King Arthur – Il Potere della Spada: recensione del film di Guy Ritchie

King Arthur: Il Potere della Spada riporta l'attenzione su Re Artù trasformandolo in un personaggio anacronistico che strizza l'occhio alla cultura Pop/Rock.

A due anni da Operazione U.N.C.L.E. torna dietro la macchina da presa Guy Ritchie con un progetto ambizioso dal titolo King Arthur: Il Potere della Spada. La pellicola è tratta da La Morte di Artù di Thomas Mallory con un cast di bellissimi come Charlie Hunnam, Jude Law ed Eric Bana.

Guy Ritchie torna al cinema con King Arthur: Il Potere della Spada

In un tempo lontano, uomini e maghi collaboravano in pacifica convivenza, ma Mordred è intenzionato a conquistare tutti i regni, l’unico in grado di fermare la sua corsa al potere è il Re di Camelot Uther Pendragon grazie all’ausilio della potente Excalibur, spada forgiata da Merlino. Tradito dal perfido fratello Vortigern, Uther sarà costretto ad abbandonare il giovanissimo erede al trono Arthur e a nascondere la spada.

King Arthur

Anni dopo Arthur, cresciuto in un bordello di Londinium, è divenuto un guerriero scaltro ed intelligente ed ignaro del suo passato, un passato che ritorna prepotente quando riesce ad estrarre Excalibur dalla roccia dimostrando al mondo di essere il vero erede al trono al posto dell’autoproclamato Vortigern. Inizierà così una vera e propria guerra per la salvezza del regno.

King Arthur: Il Potere della Spada riporta prepotentemente all’attenzione la splendida leggenda di Artù di Camelot, e serviva proprio un regista come Guy Ritchie per “svecchiare” un personaggio che da sempre affascina diverse generazioni. Ritchie con la sua personalissima impronta stilistica crea una pellicola affascinante e coinvolgente ridisegnando completamente l’anatomia di un personaggio iconico senza dimenticare di strizzare l’occhio alla cultura rock/pop.

Una pellicola anacronistica e rock che svecchia il personaggio di Arthur Pendragon

Un po’ come fece per il suo Sherlock Holmes (il cui protagonista era Robert Downey Jr.) il regista attinge alla sua personale galleria di “personaggi da strada” trasformando l’eroe di Camelot in uno sporco individuo dal cuore d’oro, incapace di resistere alla truffa ma al tempo stesso nobile. Inserendosi perfettamente tra Bacon di Lock & Stock e Mickey di The Snatch, l’ Arthur di Guy Ritchie è un personaggio sfrontato dalla battuta pronta ma dall’animo tipico del grande Re, un Principe venuto dalla strada che prima di arrivare al trono (e ad Excalibur) dovrà affrontare un viaggio interiore e ritrovare se stesso ed il suo passato.

A dare anima e corpo a questo personaggio l’astro in ascesa Charlie Hunnam (conosciuto principalmente per essere Jackson “Jax” Teller in Sons of Anarchy); la fisicità e lo sguardo furbo di Hunnam sono riusciti nell’impresa di creare un Arthur molto più che convincente, sporco e spavaldo ma al tempo stesso terribilmente affascinante. Nel ruolo dell’ antagonista ritroviamo invece Jude Law, volto di Vortigern. Dopo aver lasciato l’abito papale di The Young Pope, Law torna con un personaggio perfido in ogni senso, un uomo assetato di potere e capace di qualunque cosa pur di ottenere quello che vuole.

Un cast stellare per un film godibile e di intrattenimento

King Arthur: Il Potere della Spada, nonostante sia incentrato sul personaggio di Arthur Pendragon ha una serie di bei personaggi (magnificamente interpretati da: Àstrid Bergès-Frisbey; Eric Bana, Djimon Hounsou, Aidan Gillen) ognuno nel puro stile Guy Ritchie, che perfettamente in sintonia si alternano sul grande schermo senza mai pestare i piedi al protagonista ma dando comunque un tocco personale alla storia.

La pellicola non è ovviamente esente da difetti, purtroppo nella parte centrale la storia tende a perdere di tono, rimanendo sul vago e non approfondendo momenti e vicende che forse avrebbero meritato qualche parola in più, principalmente perché parlano del processo di evoluzione del personaggio principale, il suo personale viaggio interiore alla ricerca di una verità nascosta nel profondo e che determinerà il suo passaggio da “teppistello di strada” a erede al trono di Camelot e di Excalibur.

Nonostante tutto però King Arthur: Il Potere della Spada è un film di intrattenimento che verrà apprezzato da un’ampia fetta di pubblico. Chi ama Guy Ritchie ritroverà le tante tematiche care al regista, chi invece andrà al cinema per vedere la storia di Artù potrà inizialmente rimanere spiazzato dal ritmo e dall’anacronismo del racconto, ma di sicuro non rimarrà deluso dal film.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

Tags: Jude Law