Io, loro e Lara: recensione del film di Carlo Verdone
Un racconto corale maturo e ambizioso, scritto, diretto e interpretato da Carlo Verdone.
Io, loro e Lara è un film scritto, diretto e interpretato da Carlo Verdone, con Laura Chiatti, Marco Giallini, Anna Bonaiuto e Angela Finocchiaro. Ventiduesima pellicola del regista romano, Io, loro e Lara è un film che compie una riflessione sulla crisi di valori e dei rapporti umani.
Don Carlo (Carlo Verdone) è un missionario che, dopo aver trascorso molto tempo in Africa, decide di tornare a Roma. Il motivo del suo ritorno si cela dietro una crisi spirituale, problemi con il celibato e con la propria fede che gli impongono di concedersi una pausa e un periodo di quiete da trascorrere in famiglia, dopo tanti anni di assenza. Una volta a casa nessuno lo ascolta o è interessato a sapere la ragione del suo ritorno: ciò che lo attende è tutt’altro che un periodo lieto e accomodante. Il padre, vedovo, si è sposato con una giovane badante moldava: con lei dilapida il patrimonio di famiglia, contento della sua vita rinnovata. I suoi due fratelli, Luigi (Marco Giallini), broker cocainomane, e Beatrice (Anna Bonaiuto), psicanalista in esaurimento, sono in apprensione per il padre e tentano in tutti i modi di farlo rinsavire per mostrargli la realtà delle cose. La pace laica che Don Carlo sperava di potersi godere è ben lontana dal potersi esaudire.
Io, loro e Lara è il primo film di una nuova era verdoniana, una fase che procede con Posti in piedi in paradiso (2012), Sotto una buona stella (2014), L’abbiamo fatta grossa (2016) e Benedetta follia (2018). Se prima di queste pellicole Verdone sceglie di inquadrare nelle sue storie i drammi dei quarantenni, vedi C’era un cinese in coma, L’amore è eterno finché dura o Ma che colpa abbiamo noi, borghesucci un po’ cialtroni e un po’ vinti, in questa fase Verdone osserva le relazioni e i cambiamenti dei rapporti tra le persone.
Carlo Verdone ha rischiato moltissimo portando al cinema una commedia triste che comunque riesce ad intrigare e a intrattenere perché, oltre all’elemento comico e grottesco, porta avanti un discorso ben riuscito e complesso sul presente, sul mutamento dei legami, sulle relazioni e sul fallimento dei valori e degli ideali. Carlo Verdone ha descritto il suo film come “Un parallelismo tra le nevrosi occidentali e i problemi dell’Africa”, una crasi tematica che crea la scintilla della storia.
Sì perché al centro di questo racconto tragicomico c’è un uomo semplice, Don Carlo, sacerdote anticonformista e moderno, che torna da un paese come l’Africa, pieno di problemi serissimi come povertà, carestia e guerra, credendo ingenuamente di trovare nella sua amata città una porto sicuro in cui poter trovare ristoro. Ma Don Carlo si trova invece divorato dalle intemperie familiari e a dover combattere altri tipi di battaglie.
Io, loro e Lara è un racconto corale maturo e ambizioso
Ciò che scopre inizialmente è quanto egoismo occupa le menti dei suoi familiari: nessuno gli chiede nulla della sua vita, ognuno è talmente impegnato e interessato ai propri problemi che non si cura minimamente di ciò che lui provi o del perché sia tornato dopo dieci anni dall’Africa. Ed è proprio su questo che il film poggia il dramma, su una realtà familiare, ma che si può estendere anche alla società moderna, che si sta sfaldando che è incapace di comunicare e di ascoltare il prossimo.
Io, loro e Lara è una storia tragicamente reale, abitata da persone viziose e corruttibili, ma anche da santi e antieroi, in cui la contraddizione è all’ordine del giorno: Lara (Laura Chiatti) passa dall’essere una semplice guida turistica a esibirsi seminuda in webcam, il fratello di Carlo è un broker distrutto dall’uso di sostanze stupefacenti, la sorella è una psicologa divorziata talmente concentrata sui suoi guai da non notare gli squilibri della figlia adolescente emo. Ultimo ma non meno importante è proprio Don Carlo, capace di portare avanti una comunità intera in Africa ma qui, in Italia, non riesce a gestire i rapporti con la sua famiglia.
Io, loro e Lara e la realtà dolce amara ritratta da Verdone è parte della sua poetica
Il regista romano decide di abbandonare le sue macchiette, la parodia, i caratteristi cafoni e bulli, quei personaggi tanto cari a Carlo Verdone perché pieni di imperfezioni e di tic, per abbracciare la tragica realtà, in cui un uomo viene sopraffatto da una crisi spirituale, molto diverso dai preti che ha interpretato in Acqua e sapone, Un sacco bello o Viaggi di nozze. Io, loro e Lara è una commedia corale impreziosita da una scrittura accurata, che vive di un’ambiziosa complessità, che coniuga abilmente malinconia e divertimento, un film maturo che fotografa perfettamente la nostra società, con un taglio sociologico.
La realtà dolce amara ritratta da Verdone è parte della sua poetica, armoniosa e granitica, che dà voce a un’Italia senza ideali, sempre più preda di matrimoni di interesse, pregiudizi e egoismo, in cui l’unico tessuto connettivo è il denaro. Accanto a questa visione demoralizzante però Carlo Verdone non si perde d’animo e regala una speranza, suggerendo quanto l’antidoto della tolleranza e della comunicazione possano salvarci dal deserto morale dei nostro tempi. Perché “il compito dell’artista non è di soccombere alla disperazione ma di trovare un antidoto per la futilità dell’esistenza”.