Jim Button and Luke the Engine Driver: recensione del film
Jim Button and Luke the Engine Driver, presentato al Giffoni 2018, è l'adattamento del romanzo per ragazzi di Michael Ende pubblicato nel 1960.
Dopo La storia infinita e Momo, un altro romanzo di Michael Ende arriva al cinema. Jim Button and Luke the Engine Driver – in concorso al Giffoni Film Festival 2018 – è un film di produzione tedesca (come tedesco, del resto, era lo stesso Ende), con un impatto visivo e una caratura di carattere internazionale, in grado di competere perfettamente con i grandi colossi del cinema per l’infanzia. La regia è firmata da Dennis Ganse, già autore del thriller The Fourth Estate e dell’action movie hollywoodiano Mechanic: Resurrection, e non lesina ambizione e creatività, dando vita a un mondo fantastico che avrà sicuramente un forte seguito nell’immaginario del pubblico.
Jim Button and Luke the Engine Driver: il magico mondo di Michael Ende
Se c’è una cosa che non delude mai, è la fantasia di Michael Ende. Per molti adulti di oggi le avventure di Jim Button (in italiano, Jim Bottone) è stato uno dei libri cult della propria infanzia: perché, allora, non proporlo ai ragazzi, magari aggiornandone il media e trasformandolo in una spettacolare avventura cinematografica?
Gli elementi per colpire un pubblico trasversale ci sono tutti e porteranno volentieri al cinema sia i più giovani, sia i loro accompagnatori (o tutti quegli adulti che giustamente vogliono ancora meravigliarsi al cinema). La storia si apre in un mare in tempesta, su una nave di pirati brutti, sporchi e cattivi – gli Wild 13 – dove incappa per caso una cesta dal contenuto insolito e prezioso: un neonato, dolce, solo e indifeso. Il capitano della nave decide di sbarazzarsi del bambino e di venderlo a caro prezzo a Mrs. Grindtooth (Shirley MacLaine), la terribile e misteriosa direttrice della scuola di Sorrowland. Il caso,però, vuole che nel trasporto, il pacco contenente il bambino sia disperso e che raggiunga fortunosamente il piccolissimo regno di Morrowland dove è subito accolto e adottato dai suoi (pochissimi) abitanti: la signora Whaat (Annette Frier), il ferroviere Luke (Henning Baum), Re Alfons (Uwe Ochsenknecht) e Mr. Sleeve (Christoph Maria Herbst). Al piccolo sarà dato il nome di Jim, Jim Button. Una volta cresciuto, Jim (interpretato dal bravo esordiente Solomon Gordon) diventerà un ragazzino vivace e curioso, che trascorre la maggior parte delle sue giornate sulla locomotiva animata Emma insieme al suo amico ferroviere.
Già dai nomi scelti da Hende per i suoi personaggi si può intuire il tono generale di questa fiaba moderna: siamo tra la pura magia e il divertissement linguistico, in un regno in cui ogni regola della fisica è sovvertita in un caledoscopio meraviglioso di trovate, che si susseguono rapide una dopo l’altra. Questa propensione verso il fantastico esplode in quel capolavoro di estetica che la città di Mandala, governata da un Imperatore triste e sconsolato (Kao Chenmin) per la perdita della figlioletta Li Si (Leighanne Esperanzate), finita nelle grinfie della temibile Mrs Grindtooth. Mandala è un luogo incantato, dove i suoi abitanti possono essere estremamente piccoli e allo stesso tempo estremamente potenti, e il punto di partenza per un’avventura indimenticabile, che coinvolgerà il giovane protagonista Jim, Luke il ferroviere e Emma la locomotiva.
Jim Button and Luke the Engine Driver: la filosofia del drago
Al di là del grandioso apparato visivo, che già di per sé basterebbe per sponsorizzarne la visione, c’è un bel messaggio alla fine del film che segna la profonda differenza tra un prodotto di puro intrattenimento e una storia di Michael Ende. Dopo mille peripezie, dopo aver dimostrato il proprio valore e dopo essersi conquistato il proprio posto nel mondo, Jim è pronto a godersi il meritato successo. Questa gloria, ovviamente, è stata raggiunta a discapito del villain della situazione, Mrs Grindtooth, che altro non è che una terribile draghessa, dall’occupazione più temuta e detestata da tutti i bambini: quella della maestra severa e irremovibile. Il suo aspetto feroce e la sua indole dispotica la rendono un cattivo decisamente all’altezza del nostro eroe, che decide – una volta sconfitta – di lasciarla in vita e di portarla con sé come trofeo nella città di Mandala. Dopo un primo lieto fine di rito e il ricongiungimento dell’Imperatore con sua figlia, c’è un momento particolarmente importante in cui Mrs Grindtooth esprime – una volta per tutte – la funzione dell’antagonista all’interno di un racconto epico. La necessità di un nemico da sconfiggere è fondamentale per la crescita dell’eroe e – allo stesso tempo – la sconfitta è necessaria al cattivo per compiere il proprio percorso e trasformarsi in qualcosa di diverso. Così, Mrs Grindtooth, una volta vinta, è pronta a cadere in un sonno profondo in grado di portarla allo stadio successivo della sua evoluzione e renderla – da drago feroce tipico della letteratua occidentale – il drago d’oro della saggezza, simbolo della nobiltà e della cultura orientale.
Nel complesso Jim Button and Luke the Engine Driver è un prodotto per ragazzi perfettamente riuscito, che ha tutte le carte per creare il suo seguito di fan tra i più giovani (e non solo) e per inaugurare un vero e proprio franchise (qualora si volesse azzardare a continuare la storia di Ende). Che ne seguano o meno altri capitoli, c’è da aspettare con impazienza che questo film sia distribuito nelle sale italiane – presumibilmente l’anno prossimo – : è un successo annunciato per tutti gli amanti del genere, un ottimo esempio di come la bella forma e il bel contenuto possano e debbano viaggiare insieme.