Jekyll and Hyde – 1×01: recensione
L’universo seriale inglese non smette mai di stupire e l’arrivo in tv di Jekyll and Hyde ne è la riprova. La serie che da tre settimane viene trasmessa in Gran Bretagna ogni domenica su ITV, lo stesso network che trasmette Downton Abbey, si conferma una delle novità più intriganti della stagione. Jekyll and Hyde quindi nonostante sia una produzione televisiva che non nasconde le sue pecche, convince sempre e comunque per quella sua compostezza very bitish.
In bilico fra storia e mito, la serie inglese, tratteggia con cura e parsimonia un racconto che attinge a piene mani dalla tradizione letteraria moderna, portando in tv una produzione fresca, al passo con i tempi ed alquanto elettrizzante. Liberamente ispirato al romanzo di Louis Stevenson Jekyll and Hyde adatta, secondo i dettami della moderna serialità, tutto il grande background artistico e culturale dello scrittore inglese andando così a realizzare una serie fuori dal comune, non perfetta ma che intrattiene con ardore il pubblico in cerca di vere emozioni. A metà tra l’action e il mistery, la storia è ambientata nella Londra degli anni ’30, in un’epoca glamour fatta di auto aerodinamiche, locali notturni e film horror, e racconta le vicende di un giovane, affascinante e tormentato di nome Robert Jekyll, nipote dell’originale dottore. Robert Jekyll si immergerà nelle indagini per cercare di scoprire la sua vera origine e si troverà a fare i conti con una storia familiare tormentata da una ‘maledizione’. E mentre l’affabile dottore cercherà di sciogliere il nodo della matassa, una forza misteriosa aleggia alle sue spalle, un’associazione che è disposta a tutto pur di estirpare alla radice tutto il male che si è annidato nella città di Londra.
Atmosfere lugubri molto simili a quelle di Penny Dreadful, comicità inglese e temi di interesse comune, sono le caratteristiche necessarie e sufficienti per il successo della serie tv che, con qualche difficoltà, si adatta alla nuova strada intrapresa dal mercato televisivo mondiale. Jekyll and Hyde infatti è un grande esperimento per la tv inglese che, a distanza di anni dal grande successo di Being Human, arriva a concepire una serie in bilico fra horror e falso storico senza dimenticare tutte le sue caratteristiche peculiari.
Jekyll and Hyde: rivisitazione pop di un classico immortale
Non manca l’ironia inglese, quei lunghi primi piani, quella vicenda mai banale e sorge la consapevolezza di voler far la differenza nel cercare di seguire un’innovazione che corre quasi più veloce della luce. Caratteristiche stilistiche a parte, c’è da dire che Jekyll and Hyde è perfetta solo sua interezza dato che non nasconde i suoi errori e cadute di stile, soprattutto un plot che a primo impatto risulta essere troppo macchinoso e fruibile a pochi, eppure risulta essere una rivisitazione funky/pop di una figura immortale della cultura letteraria. Rivisitazione questa dovuta soprattutto per cercare di abbracciare quanto più pubblico possibile, dato che soprattutto i più giovani stanno emigrando verso altre piattaforme e sono in cerca di prodotti al passo con i tempi. Jekyll and Hyde cerca di rispondere a queste esigenze, portando quindi in tv una serie diversa dal solito, che si avvicina molto alla cultura americana (senza dimenticare le sue radici) ed andando a costruire un puzzle di eventi dai mille risvolti.
Per ora sono previsti 10 episodi per la prima stagione, se gli ascolti saranno buoni (come si spera che siano), lo show potrà dunque poi essere una costante per il network dell’ITV. Un applauso al protagonista principale, Tom Bateman, che dopo Da Vinci’s Demons qui incarna alla perfezione un eroe dannato ma dal cuore tenero.