La casa (1981): storia e recensione dell’inaspettato cult di Sam Raimi

“Senza nessun dubbio il film più feroce del 1982. Quello che Sam Raimi realizza con La casa è un arcobaleno nero di orrori.” Riflessioni più che pertinenti riportate da uno spettatore che, dopo aver visto La casa al cinema ne era rimasto profondamente scioccato al punto di consigliarlo a chiunque. Una reazione più che plausibile ancor più se si considera che lo spettatore di cui si sta parlando è niente meno che Stephen King, uno che di terrore se ne intende eccome, il quale altrettanto ferocemente fece da megafono a quel filmetto sgangherato destinato a diventare un cult.

La casa

Ash (Bruce Campbell), Scott (Richard Demanicor), Cheryl (Ellen Sandweiss), Linda (Betsy Baker) e Shelly (Teresa Tilly), arrivano in un cottage sperduto nel bosco per trascorrere uno spensierato week end. Verso sera i ragazzi si avventurano, attraverso una botola, nella cantina della casa dove troveranno uno strano libro (foderato di pelle umana e scritto con il sangue) assieme ad un registratore che una volta acceso riporta le parole di uno studioso intento a leggere gli incantesimi scritti sul libro stesso: è l’inizio della fine, le forze malefiche si sono risvegliate.

Uno ad uno i protagonisti sono vittime di terribili possessioni demoniache, un’unica logica soluzione per risolvere questo pandemonio: smembrare i corpi dei demoni e bruciare il libro maledetto. Proprio quello che sembra essere il personaggio più imbranato del gruppo si rivelerà l’eroe destinato a portare avanti (a suon di motosega, accetta e tante randellate) quella che diventerà una saga fino all’ultimo colpo tra Ash vs Evil Dead.

La casa: i retroscena e le peripezie durante le riprese

Ma facciamo un passo indietro ripercorrendo storia e contesto indispensabili per capire ed apprezzare in pieno un film di cui si chiacchiera da decenni. Prima de La casa l’allora diciannovenne Sam Raimi aveva girato nel 1978 un cortometraggio intitolato Whitin in the wood (assieme agli amichetti Bruce Campbell e Robert Tapert) realizzato in 8mm con lo scopo preciso di poter ottenere un finanziamento per girare il suo primo film. Il corto gettava le basi di quella che sarà appunto la trama di La casa: 4 giovini amici in un cottage nel bosco ignari dell’ira di Satana che sta per scaraventarsi su di loro. Il budget che Raimi riuscì a raccattare era una somma veramente ridicola, 350 000 dollari!

La genialità del progetto sta proprio nell’aver saputo realizzare un po’ artigianalmente riprese ed effetti speciali (di Tom Sullivan): crema di mais tinta di verde per realizzare budella ed interiora dei demoni, sciroppo per gli ettolitri di sangue finto, una shakeycam (improvvisata con un pezzo di legno retto da ambo i lati) costruita assieme all’operatore Tim Philo per ottenere le indimenticabili sequenze tremolati d’inseguimento. Per risparmiar ulteriormente si pensò di arruolare nel cast amici o aspiranti attori totalmente sconosciuti.

Il calvario delle riprese de La casa

Le riprese furono un vero e proprio calvario, iniziarono verso metà novembre del 1979 nel freddo Tennessee all’interno (ed esterno) di una vera catapecchia abbandonata che fu completamente modificata da regista e troupe per poter girare più comodamente e si conclusero nel Michigan. Tutti svolgevano mansioni diverse e cercavano di dare una mano per risolvere compiti al di fuori delle personali competenze. Si lavorava circa 18-19 ore al giorno, ritmi massacranti soprattutto per gli attori; il clima teso era incentivato dagli sconquassati metodi lavorativi di Raimi solito a produrre decine di storyboard (che appendeva accortamente al frigorifero) ai quali poi non si atteneva mai.

A coronare il tutto ci si mettevano anche le rigide condizioni atmosferiche: il freddo fece ghiacciare la strada impedendo l’utilizzo delle auto e costringendo a portare a piedi tutto l’equipaggiamento. Bruce si slogò una caviglia mentre le attrici iniziavano a snervarsi non poco a causa delle pesantissime lenti bianche che le costringevano a recitare in uno stato di perenne cecità.

La casa: un granguignolesco esempio di cinema puro, fatto per passione e non per soldi

La casa

Le previste 6 settimane di riprese si prolungarono fino al gennaio del 1980, sul set erano rimasti solamente, oltre a Raimi, gli stremati Bruce e Robert più qualche amico messo lì a fungere da controfigura. Alla luce dei fatti non meraviglia la dichiarazione dello stesso Campbell: “Non avevo mai fumato prima. Avevo 21 anni e… abbiamo anche scoperto che l’erba in Tennessee era abbastanza buona”. Fu proprio nella parte finale di questo eterno lavoro che vennero fuori le sequenze deliranti che riprendono Ash con primissimi piani, ultimo superstite intento ad attendere armato l’ultimo sfogo infernale prima della bramata alba: una scena lunghissima e tesa da rosicchiamento unghie!

Bruce Campbell si rivela nella sua inesperienza un perfetto protagonista, i dialoghi sono del tutto ininfluenti in quanto a fungere da linguaggio è proprio la regia (i movimenti veloci, i primi piani, le soggettive durante gli inseguimenti) e se gli effetti speciali oggi ci sembrano un po’ naïf (ma ammirevoli tenendo conto del budget e dell’inventiva) non possiamo negare che la rappresentazione di quest’invisibile forza demoniaca che rincorre, sfigura corpi e si serve dei rami per intrappolare i malcapitati faccia ancora oggi accapponare la pelle.

La casa: una pellicola che straborda sangue da ogni lato

A stuzzicare l’acquolina del pubblico fu anche quell’X-Rater che etichettò da subito La casa dal momento che la pellicola straborda sangue da ogni lato: amputazioni, smembramenti, crani che esplodono, viscere putride e schifezze varie sono presenti durante tutto il film, con un climax che ci dona un finale aperto pazzesco. Ad un certo punto fu addirittura necessario cospargere il pavimento del cottage con della cenere per fare in modo che gli attori non scivolassero a causa delle enormi quantità di sangue finto cosparse per tutta la casa! A destare scandalo fu anche la sequenza in qui Elen Sandweiss viene letteralmente stuprata dai rami del bosco, la stessa attrice rimase alquanto contraddetta e sorpresa durante la prima del film quando vide questa scena aggiunta in post-produzione.

La casa

Finisce (o inizia se preferite) così la storia di un film “che tanto non avrebbe visto nessuno” destinato invece ad essere il primo di una lunga saga fenomeno di culto. Ci siamo dilungati parecchio ma era proprio necessario perché La casa, inconsapevolmente, scrive e cambia a suo modo la storia del cinema horror; non è uno di quel film che si può vedere slegato al suo contesto e alle sue vicissitudini, fermandosi ai dialoghi, agli effetti speciali… La casa è un granguignolesco esempio di cinema puro: fatto per passione e non per soldi.

Nel caso ve lo foste domandato, quella tenera catapecchia in cui Raimi girò il film (che tra l’altro non possedeva nemmeno una cantina) fu distrutta da un fulmine.

Regia - 5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.3