Impressionisti Segreti: recensione del film di Daniele Pini
Arriva sul grande schermo il docu-film che rivela cinquanta inediti capolavori del movimento che ha rivoluzionato la storia dell’arte moderna.
Tra via del Plebiscito e via del Corso, al civico 5 di Piazza Venezia in Roma, sorge Palazzo Bonaparte, un’antica e preziosa residenza seicentesca alla quale i romani e i turisti provenienti dalle varie latitudini di passaggio nella città eterna non hanno mai potuto accedere in quanto proprietà privata. L’edificio è una delle opere più importanti dell’architetto Giovanni Antonio De Rossi, che vi lavorò dal 1657 al 1677 su incarico dei marchesi Giuseppe e Benedetto d’Aste. Nei decenni la proprietà è stata rilevata in più occasioni, passando nelle mani di diverse famiglie aristocratiche, tra cui quella di Maria Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, che vi dimorò dal 1818 fino alla sua morte avvenuta nel 1836, per poi diventare dal 1972 parte del patrimonio immobiliare dell’Assitalia. Nel 2017 è stato oggetto di un minuzioso intervento di restauro e riqualificazione degli ambienti interni e delle facciate esterne che ha portato all’apertura al pubblico nel luglio del 2019. Ora finalmente quel luogo è diventato di tutti e per tutti, prestandosi a meraviglioso e suggestivo spazio espositivo dove sono state allestite e continueranno ad essere allestite imperdibili mostre di generi e provenienze differenti.
Tra queste figura quella dedicata agli Impressionisti Segreti, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia, che sino all’8 marzo proporrà ai visitatori l’occasione più unica che rara per potere entrare in contatto con oltre 50 opere di artisti tra cui Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Morisot, Gonzalès, Gauguin, Signac, Van Rysselberghe e Cross. Tesori nascosti al più vasto pubblico, questi, provenienti da collezioni private raramente accessibili e concessi eccezionalmente per questa mostra che ha trovato ospitalità nella prestigiosa e mai svelata cornice in uno dei gioielli più segreti e meglio conservati della Capitale.
Impressionisti Segreti: capolavori pittorici mai esposti e topografie nel film di Daniele Pini
Insomma, i fortunati che avranno modo di visitarla finiranno con il prendere due piccioni con una fava, ammirando al contempo le bellezze di capolavori pittorici mai esposti in precedenza e quelle delle topografie dell’incantevole ambientazione che li ha accolti. Non tutti però hanno avuto o avranno la possibilità di godere di questa duplice occasione. Ed è a loro, ma anche a chi vuole rivivere le emozioni provate dal vivo, che il regista Daniele Pini ha pensato nel momento in cui ha deciso di realizzare il documentario omonimo in arrivo nelle sale nostrane con Nexo Digital nella tre giorni evento dal 10 al 12 febbraio.
Impressionisti Segreti: un viaggio immersivo all’interno dell’intimità degli impressionisti e dei loro quadri
Prodotto da Ballandi e dalla stessa casa di distribuzione milanese, Impressionisti segreti è un viaggio immersivo all’interno dell’intimità degli impressionisti e dei loro quadri che si propone di offrire una visita “privilegiata” che stimoli la curiosità degli spettatori e regali loro una prospettiva sulle opere complementare all’esperienza dal vivo, permettendo di immergersi nel lavoro dei pittori e coglierne dettagli inediti. Le due curatrici della mostra Claire Durand-Ruel (storica dell’arte esperta di Camille Pissarro e pro-nipote del celebre mercante d’arte Paul Durand-Ruel) e Marianne Mathieu (esperta di Berthe Morisot e direttrice scientifica delle collezioni del Musée Marmottan Monet di Parigi) accompagneranno gli spettatori in un percorso articolato, dove immagini di ampio respiro troveranno il loro contrappunto ideale nelle analisi compiute da esperti, storici, artisti e altre figure legate al mondo della pittura moderna e della cultura visuale. Infatti, attraverso un approfondimento, che è anche una confessione intima, verranno evocati i caratteri più riservati e meno noti degli impressionisti, anche grazie agli interventi di esperti come gli storici dell’arte Alain Tapié e Sergio Gaddi, la scrittrice e saggista Melania Mazzucco, il fotografo e regista Fabio Lovino, l’artista Giuliano Giuman e il collezionista Scott Black. Un coro greco, il loro, che consente al fruitore di trovare nuove chiavi di lettura e di concentrare l’attenzione su interessanti aspetti biografici, storici e tecnici che vi sono dietro le singole opere.
Impressionisti Segreti: un passepartout audiovisivo che supplisce in parte alla visita in prima persona
Così come Leonardo. Le opere, il docu-film che indaga le opere pittoriche dell’artista di Vinci firmato da Phil Grabsky, anche nel caso di Impressionisti segreti sono le tele le protagoniste assolute della pellicola. Osservate a un palmo di naso grazie a una macchina da presa che scivola sulle superfici pittoriche sino a rivelare dettagli chiave di ciascun quadro, il film si pone come un passepartout audiovisivo che supplisce in parte alla visita in prima persona. Le emozioni provate dunque non potranno essere giocoforza le stesse in quanto il grande schermo può di fatto restituirne sola una minima dose. Quanta basta però a percepirne il valore e l’intensità. Non aspettatevi dunque ricostruzioni di fiction realistiche, astratte o concettuali come quelle apparse in Io, Leonardo, Frida. Viva la vida o Caravaggio. L’anima e il sangue, poiché qui è la componente esperenziale legata alla mostra e il carattere didattico-informativo che ne deriva a vestire il ruolo principale. Da questo punto di vista, la pellicola assolve al compito designato ed è così che va approcciata e fruita.