RomaFF14 – La famosa invasione degli orsi in Sicilia: recensione
La famosa invasione degli orsi in Sicilia conquista per l'incanto e l'originalità della sua animazione, ma non convince sotto il punto di vista narrativo.
Ci sono animali maestosi, un’isola prima della sua trasformazione, maghi con le bacchette e solo due incantesimi rimasti a disposizioni. C’è la fantasia, quella viva di Dino Buzzati, che vede le pagine del romanzo a puntate, poi assemblate insieme de La famosa invasione degli orsi in Sicilia prendere vita per il grande schermo. È alla base del libro, datato 1945, che prendono forma animata i protagonisti della pelliccia bruna e affezionati alla natura incontaminata, che se nell’opera letteraria venivano illustrati dallo scrittore, ad occuparsene per la propria immagine cinematografica è Lorenzo Mattotti.
Dalla sezione di Un certain regard della Festival di Cannes a quella di Alice nella città della Festa di Roma, La famosa invasione degli orsi in Sicilia ricerca la brillantezza dei testi di Buzzati, che si intravedono nel marasma di colori e figure della storia, rivelandosi interessante più per la conformazione visiva e cromatica della pellicola, che per il racconto da cui prendono ispirazione i due personaggi cantastorie.
La famosa invasone degli orsi in Sicilia – Quando la storia ha altro da raccontare
Leonzio è un re buono. Gestisce il popolo degli orsi, fa in modo che ogni cittadino abbia la sua dose di cibo annuale, soprattutto quando sta per sopraggiungere l’inverno, che porterà con sé il momento per gli animali di andare in letargo. Ma per il sovrano dall’animo tormentato le stagioni si susseguono tutte uguali, trascorse su una roccia senza distinguerne alcuna differenza, tutto questo da quando Tony, orsacchiotto figlio del reale, è scomparso nel nulla. Cercando provviste per il lungo sonno e sentendo nel proprio cuore la presenza del giovane orso, Leonzio si fa convincere per scendere a valle fino alla città oltre le montagne, luogo di lotta, sfida, condivisione e aiuto, per cui si prospetta un lungo e duraturo futuro. Un domani in cui, chissà, umani e orsi potrebbero vivere insieme, sempre che la loro pace non venga messa a dura prova…
Esistono sempre dei continui alla storie che si raccontano. Momenti successivi a quelle chiusure che speriamo restino liete e durature, che entrano nei particolari per ampliare la storia che si era conosciuta, mettendo in mostra un mondo che rimane, solitamente, al di fuori dalla consueta visione. Narrazioni che, a volte, come in occasione de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, vengono introdotte e messe in scena da presentatori ufficiali, uomini e donne di spettacolo che con piroette, musica dal vivo e siparietti, intrattengono grazie ai propri racconti presi, più o meno verosimilmente, dalla realtà. È più o meno questa la dinamica del film di Lorenzo Mattotti. Alla sceneggiatura insieme a Jean-Luc Fromental e Thomas Bidegain, il regista non solo divide il proprio film in una sorta di ambivalente momento separato della leggenda di Leonzio e dei suoi compatrioti, ma distacca ancor più due ulteriori elementi della narrazione, come quello della storia in quanto tale e della sua fisionomia.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia – La conquista estetica, contro il dispiacere del contenuto
In un’eccessiva semplicità di scrittura, dove sono eventi che spesso rimangono disconnessi tra loro a portare avanti la vicenda del re orso e della sua esplorazione disperata, e in cui non è nemmeno la metafora di fondo a sostenere l’esposizione del film, è la controparte della composizione animata a conquistare per i suoi giochi fatti di cerchi, quadrati, rettangoli e simmetrie. Un design geometrico di cui la mano animata del film ammorbidisce gli angoli e le forzature, pur mantenendo continuamente una combinazione di incastri e rigorosità da rendere inappuntabile qualsiasi aspetto del suo assetto visivo. Con una palette di colori che parla direttamente al proprio pubblico, indirizzandolo nei sentimenti, suggestionandone le sensazioni. Ma, soprattutto, impadronendosi dell’attenzione dello spettatore per la spettacolarità delle sue tinte e dei suoi abbinamenti, che scaldano talmente il cuore da non aver quasi bisogno di una vera storia da cui trarre sostegno.
Funzionando così bene sotto il punto di vista della propria realizzazione animata, ma, al contrario, disilludendo la speranza di accadimenti coinvolgenti o ben incastrati tra loro, La famosa invasione degli orsi in Sicilia appassiona per la fattura, ma non convince per l’avvicendarsi di situazioni, che si presentano fragili e mal abbinate nel proprio contenuto. Un film d’animazione che conquista grazie alla propria estetica, ma soffre dell’impossibilità di conciliarla insieme alla compattezza di una favola ben più strutturata.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, prodotto da Prima Linea Productions, sarà nelle sale dal 7 novembre, distribuito da BiM Distribuzione.