TFF36 – Juliet, Naked: recensione del film con Rose Byrne

Nick Horby è tra gli scrittori più ripresi al cinema. Il suo essere insieme estremamente pop, ma anche onesto sui sentimenti umani e sarcasticamente brutale sulle vite dei suoi personaggi, rende i libri del letterato inglese materiale adatto alle più disparate trasposizioni cinematografiche, che questa volta sono tornate a spulciare nell’amore di Horby per la musica e si rifanno alla storia che il romanziere ha creato intorno alla figura inventata della rockstar fallita Tucker Crowe

Prendendo come protagonisti Ethan Hawke, Rose Byrne e Chris O’Dowd,  il regista Jesse Peretz porta al cinema l’adattamento curato da Evgenia Peretz, Jim Taylor, Tamara Jenkins di Juliet, Naked, rom-com che perde un po’ della scrittura al vetriolo di Nick Horby per dedicare maggior spazio ad una storia di riconciliazioni, con se stessi, i propri obiettivi e, anche, con il proprio passato. Nonché un interessante punto di vista su “l’arte che non appartiene all’artista” e sull’impatto che le proprie opere possono avere sugli altri, nello speculare sguardo di chi compie l’atto e di colui che invece si pone come un appassionato.

Juliet, Naked – L’incontro tra artista e fan, relazioni e obiettivi

Annie (Rose Byrne) e Duncan (Chris O’Dowd) stanno insieme da quindici anni, tempo che l’uomo sembra aver trascorso più con il suo idolo musicale Tucker Crowe (Ethan Hawke) che con la sua compagna. Una vita in comune senza figli, condizione concordata tempo addietro dalla coppia, ma che che la donna sente ora di voler cambiare, come molti altri aspetti della sua vita. Una relazione sul lastrico, da cui Annie si riprenderà proprio grazie al cantante con cui il fidanzato “l’ha tradita” per tutti questi anni.

Ethan Hawke ha il proprio fascino che, a quanto pare, miete ovunque vittime, uomini o donne che siano. Come ex rockstar scapestrata, diventata nel tempo un uomo adulto con vari pezzi di famiglia da incastrare, l’attore americano funziona con piacevole charme, nonostante la trasandatezza dell’età e lo strascico delle stupidaggini giovanili che narra il film e che lo rendono ora un personaggio pieno di nuova vita da voler affrontare, ma anche con dei vuoti del passato con cui scendere a patti. La figura disordinata del non più musicista entra in contrasto con il mito intoccabile e quasi leggendario con cui viene presentato dal suo fan Duncan e che apre, con tenerezza e simpatia, alla commedia di Peretz.

Juliet, Naked va lasciandosi però dietro l’approfondimento sull’analisi del giudizio dell’artista e quello del proprio ascoltatore, riflessione dove ultimo a metter parola sulle creazioni è sempre colui che le fruisce. Un procedimento volto a voler acquistare un respiro prettamente romantico e sentimentale, trasportando gli spettatori nella conoscenza telematica tra Tucker e Annie e legandoli alla possibile coppia che potrebbero creare. Un film che tratta di relazioni, ma sottintende anche costantemente la necessità di imparare ad auto-realizzarsi, soddisfano da soli i propri traguardi.

Juliet, Naked – Tra sentimenti e simpatia, una commedia che si fa apprezzare

La sagacia di Nick Horby viene sfruttata dalla sceneggiatura, ironizzando sui personaggi e le situazioni in cui si trovano immischiati, ma ammorbidendo gli angoli del romanzo per mantenere una delicatezza che sa comunque come farsi apprezzare. Rischiando forse un po’ meno di quanto avrebbe potuto, ma raggiungendo, come si augura ai protagonisti, i suoi propositi.

Coincidenze, musica, venerazione e famiglia. La commedia Juliet, Naked amalgama tutto insieme nelle atmosfere tipicamente britanniche di Nick Horby e senza sorbirsi il peso di nessuno di questi aspetti, ma rendendoli piuttosto i punti da cui partire per parlare di sentimenti con simpatia, magari seduti davanti ad una calda tazza di thé.

Non è ancora nota la data d’uscita di Juliet, Naked in Italia, acquisito da Bim Distribuzione.