Io, Leonardo: recensione del film con Luca Argentero
Trascinante ed evocativa, la produzione Sky Arte e Progetto Immagine si affida a un interprete d'eccezione nei panni del pittore e inventore Leonardo da Vinci.
Dopo il grande successo di Caravaggio – L’Anima e il Sangue, Sky Arte impiega le risorse necessarie per attuare un excursus narrativo e visivo nella mente di Leonardo da Vinci, evocando uno spazio che accompagna l’artista nella rievocazione dei momenti più significativi della sua vita. Nella Camera Oscura, location principale dove si svolgerà il racconto, il suo genio si manifesta senza limiti né misure. Io, Leonardo è un affascinante sguardo introspettivo alla scoperta dell’uomo, dello scienziato e inventore che ha ridefinito le forme e la sostanza della bellezza tutta.
Io, Leonardo: la tecnica rafforza il genio di Leonardo, una mistura vincente
All’interno della mente di Leonardo, il film è un biglietto di ingresso per scoprire e sviscerare l’essenza dell’eclettico artista: un uomo di sapere e conoscenza dalle rare virtù, che incarnò in pieno lo spirito dell’epoca del Rinascimento. Nella Camera Oscura egli incontra artisti, uomini di potere, allievi della sua bottega ma soprattutto si confronta con sé stesso. Il regista Jesus Garces Lambert si focalizza maggiormente sullo sviluppo intellettuale ed emotivo di Leonardo, valorizzando la sua anima e il suo pensiero. La ricostruzione scenica accurata e il livello di empatia che si manifesta dai dialoghi donano un carattere peculiare alla pellicola, che si distanzia ampiamente dallo schema ordinario del documentario.
L’introspezione gioca un ruolo fondamentale all’interno di Io, Leonardo; l’emotività è lo strumento di base per rinvigorire le opere ideate e modellate dall’esaltazione creativa dell’artista. Attraverso questa componente, avviene una decostruzione della sua anima e del suo pensiero, assistiamo alla genesi delle sue creazioni. Grazie all’uso di animazioni, proiezioni ed evolute tecniche digitali, il film tiene conto della scintilla che parte dalle sue teorie scientifiche applicate nelle sculture e nei dipinti. La tecnologia impiegata ci fornisce uno sguardo esclusivo e illuminante, specialmente sulle sue invenzioni mai realizzate che prendono forma e si mettono in moto.
Io, Leonardo: un flusso di pensieri ininterrotto
Con la mente di Leonardo è possibile anche esplorare l’esterno della sua Camera; la sceneggiatura a cura di Sara Mosetti e Marcello Olivieri individua un tramite per connettersi con la natura e con i luoghi in cui visse, oltre che con le sue più importanti opere. Si passa per Vinci, Firenze, la campagna Toscana e Milano, fino alla Francia. Ci ritroviamo in un flusso di idee, prese di coscienza, rafforzamenti morali e cadute in un oblio immaginario: la complessità strutturale del profilo di Leonardo rappresenta il valore aggiunto grazie al quale si riesce a definire il reparto fotografico e scenografico. Io, Leonardo si distingue per l’originalità della narrazione e delle scelte visive; per la messa in scena, la produzione ha deciso di riprodurre fedelmente il prospettografo, derivato dal disegno originale del Codice Atlantico, la più ampia raccolta di scritti di Leonardo da Vinci.
Si restituiscono su schermo le giuste prospettive. Nel film vediamo Leonardo utilizzare il prospettografo per definire le proporzioni e i contorni dello spazio-natura, e veniamo condotti alla scoperta della Gioconda, l’Ultima Cena, l’Uomo Vitruviano, l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Dama con l’ermellino. Senza proporre un percorso predefinito e mirato a descrivere in maniera sintetica e schematica le opere in evidenza, il regista Jesus Garces Lambert preferisce collaborare con un duo di attori dal grande carisma, Luca Argentero e Francesco Pannofino, restituendo ai dipinti e alle creazioni una forza espressiva mai mostrata su pellicola.
Io, Leonardo: un dialogo significativo fra protagonista e narratore
A impersonare Leonardo Da Vinci è Luca Argentero, impegnato per la prima volta in un film d’arte biografico. La voce narrante è di Francesco Pannofino. Entrambi gli interpreti realizzano uno scambio di dialoghi avvincente piuttosto che limitarsi a raccontare gli aspetti principali della vita dell’artista o i traguardi raggiunti dal suo genio. Con la consulenza scientifica affidata a Pietro C. Marani, professore di Storia dell’Arte Moderna e Museologia al Politecnico di Milano, la pellicola riprende il codice del Trattato della pittura dello stesso Leonardo e ne trae un osservazione penetrante della verità che si cela dietro le figure umane che rappresentava.
La conversazione attiva fra protagonista e narratore è il centro di riferimento di capitale importanza, atto a vivacizzare e colorare le sezioni dello spazio-mente e dello spazio-ricordo: si adattano e si trasformano a seconda del tono e dell’intensità della voce adottate dai due attori. Luca Argentero viene raffigurato con un aspetto affabile, brillante e di grande eleganza. Leonardo nel film resta sempre uguale a sé stesso, con lunghi capelli ondulati a incorniciare il volto, molto distante da quello segnato dal tempo che tutti conosciamo attraverso il suo Autoritratto del 1515, conservato nella Biblioteca Reale di Torino. La sua interpretazione risulta misurata all’occorrenza e ispirata, soprattutto in scene evocative quali la realizzazione del Cenacolo o la scintilla della creazione dell’Uomo Vitruviano, dove lo troviamo intento a studiare le proporzioni perfette del corpo umano.
Io, Leonardo è al cinema dal 2 ottobre con Lucky Red.