Indagine su una storia d’amore: recensione della commedia amara di Gianluca Maria Tavarelli
Un film divertente, malinconico e amaramente vero.
Indagine su una storia d’amore, diretto da Gianluca Maria Tavarelli, in uscita il 18 luglio 2024, è la nuova commedia sentimentale del regista che dopo aver diretto alcune delle ultime e più amate serie tv torna sul grande schermo dopo 9 anni. Il genere nel quale collocare Indagine su una storia d’amore crea però non poca confusione su quale sia la vera atmosfera e il vero tono del film, che parte da un finale già annunciato e che compie un viaggio a ritroso nelle vite dei 2 protagonisti, interpretati da Alessio Vassallo e Barbara Giordano, e affiancati da un ottimo Antonio Pandolfo e da un cast di supporto che comprende Costanza Tortoli, Claudia Potenza, Stefania Blandeburgo, Andrea Sartoretti, Caterina Cianfa, insieme a moltissimi altri.
Indagine su una storia d’amore è un doppio viaggio nel tempo
Il film inizia dalla fine e così Indagine su una storia d’amore chiarisce subito cosa accadrà e quale sarà il punto di arrivo di questa coppia. Ma il vero incipit è la scelta, dopo remore e resistenze, soprattuto da parte del protagonista maschile Paolo, di partecipare a uno dei reality più seguiti a livello nazionale. Il titolo è Scheletri nell’armadio, che molto somiglia a Temptation Island, e che dà modo al film di raccontare, attraverso dialoghi e flashback, come si sono conosciuti, frequentati, amati e odiati Paolo e Lucia nel corso della loro vita sentimentale. Indagine su una storia d’amore è quindi sicuramente una vera e propria indagine sugli alti e bassi di una vita amorosa, ma soprattutto sull’epoca in cui si vive: dominata da social, dal bisogno di avere audience, di fare notizia, di essere persuasivi e accattivanti. Il fatto che Paolo e Lucia siano 2 attori permette proprio questo: l’esplorazione di cosa voglia dire avere successo, cosa sia la fama e cosa significhi usare la propria vita privata come mezzo per raggiungere quell’obiettivo, quel sogno che si ha paura di non riuscire a realizzare.
Se inizialmente entrambi i protagonisti si rendono conto che partecipare a quel programma li aiuta a farsi conoscere, l’altro piatto della bilancia è con cosa dovranno fare i conti quando vedranno la loro sfera più personale messa in scena. In quella scena della loro vita che deve obbligare qualsiasi spettatore ad essere sempre col fiato sospeso, a non cambiare canale. Indagine su una storia d’amore diventa un gioco quasi diabolico tra le 2 figure principali, che forse mentono, forse dicono quella verità sempre taciuta, ma che vedono anche il mondo attorno a loro crollare, sgretolarsi di fronte a bugie a fin di bene, alla fiducia tra 2 innamorati soppiantata dalla ricerca di diventare famosi. Dove il diventare famosi è, nel mondo di oggi, l’unico vero modo, nella professione di Paolo e Lucia ancor di più, per essere riconosciuti. E se possono riuscirci partecipando ad un reality, perché non farlo? Il film di Gianluca Maria Tavarelli è così un racconto di dinamiche di coppia universali e cariche di empatia che nel corso del film fanno ridere e sorridere.
L’amara realtà che non si può scegliere
Il film si arricchisce poi di ragionamenti e riflessioni che, utilizzando degli stereotipi, li sdoganano e ripresentano nella loro chiave più divertente. In particolare si tratta del concetto di cinema e di teatro, di prodotto d’autore e prodotto commerciale, di film impegnato e film leggero, di talento annunciato e talento scoperto. E in una struttura e un clima da commedia, gli stessi elementi che suscitano ilarità, sono quelli che portano con sé malinconia, delusione e risentimento. Strizzando l’occhio a quei programmi che lo share lo hanno altissimo, tra esibizionismo e un copione in parte già scritto, nel film di Tavarelli non c’è nulla che non funzioni. Dagli amici dei 2 personaggi che regalano quegli interi momenti e quelle intere sequenze di comicità. Dal conduttore di Scheletri nell’armadio, pronto a usare qualsiasi strumento a sua disposizione per conquistare e coinvolgere il suo pubblico. Fino ai genitori di Paolo e Lucia. Trovate geniali che non mancano di divertire. Un pubblico che appare e viene presentato come schiavo del mondo dell’apparenza, dove ciò che appare è però la realtà.
Indagine su una storia d’amore: valutazione e conclusione
Se rappresentare l’universo dei social, degli influencer, delle dirette, del bisogno di creare un’immagine e un personaggio, può apparire nel film come una critica all’oggi, Indagine su una storia d’amore ribalta la situazione. Perché quello che accade sullo schermo all’interno di Scheletri nell’armadio, irrimediabilmente, diventa la realtà, sia per chi guarda e prende le parti dell’uno e dell’altro, che per chi quelle storie ha deciso di raccontarle. Tutto cambia quando è in scena, quando i 2 attori diventano attori della propria vita e quando, nella corsa alla visibilità, forse ci si dimentica di qualcosa. O di qualcuno. Indagine su una storia d’amore, attraverso la metafora con un sistema stellare che vede Paolo e Lucia come 2 stelle che per anni hanno viaggiato insieme e parte di quel cosmo infinito di storie d’amore e dinamiche di coppia, è una commedia amara che parla tanto di amore, quanto di precarietà. E che vede il sentimento più puro e naturale legato e morbosamente connesso agli standard della domanda e dell’offerta che dominano il piccolo schermo. E che mostra anche come la verità non è sempre uguale per tutti.
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