La bambina con la valigia: recensione del film di Gianluca Mazzella
La bambina con la valigia racconta la commovente storia vera di Egea Haffner, piccola (e iconica) testimone della tragedia delle foibe.
La bambina con la valigia è un film TV scelto per mantenere viva la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, ma che racconta anche un legame speciale fra una zia e una nipote, assumendo la forma di un romanzo di formazione crudele e commovente. Diretto da Gianluca Mazzella, va in onda il 10 febbraio 2025, alle 21:30, su Rai 1 e in streaming su RaiPlay nel Giorno del ricordo dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata avvenuto nell’ultima fase della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Si tratta di una produzione Clemart in collaborazione con Rai Fiction, un progetto tratto da La bambina con la valigia di Egea Haffner. Aldilà del clima di terrore e di continua tensione generati dal contesto, delle mine esplose degli attentati degli atti intimidatori, il regista lancia la vera “bomba” nel secondo tempo, lasciando spazio a un evento che spiazza chi guarda e influisce profondamente sulla vita della protagonista. Nel cast di La bambina con la valigia ci sono Claudia Vismara, Sara Lazzaro, Sandra Ceccarelli, Anita Kravos, Sinead Thornhill, Andrea Bosca e la piccola Petra Bevilacqua.
La bambina con la valigia racconta la storia vera di Egea, piccola da proteggere e iconica testimone della tragedia delle foibe
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La testimonianza di Egea Haffner, la sua storia tenera e commovente: alle spalle un’infanzia che ha perso in un attimo intensità vivacità colore (nel film è già rappresentato nella leggiadra scena d’apertura, dal fascino armonioso e al contempo doloroso: così è la storia di Egea, che comincia quando suo padre scompare (l’uomo è stato probabilmente inghiottito nelle foibe). Nella memoria della vera Egea – che oggi ha ottantatré anni – si riflette il dramma di tutti gli italiani costretti a lasciare la propria casa. La pellicola è ambientata dapprima alla fine della guerra, quando in Istria prendono il potere i Titini (esercito comandato da Tito) che andrà ad occupare l’intera regione giuliana, parte dell’Italia fascista. La fine del secondo conflitto mondiale sarà per quegli abitanti l’inizio di un incubo: la protagonista – interpretata da una graziosa Petra Bevilacqua – si vede prima portare via suo padre, poi dovrà lasciare la sua terra, affrontando un trasferimento a Bolzano, accudita dalla nonna Maria (Sandra Ceccarelli) e dalla zia Ilse (Sara Lazzaro). Mamma Ersilia invece (Claudia Vismara),si trasferisce a Cagliari per lavorare e per non pesare economicamente su Maria ma in realtà vuole dimenticare la ricca famiglia Haffner che non l’ha mai accettata, perché povera. Egea crescerà a Bolzano (Sinead Thornhille/Roberta Sferzi), dovendo preoccuparsi di guarire più di una ferita emotiva (le tre attrici scelte per rappresentare televisivamente la figura di Haffner hanno tre volti eloquenti).
Una toccante storia di formazione a tinte romance
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La bambina con la valigia è un film tv creato ad hoc per la televisione (il cast e i metodi di recitazione sono rappresentativi del medium) ma ha nei suoi concetti e nei suoi personaggi una valenza didascalica, più profonda, quasi educativa. Sul piano tecnico menzioniamo la buona scenografia firmata da Maurizia Narducci e la cura dei costumi di Alessandra Torella. Ma è la solidità della storia ad alto impatto emotivo, la sua autenticità il punto forte. Anche se racchiude la sua essenza in una sola puntata. Eppoi lo sguardo semplice del regista ci fa passare dalla drammaticità degli eventi rappresentati nella prima parte – traduce le pagine del libro in un film biografico in cui il contesto storico è centrale e l’universo femminile di Egea, segnato da momenti sicuramente complessi , non è solo circoscritto all’interno del tema portante ma si estende verso lo spettro emotivo più intimo ed commovente nella seconda tranche. Chiaro, è pur sempre un prodotto ideato per perseguire, fin da subito, una dichiarata intenzione divulgativa ma la scelta di raccontare gli eventi dal punto di vista di Egea è rilevante. La bambina con la valigia infatti, pur non aspirando ad essere più di quanto mostra, prende la forma di un romanzo di formazione capace di emozionare.
La bambina con la valigia: valutazione e conclusione
Il film di Gianluca Mazzella è impegnativo e rivolto a un pubblico adulto. Il regista porta sul piccolo schermo la storia di Egea Haffner, esule giuliana divenuta simbolo di un’epoca. Tuttavia, La bambina con la valigia, si focalizza sulle persone dietro agli eventi: soprattutto sulle vicende che scuotono dall’esterno e dall’interno la famiglia Haffner (avremmo forse preferito una storia più diluita, seppure il punto di vista e la fotografia sono interessanti con i personaggi ingrigiti di colpo dalla vita – nelle prime sequenze dai toni spenti – mentre invece si lasciano osservare nei loro colori quando Egea diviene una giovane donna). E incontra l’amore. E quello spaziotempo che per troppo l’aveva aggredita finalmente si ferma.