La Coppia dei Campioni: recensione

La Coppia dei Campioni, il nuovo film di Giulio Base, in uscita il 28 aprile con Notorioius Pictures, è una commedia dallo stile vanziniano, ricordante i classici cinepanettoni natalizi ma con qualche ingrediente in più che lo contraddistingue. Piero Fumagalli (Massimo Boldi) è un ricco direttore marketing milanese di una multinazionale mentre Remo Ricci, detto Zotta, è un impiegato romano di periferia, di quella stessa azienda. Nonostante le diversità di ceto, culturali ed economiche, questi due uomini si ritrovano a condividere un’esperienza dovuta alla fortunata vincita, alla lotteria aziendale, di un paio di biglietti per la finale di Champions League a Praga, ma a una condizione: riportare una foto della partita insieme all’incantevole coppa. La mancata prova della partita comporta il licenziamento istantaneo dal lavoro. Il loro rapporto, fin da subito conflittuale, ha inizio per la prima volta all’imbarco per Praga. A causa di una forte turbolenza l’aereo è costretto a un atterraggio in Slovenia e da qui inizierà un viaggio ricco di disavventure, gaffe e coincidenze che i due uomini si ritrovano ad affrontare.

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Giulio Base dirige egregiamente un road movie con il duo comico Boldi-Tortora attraverso una regia divertente, riuscendo a mettere in risalto le personalità dei due protagonisti e a sottolinearne l’evidente diversità tra il nordico milanese e il ‘coatto’  romano, ma la sceneggiatura si presenta scarsa fin dai primi dialoghi. Anche le battute, pur essendo divertenti e azzeccate nel contesto narrativo, risultando talvolta grossolane; mancando di mettere in luce il talento ben celato di Boldi e Tortora. Entrambi riescono ad improvvisare e cambiare registro, passando da uno status comico a uno drammatico con naturalezza, regalando talvolta emozioni amare e malinconiche. La bravura dei due attori infatti riesce a colmare anche la mancanza della cura relativa alla psicologia dei protagonisti, grazie alla forte intesa – che mette comunque in ombra interpreti di contorno come Anna Maria Barbera e Massimo Ceccherini. Un’intesa che Boldi dopo De Sica non è più riuscito a ritrovare, nonostante abbia lavorato con molti partner e sia diventato nel tempo un campione d’incassi del box office italiano.

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Ritornando alla contrapposizione tra nord e sud, il regista non fa che sottolineare l’evidente diversità culturale vigente nella nostra Penisola, facendo de La Coppia Dei Campioni una commedia che non travalica i comuni clichè italiani. Quelle tipiche commedie a cui lo stesso Massimo Boldi ha preso parte in gran parte della sua carriera. Un esempio è Tifosi (1999) di Nero Parenti, girato assieme al suo amico ed ex collega Christian De Sica, in cui interpretava un classico tifoso milanista – ruolo rimasto tra l’altro nel film di Base.

La Coppia dei Campioni: una commedia divertente ma che non si stacca dai classici cliché

Se c’è un’innovazione nel film di Giulio Base, questa va ricercata indubbiamente nella struttura “spiral down” in cui i personaggi-eroi combattono faticosamente un ostacolo dopo l’altro senza mai migliorare ma al contrario scendendo sempre più in basso. Praga, la meta irragiungibile, resterà un lontano sogno ma il viaggio porterà la coppia dei campioni a costruire una crescita personale e umana nei confronti di valori importanti come la famiglia e l’amicizia.

LEGGI QUI l’intervista al cast de La Coppia dei Campioni

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 1.5
Emozione - 1.5

1.9