Il Tuttofare: recensione
Un grande Sergio Castellitto nella tipica commedia all'italiana, che diverte senza bisogno di ricorrere ad espedienti demenziali)
Il Tuttofare è una commedia all’italiana che parla di dinamiche tipicamente italiane in cui i protagonisti, molto italiani, si ritrovano, volenti o nolenti, invischiati. La pellicola d’esordio di Valerio Attanasio porta in scena un Sergio Castellitto in formissima affiancato da un giovanissimo ma promettente Guglielmo Poggi (Smetto quando voglio, Il nostro ultimo).
Sergio Castellitto è Salvatore Bellastella, detto ‘Toti’, avvocato di grido, re del foro romano, capace di togliere le castagne dal fuoco a tutta l’Italia da bene, da politici a figli di mafiosi. Poggi invece è Antonio Bonocore, personificazione del giovane italiano precario, incastrato in un sistema sociale e politico che non gli permette di costruirsi una vita decente, praticante (schiavo) nello studio dell’avvocato Bellastella, sogna di riuscire un giorno ad ottenere un contratto, il tutto a 300 euro al mese.
Il Tuttofare – ritorno alla commedia classica
Il Tuttofare è un film che vanta un attacco molto spumeggiante, a cui segue una prima parte molto interessante e dal ritmo incalzante, dominata letteralmente dall’interpretazione di Castellitto, che sorregge tutta la baracca.
Sono ormai rare le commedie italiane di questo tipo, che strizzano l’occhio a una struttura classica, in cui lo sfortunato protagonista si ritrova in un circolo vizioso di accadimenti grottescamente comici che lo porteranno alla disfatta più totale. La sceneggiatura è costruita su una base abbastanza solida, i dialoghi sono brillanti e incalzanti e quello che maggiormente si apprezza in questo tipo di commedie è che non vi è necessità di ricorrere a nessun espediente demenzial/sessuale per suscitare la risata nello spettatore. E si arriva perfino a riflettere dopo aver visto un film di questo tipo! Tutta la comicità, la teatralità e l’estremizzazione dei personaggi e delle situazioni (che purtroppo non è mai irrealistica) sono volte a dipingere con pennellate molto nitide e irriverenti il nostro Bel Paese, la condizione a cui i giovani sono costretti a sottostare e lo stato in cui versa la Cosa Pubblica, qui personificata nella figura dell’avvocato Bellaspina.
Il Tuttofare – Grandi interpretazione e una regia che cerca di distinguersi
Così come la prima parte de Il Tuttofare è divertente e quasi impeccabile, la seconda purtroppo perde il ritmo e le situazioni si fanno sempre più grottesche, quasi eccessive. La perdita di tono probabilmente è dovuta anche al fatto che il ruolo di Castellitto passa leggermente in secondo piano e senza la sua interpretazione il giovane Poggi, seppur bravo, non riesce ovviamente ad avere una presenza scenica paragonabile a quella di Castellitto.
Molto apprezzabile il tentativo di Valerio Attanasio che, al suo primo lungometraggio, cerca di distinguersi dal punto di vista registico. Non capita spesso di vedere una commedia italiana in cui il protagonista rompe la quarta parete. Questo rivolgersi direttamente agli spettatori rende le scene introduttive molto leggere e naturali, a tratti anche divertenti in quanto la gestualità del protagonista, che sembra parlare direttamente e solo a chi guarda, accompagna perfettamente il tono della sceneggiatura che è sempre estremamente ironico e a tratti sarcastico.
Si apprezza quindi la volontà di denuncia che sta alla base del soggetto di questa pellicola così come la scelta di un’esecuzione leggera ma ben orchestrata, che ne fa un prodotto assolutamente godibile ma anche di un certo spessore.
Il Tuttofare, che vede nel cast anche Elena Sofia Ricci e Clara Alonso, è in uscita nelle sale italiane a partire dal 19 aprile con VISION Distribution.