Jessabelle – Oscure Presenze: recensione del thriller horror
Per Jessabelle (Sarah Snook) sembra stia per cominciare una nuova vita. Il suo ragazzo ha deciso di andare a vivere insieme, in vista anche del bambino che sta per arrivare...
Jessabelle in italiano Oscure Presenze, è un thriller-horror diretto da Kevin Greutert, regista e montatore ben noto agli appassionati del genere per aver collaborato alla serie dei film di Saw. Non propriamente incisivo come horror ma più come thriller, Oscure Presenze presenta senz’altro degli spunti di trama interessanti e riesce anche a generare un po’ di tensione, ma è la mancanza dello sviluppo di alcuni snodi all’interno del film che resta la sua più grande pecca.
Jessabelle: la trama del film di Kevin Greutert
Per Jessabelle (Sarah Snook) sembra stia per cominciare una nuova vita. Il suo ragazzo ha deciso di andare a vivere insieme, in vista anche del bambino che sta per arrivare: per lei è l’occasione di mettere su famiglia, e finalmente poterne avere una. Ma quando tutto sta per cominciare e lei e il suo ragazzo stanno per partire, un terribile incidente distrugge tutto. Jess si sveglia senza la possibilità di muovere le gambe, che la costringono a muoversi sulla sedia a rotelle, e rimasta sola senza il fidanzato e perso il bambino, chiama il padre per farsi venire a prendere. Il rapporto con lui è incrinato da diverso tempo, ma cercano di accorciare le distanze.
Ciò che più di tutto turba Jesse è la casa di famiglia: desolata, abbandonata e misteriosa. L’unica cosa che la spaventa e le fa compagnia allo stesso tempo sono le cassette lasciate dalla madre, che registrate prima della sua nascita le forniscono indizi e rivelazioni su alcune oscure presenze che minacciano le sue giornate.
Le oscure assenze di Jessabelle, la recensione del film
La prima parte di Jessabelle sembra far nascere nello spettatore delle aspettative discrete, e funziona proprio fin quando si limita a svilupparsi come thriller, generando anche una giusta tensione che crea empatia con la protagonista. In alcune scene il montaggio e la regia sorprendono positivamente, perché riescono anche a rubare qualche brivido.
Dopo dopo però si constata che l’elemento horror purtroppo, che poteva essere sviluppato in maniera più originale e incisiva, si limita al ricorso di cliché del genere per poi sparire nella seconda parte, dove quei pochi ingredienti presenti risultano anche ripetitivi. Il demone che insegue Jess ad esempio finisce per essere quasi sempre un accessorio nello svolgersi dell’intera vicenda.
La seconda parte del film infatti è quella in cui l’attenzione e la curiosità che si inizia ad avere nel seguire la storia e il percorso di Jessabelle vesto la risoluzione del mistero che avvolge la sua casa d’infanzia, inizia a disperdersi. L’introduzione di un nuovo personaggio, il suo amico di infanzia, contribuisce sicuramente ad arricchire di nuovi elementi un iter che rischiava di essere ripetitivo e confinare la storia del film solo al rapporto di Jessabelle con le fugaci apparizioni notturne del demone. Non basta però ad arricchire una sceneggiatura che appare scarna nella risoluzione del caso e anche nei dialoghi.
Se nel film si riesce a creare un’empatia con la protagonista sulla linea della paura e dell’apprensione, non si può dire lo stesso sulla piena comprensione della protagonista, quasi sempre statica se non verso la fine, ma quando ormai il film è finito. Poco speranze quindi ci vengono riservate anche nel finale, risolto frettolosamente e dove vengono lanciati degli spunti, ormai inutili, che avrebbero potuto riempire quelle oscure assenze inspiegabili all’interno del film. Verso la fine infatti si ha quasi la sensazione di un seguito, o comunque di qualcosa che poteva ancora essere detto e viene senza alcun motivo troncato.
Un thriller poco horror quindi sul quale meglio non riporre troppe aspettative.