggio e di attenzione soprattutto rispetto al lavoro degli interpreti (che svaniscono pur essendo al centro dell’inquadratura), così come della scenografia (in qualche caso anche interessante e capace di raccontare non detti e verità nascoste) e del messaggio di fondo cui il cinema natalizio per famiglie ha sempre prestato una grande attenzione.
Qui manca tutto, non c’è spinta autoriale, non c’è tematica e non c’è coraggio. Un film natalizio privato della sua anima che non vale la pena di essere visto.