La lista dei miei desideri: recensione della rom-com di Netflix
Tinte romance e drammatiche nell'emozionante love story basata sul romanzo bestseller di Lori Nelson Spielman.
“Ci sono i fatti, e poi c’è la verità“. Un fatto è che La lista dei miei desideri è un film commovente, strappalacrime e sentimentale, la verità è che è un valido dramma emotivo che punta tutto su una sceneggiatura basata sulla proprietà intellettuale e su un cast dal fascino genuino. Ben adattato con lo scopo di catturare l’interesse del pubblico televisivo, il nuovo film presente fra i titoli originali proposti da Netflix porta la protagonista a riscoprire i suoi sogni perduti (e ad affrontare un percorso doloroso ma necessario per ritrovare se stessa). La lista dei desideri, basato sul romanzo bestseller di Lori Nelson Spielman, segue infatti Alex in un insolito viaggio pilotato da brevi video lasciati dalla madre defunta.
Per aiutarla a ritrovare se stessa, la madre lascia in eredità ad Alex una lista di desideri da avverare…

La lista dei miei desideri, diretto da Adam Brooks che usa per lo più la macchina fissa, facendo entrare ed uscire gli attori dalla scena, è incentrato su una giovane che si chiama Alex (Sofia Carson) la quale, accontentandosi, ha messo da parte il suo grande sogno dell’insegnamento per lavorare semplicemente per l’azienda di cosmetici appartenente a sua madre. Quando quest’ultima, interpretata da Connie Britton,muore, Alex si trova di fronte a una sfida che le cambierà la vita. Per poter ricevere la sua eredità deve completare una lista di desideri realizzata a soli tredici anni, e per poterlo fare dovrà uscire ogni volta dalla sua zona di comfort.
Un viaggio verso l’introspezione e la ricerca di significato
La protagonista cita Moby Dick e Amleto, e difatti inizia a guardare alla sua esistenza da una prospettiva molto più ampia. Si interroga, analizza se stessa, ragiona e soffre sotto una continua pressione emotiva. Ne emerge una visione della vita che, quasi come l’opera di William Shakespeare, si allontana dal semplice concetto di “tragedia”, e diventa uno schema sulla condizione umana. Se da un lato il regista imprime il suo caratteristico tocco di commedia romantica, dall’altro realizza uno spettacolo capace di intrattenere chi guarda, che si focalizza su introspezione, ricerca di significato e legami autentici (proponendo finanche un infallibile test del vero amore).
La lista dei miei desideri è solo un’altra love story di Netflix? Prevedibile però piacevole e significativa

I punti di forza del film sono il fascino e la sincerità dei personaggi principali affidati ad attori che riescono a tradurre in modo soddisfacente questi aspetti. In molti stanno criticando l’incapacità del film di soddisfare le sue premesse (soprattutto quelle relative a un’esplorazione profonda del dolore) ma non crediamo che sia da bocciare. Crediamo che il regista abbia voluto rappresentare sul piccolo schermo quel tipo di disperazione che si prova quando si è vivi senza provare più emozioni. Quando si è fermi su una pagina della propria vita, spenta e senza testo. Alex lo spiega bene in una scena del film in cui torna a citare Amleto e annuncia il nuovo compito ai propri studenti: “voglio scriviate qualche riga su un momento in cui avevate qualcosa di tanto importante da fare, ma come Amleto, non riuscivate a trovare il modo di agire“. Ci sembra che tutto il film (molto raffinato, che potrà non piacere e non essere capito da tutti) sia basato su questo concetto: quando ti trovi in un punto morto della tua vita, è il momento di agire. Trovare il modo per spostarti da quel punto è uno dei lavori che vanno fatti di fretta. E Alex ha tempo fino a Capodanno!
La lista dei miei desideri: valutazione e conclusione
Per tutte queste ragioni abbiamo apprezzato la capacità del film di amalgamare – in modo da riuscire -aspetti romance e dramma, la profondità emotiva e soprattutto la premessa della storia (evidentemente molto sentita anche dagli attori). Perché La lista dei desideri è a suo modo molto intimo. Sarà pure solo un’altra (prevedibile) love story di Netflix, adatta per trascorrere una serata, ma con un happy ending anelato dal pubblico e cliché che si rivelano addirittura graziosi.