In Darkness – Nell’oscurità: recensione del film con Natalie Dormer
Su Sky Cinema On Demand è disponibile il thriller In Darkness - Nell'oscurità, il film scritto e interpretato dall'ex star de Il Trono di Spade.
È andato in onda su Sky Cinema In Darkness – Nell’oscurità, il film diretto da Anthony Byrne scritto insieme a Natalie Dormer. Uscito nel 2018 nelle sale americane, il film si presenta come un thriller dai risvolti socio-politici. Dalla cecità della protagonista, interpretata dalla Dormer, si passa alla guerra in Bosnia ed Erzegovina negli anni ’90; o meglio ai suoi rivolti sul presente dei personaggi. In Darkness – Nell’oscurità sembra essere un ibrido dalle mille tematiche, delle quali soltanto alcune vengono affrontate nella loro totalità. La scrittura si perde in dettagli e lunghe digressioni che portano ad un rallentamento soporifero della narrazione.
Il minutaggio, di poco più di novanta minuti, sembra protrarsi per un tempo molto più lungo. Una percezione, questa, dipesa dalla concentrazione inziale che si è data alla vita della Sofia interpretata da Natalie Dormer, senza mai portare davvero il thriller fuori dalle mura domestiche. Non solo, In Darkness – Nell’oscurità presenta anche diversi buchi di trama, nonché scene senza un vero collegamento con la trama. Anthony Byrne vuole aprirsi ad una struttura da action-thriller alla Atomica Bionda, senza però mai riuscirci.
In Darkness – Nell’oscurità: i segreti celati nel passato
In Darkness – Nell’oscurità ci porta nella vita di Sofia (Natalie Dormer), una pianista cieca che conduce una vita tranquilla tra casa e lavoro. Tra le difficoltà per la sua condizione e le eccezionali doti musicali, la donna sembra celare un passato burrascoso. Gli incubi ci portano indietro nel tempo, ad un avvenimento che sembra averla condizionata nel profondo. Tutto cambia quando, dopo una colluttazione nel suo appartamento, la vicina di casa Veronique (Emily Ratajkowski) sembra togliersi la vita. Il padre della ragazza, il Zoran Radic intepretato da Jan Bijvoet, è infatti un famoso uomo d’affari serbo accusato di essere un criminale di guerra. Sofia incrocia così la strada del misterioso Marc Gordon (Ed Skrein) e di sua sorella Alexandra (Joely Richardson), a capo della società in affari con Radic.
Una chiavetta usb contenente dati sensibili, mafia russa, indagini della polizia e vecchi segreti. Questi gli elementi, diciamo standard, su cui si poggia In Darkness – Nell’oscurità. La novità si ritrova solo nella condizione di Sofia, quella cecità che la rende fragile e allo stesso tempo unica. Il problema, però, risiede proprio qui, nel dare peso a un elemento a discapito degli altri. Una sottolineatura, con tanto di evidenziatore giallo fosforescente, che mette subito all’erta lo spettatore. La domanda sorge subito spontanea, “è davvero cieca”? Tutto il film è un atto preparatorio al plot twist finale, che purtroppo dura troppo poco. Un primo atto che funge anche da secondo e terzo. A sbilanciare l’equilibrio è anche la mancanza di vere e proprie scene d’azione, di quella scarica d’adrenalina che ci fa sbarrare gli occhi. Gli stunt dei combattimenti sono meccanici, poco credibili e in alcuni casi non vengono neanche mostrati, rimangono nell’oscurità.
Un thriller senza mordente
Natalie Dormer si cuce addosso il personaggio, ne lima i dettagli e la personalità. I piccoli gesti, gli sguardi e i movimenti sono tutti finalizzati alla sua interpretazione. Un one woman show che toglie spazio e complessità al racconto. A tal proposito, In Darkness – Nell’oscurità si perde in momenti scollegati dal racconto. Un esempio è la scena di sesso tra Sofia e Marc. Fino a quel momento il loro rapporto tra i due rimane ad un livello standard di conoscenza. Non percepiamo un vero e proprio coinvolgimento emotivo. Il momento arriva senza preavviso, gratuito. Le motivazioni del personaggio di Skrein sono a noi ignote, come la sua decisione di proteggere Sofia. Ha il cuore tenero? È veramente infatuato della donna? Sono tutte domande senza risposta. Gesti e immagini che portano a quesiti vuoti, che non hanno niente a che vedere con le finalità della storia e alla sua comprensione finale.
Si può tranquillamente affermare che In Darkness – Nell’oscurità sembra prendersi tutto il tempo per scene no-sense, forse perché interessanti o visivamente d’impatto; non possiamo saperlo. Inoltre, Sofia ci viene presentata quasi come una sorta di Daredevil al femminile, con capacità uditive e percezione sensoriale fuori dall’ordinario. Il tutto si perde poi in vista del plot twist, che svela un retroscena totalmente diverso che non spiega il comportamento della donna. Insomma, la sceneggiatura del film sembra uscire dalla mente dei fittizi sceneggiatori di Boris. Non mancano certo alcune scene interessanti, ma nel complesso In Darkness – Nell’oscurità non convince appieno, e da thriller passa radicalmente ad una storia drammatica.