TFF34 – La felicità umana: recensione del documentario di Maurizio Zaccaro
La felicità umana è un documentario di Maurizio Zaccaro, presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 34. Attraverso interviste a studiosi, artisti, religiosi e persone comuni, il film si prefigge l’obiettivo di riflettere sull’essenza più pura e vera della felicità, proponendo serie e profonde riflessioni sul modo di vivere e sulle scelte politiche ed economiche della società contemporanea.
Fra gli altri, sono presenti ne La felicità umana in varie forme il regista e attore Sergio Castellitto, il regista e disegnatore Bruno Bozzetto, il regista Ermanno Olmi e il filosofo André Comte-Sponville.
La felicità umana: un quadro appassionato, ma non certo roseo, dell’attuale stato emotivo della popolazione mondiale
Che cos’è la felicità? Cosa possiamo fare per raggiungerla? Gli abitanti del mondo odierno stanno davvero facendo il meglio possibile per rendere e rendersi felici? A queste e altre domande cerca di rispondere La felicità umana, dando parola a un coro di voci variegate ed eterogenee, ognuna con proprie idee e la propria ricetta per vivere meglio. Assistiamo così a un continuo passaggio del testimone fra filosofi, artisti, economisti e persone della porta accanto, che come tante tessere di un puzzle apportano i loro contributi, spesso in antitesi fra loro, nel dipingere un quadro appassionato, ma non certo roseo, dell’attuale stato emotivo della popolazione mondiale.
Maurizio Zaccaro è abile nel gestire con i giusti tempi e modi le diverse personalità a sua disposizione, senza lasciare che nessuna di esse diventi preponderante all’interno della narrazione. Inevitabile che con così tanta carne al fuoco qualche passaggio e alcune delle tante storie umane risultino meno centrate e azzeccate, soprattutto nella parte finale, ma il risultato è comunque un prodotto di grande sensibilità e profondità, che in poco più di un’ora ci mostra vizi e miserie della nostra società, con il discreto ma deciso accompagnamento delle musiche originali di Yo Yo Mundi e Andrea Alessi e di brani di Beethoven.
La felicità umana in una vita semplice e modesta
Fra i passaggi più intensi e toccanti ci sono sicuramente le tristi e dolorose immagini degli atroci attentati perpetrati dall’Isis in Francia, che portano a una lucida e severa riflessione da parte di André Comte-Sponville sui danni che il fanatismo religioso ha fatto e continua tuttora a fare nella mente e nelle vite delle persone. Su schermo scorrono poi le immagini e le parole del celebre discorso di Robert Kennedy sul PIL, unità di misura economica che indica la ricchezza di un popolo, ma che non comprende aspetti e attività fondamentali nel determinare la salute e la felicità delle persone. Argomentazioni simili arrivano anche dal discorso dell’ex presidente uruguaiano José Mujica, che invoca più tempo libero per le persone e meno energie spese nel lavoro.
Tessendo la sua trama, che con il passare dei minuti prende sempre più forma, Maurizio Zaccaro continua la sua ricerca della ricetta perfetta per la felicità dando voce ai singoli: una coppia italo-danese che spiega perché la Danimarca è considerata la nazione più felice del mondo, una suora che ha trovato il senso della propria esistenza in una vita umile e interamente dedicata alla fede. Esperienze di vita diverse, ma accomunate dalla capacità di trovare gioia e soddisfazione in una vita semplice e modesta. Il fine ultimo de La felicità umana è infatti proprio quello di mostrare il fallimento di un intero sistema, che con la sua corsa sfrenata verso la ricchezza e il superfluo ci sta inesorabilmente rendendo tutti più tristi e soli, facendoci perdere di vista la gioia delle piccole cose e dei rapporti affettivi.
La felicità umana cerca nel particolare la chiave di volta per comprendere l’universale
La felicità umana è un film onesto e sincero, che cerca nel particolare la chiave di volta per comprendere l’universale, fornendo utili spunti di riflessione per la ricerca della tanto agognata felicità. Un piccolo grande film, certamente non adatto a tutti i palati, ma che saprà stimolare e soddisfare chi sarà disposto a coglierne la più intima essenza.