Jonas: recensione film Netflix
Un thriller teen drama focalizzato sul tema dell'omosessualità in cui ha parlare è soprattutto il corpo dei giovani attori.
Tra le nuove uscite del mese di Marzo su Netflix c’è Jonas, film di produzione francese nato inizialmente per la tv e diretto da Christophe Charrier. Il film è un thriller teen drama ed è focalizzato sul tema dell’omosessualità. Si racconta l’intricata adolescenza di Jonas, sviluppata attraverso flashback che ricostruiscono la vita del protagonista.
Il primo amore lascia cicatrici indelebili, la trama di Jonas
La vita di Jonas (Félix Maritaud) si è fermata nel pieno dei suoi quindici anni, in una notte che doveva essere magica e in cui ha visto per l’ultima volta il volto del suo primo amore Nathan (Tommy Lee Baïk). Forse Nathan era qualcosa di più: la possibilità di essere libero sessualmente e personalmente, un migliore amico, una spalla su cui poter contare.
Oggi di quell’amore Jonas ne porta i segni e le cicatrici, perdendosi in affamate storie sentimentali, attrazioni virtuali, risse occasionali ed un lavoro assistenziale per sopravvivere ad un vuoto immenso. Fino a quando non incontra qualcuno che può inaspettatamente riallacciarlo al suo passato.
Il linguaggio dei corpi giovani e belli domina il film Netflix, in cui la tematica dell’omosessualità è centrale. Quest’ultima tuttavia gode di una sua precisa galleria nel mondo del cinema, visto che di film ne sono stati prodotti tanti e diversi in maniera eccelsa e felicemente accolta dal pubblico. Basti ricordare due nomi che di certo sono entrati nella reggia dei cult come La vita di Adele di Abdellatif Kechiche nel 2013, e Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino nel 2017.
Due pellicole queste che hanno certamente segnato l’immaginario del genere e Jonas ne è senz’altro debitore, nella cura di una fotografia dai colori freddi e magnetici, dove giocano ombre, saturazioni ed effetti neon. Ma ne è debitore anche nella scelta dei personaggi: belli, freschi, sempre attraversati da un delicato femmineo che ne esalta una purezza che desidera farsi profana. La scelta quindi è di far parlare i corpi e gli sguardi piuttosto che lavorare su dialoghi sentimentali.
Jonas: un film che parla attraverso il corpo
In Jonas è il linguaggio del corpo degli attori ad essere fondamentale e forse non è un caso che per il Jonas adulto Charrier abbia scelto Félix Maritaud che è anche un pornoattore, che riesce ad essere sensuale, inerme e maledetto raccontando il dramma che si consuma nell’anima e nel suo corpo adulto rude e consumato. Decisamente in opposizione con la pulizia e l’innocenza del corpo e del volto di Nicolas Bauwens, nei panni del giovane Jonas.
Jonas: un teen drama che si dissolve in thriller
Seppur la storia non possa apparire particolarmente originale e il film non ha delle alte aspettative di partenza, riesce ad intrattenere ed incuriosire nella sua breve durata di un’ora e mezza circa. Vincente è l’alternanza e l’intrecciarsi dei flashback con gli eventi presenti, con i quali si crea un chiaro legame per la comprensione della vicenda, che fino alla fine del film trattengono lo spettatore nell’attesa di comprendere il fantasma dietro lo sguardo inafferrabile di Jonas.
La prima parte che si presenta per lo più come un teen drama omosessuale, si dissolve gradualmente in un thriller che riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore, giocando sempre su un’atmosfera sospesa, nel vano tentativo di riuscire a cogliere tutti i pezzi del puzzle di una storia d’amore di cui resta solo uno sguardo perso.