La classe degli asini: recensione del film tv con Vanessa Incontrada e Flavio Insinna

Ieri sera, lunedì 14 novembre, è andato in onda su Rai 1 il film drammatico La classe degli asini, un film tv diretto da Andrea Porporati (Le ali, Faccia d’angelo) ed interpretato da Vanessa Incontrada, Flavio Insinna e Fabio Troiano.

La classe degli asini è un film tv andato in onda su Rai 1 che ha raccontato la vera storia di Mirella Antonione Casale, una donna coraggiosa che intraprese una battaglia per il riconoscimento del diritto ai ragazzi disabili di frequentare insieme agli altri bambini la scuola dell’obbligo.

La classe degli asini

Il film tv si ispira liberamente – è sempre bene sottolinearlo – alla vita di Mirella Antonione Casale, un’insegnante e madre di una bimba con un grave deficit psicomotorio. Mirella, nella seconda metà degli anni Sessanta, cominciò una strenua lotta per il riconoscimento del diritto ai ragazzi disabili di frequentare insieme agli altri bambini la scuola dell’obbligo. Una battaglia lunga e difficile che nel 1977 portò il Parlamento all’approvazione di una legge che cancellò definitivamente le “classi speciali” o “classi differenziale”, dette anche le classi degli asini.

La classe degli asini

La storia de La classe degli asini, ambientata a Torino, ruota tutta attorno a Mirella e a sua figlia Flavia, una bambina che a 8 anni non è mai andata a scuola a causa di una malattia che le è stata diagnosticata quando aveva pochi mesi e che le impedisce di parlare e camminare. Mirella, però, è anche un’ insegnante, nella sua stessa scuola insegna Felice Giuliano, un professore lontano da regole ferree e obsolete e amatissimo dei suoi alunni, tra i quali spicca anche Riccardo, un bambino dalla vita complicata, che a seguito di comportamenti incompresi viene spedito a vivere in un istituto.

Felice si oppone alla decisione, approvata inizialmente persino da Mirella, e fonda, con pochissime risorse, una scuola sperimentale, ovviamente non riconosciuta. Mirella a sua volta scopre l’Anfass, l’unica associazione che si occupa delle famiglie dei bambini portatori di handicap. L’alleanza nella battaglia dei due insegnanti, non con poche difficoltà, porta alla chiusura dell’istituto educativo dai metodi discutibili e Mirella viene nominata preside della scuola.

Intelligentemente la coraggiosa donna sfruttando un cavillo burocratico decide di creare delle classi miste, senza distinzione, dove possono studiare tutti. Una novità che nonostante remore e contrasti, diviene legge, dopo l’approvazione del ministro Franca Falcucci. La legge è la 517 del 1977: la legge che abolisce definitivamente La classe degli asini.

La classe degli asini è un prodotto che, ben lontano dai dettami puramente cinematografici, si mantiene sobrio e in linea con ciò che la Rai, tramite la sua rete ammiraglia, fa anche attraverso i racconti di finzione – le tanto incomprese fiction: il servizio pubblico. Raccontare una storia di impegno civile come quella di Mirella Casale,  una storia che ha portato all’abolizione delle classi differenziali, equivale a raccontare una storia della nostra Italia, oltre che a rendere semplicemente onore al merito.

La classe degli asini

In La classe degli asini si espleta una narrazione romanzata ben calibrata con il peso di una vicenda tristemente reale, il cui lieto fine ha rappresentato un passo avanti per il nostro paese.

La classe degli asini è un’opera filmica complessivamente bella, con interpretazioni convincenti, giustamente lucida e inclemente nel racconto della lotta per abolire le classi differenziali che – a pensarci bene – esistevano fino a pochi anni fa. Le classi differenziali non erano, e probabilmente non sono, nient’altro che dei muri che stabilivano il confine entro il quale relegare una diversità. O relegare, leggendo la situazione al contrario, una normalità.

Muri che chiudevano le porte all’integrazione e alla comunicazione, non considerando la diversità come fonte di ricchezza.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.2