In Arte Nino: recensione del film TV con Elio Germano
In Arte Nino è un film diretto da Luca Manfredi ed interpretato da Elio Germano, Miriam Leone, Stefano Fresi, Duccio Camerini, Anna Ferruzzo, Leo Gullotta
In Arte Nino è un film diretto da Luca Manfredi ed interpretato da Elio Germano, Miriam Leone, Stefano Fresi, Duccio Camerini, Anna Ferruzzo, Leo Gullotta, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller. Il film narra degli esordi di Nino Manfredi, attore, cantante e regista ciociaro, che tra il 1939 e il 1959 ebbe una crescita, attoriale e non solo, molto complessa e sofferta, a partire dalla malattia, poi la convivenza col regime fascista, l’allontanamento dal padre, il completamento del suo percorso di studi in legge, fino all’incontro con Erminia Ferrari.
Il film traghetta lo spettatore a fine anni ’40, in cui Saturnino Manfredi è un ragazzo vivace, esplosivo e con un senso dell’ironia onnipresente, anche quando si ammala di tubercolosi e viene ricoverato nel sanatorio. In quel luogo così avverso al suo animo comincia a strimpellare, a limare le sue doti d’attore, contraddistinto da una mimica naturale molto precisa; unico compagno è proprio il suono del banjo, l’unico svago dalla malattia che lentamente gli porta via tutti gli amici conosciuti in ospedale.
Una volta rimesso in sesto viene costretto dal padre a studiare legge, mentre lui, parallelamente, entra all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, in cui apprende tutto del teatro, studiando Shakespeare, Goldoni e cominciando a fare tanti provini e a vivere di quel poco che la vita da attore gli permette di fare. Per ovviare alla sua povertà si impiega come cameriere, come autista, fino a fare piccole comparse nei teatri. E poi ancora Cinecittà, tanti provini senza alcuna risposta, l’incontro con Erminia Ferrari e infine l’incredibile successo con Canzonissima che lo porta ad essere sempre più celebre, un attore affermato, fino a divenire il punto di riferimento della commedia all’italiana.
In Arte Nino è un bio-pic sulla giovinezza di Nino Manfredi che non convince a causa di una narrazione che si smarrisce
In Arte Nino è una pellicola che si regge totalmente sulla capacità di Elio Germano di rendere vivido e reale il ricordo, l’immagine e lo spirito di un attore indimenticabile, iconico e monumentale, quale è e sarà sempre Nino Manfredi. Ma è difficile non cogliere le falle di una pellicola che narra, in un arco di tempo lungo vent’anni, di un uomo senza realmente approfondirne alcuni aspetti di vita, dal rapporto sofferto col padre, al rapporto identico con il teatro, al cinema, ad Erminia; non si dà spazio a tutto ciò che lega Manfredi alla sua arte, ai dissidi interiori, lasciando che resti solo un aspetto marginale, forse una scelta intenzionale.
Tutto gioca sulla sua ironia sprezzante, sulle sue mimiche ineguagliabili, anche il rapporto con sua moglie è raffazzonato, talmente breve da non permettere di potersi davvero percepire. Ma Miriam Leone riesce comunque a carpire l’attenzione, a non lasciarsi adombrare da una figura così carismatica, portando avanti una interpretazione pulita, senza troppe sovrastrutture. La narrazione è lineare, scorrevole ma non riesce a rendere giustizia alla storia di Saturnino, in arte Nino, che è resa essenziale e paradigmatica grazie al talento di Elio Germano di personificare anche l’ombra dell’attore ciociaro, cogliendone le fragilità, le espressioni, il gergo, le movenze, con una mimica meravigliosa, commovente, che sicuramente riempirà il cuore degli appassionati e di chi è cresciuto con la voce e il volto di Nino Manfredi.
In Arte Nino è una pellicola che si regge totalmente sul talento di Elio Germano
Ma un attore non può portare sulle proprie spalle la credibilità e la resa estetica di una pellicola che ha molti punti oscuri, da una fotografia leziosa, quasi patinata, in cui non esistono chiaroscuri, che non dà molto risalto ai toni, fino a perdersi in una sceneggiatura poco espansiva, che rilegge in chiave umorista ma poco profonda la vita di un uomo oceanico, che somiglia tanto all’uomo che Elio Germano ha saputo ricreare, ma che dice poco della vita che è andato ad attraversare. Un particolare positivo sono le musiche di Nicola Piovani, che descrivono con leggerezza le melodie e le timbriche di un uomo spontaneo e genuino. In Arte Nino è un modesto bio-pic sulla giovinezza di Manfredi, quello che poi sarebbe diventato un mostro sacro del cinema italiano, che pone l’accento su una parte di vita dell’attore intima, poco popolare ma che non è riuscita ad esporsi in toto, a causa di una narrazione che si smarrisce, come lo schizzo di un dipinto incompleto.