La madre degli elefanti: recensione del documentario Apple Tv+
Un documentario per tutta la famiglia che ci porta alla scoperta di animali meravigliosi.
Athena è la matriarca di un branco di elefanti, costretta a portare la sua famiglia attraverso la savana africana alla ricerca di acqua. Questo è il centro di La madre degli elefanti (2019), il documentario di Mark Deeble e Victoria Stone, presente su Apple Tv+.
La madre degli elefanti: un canto d’amore verso animali meravigliosi
Il racconto di Athena è un viaggio epico di amore e di coraggio da parte della matriarca ma anche dei due registi verso questi animali, è un ritorno a casa non facile che tocca profondamente il cuore. Athena è maestosa, saggia – è lei a decidere cosa fare nei momenti cruciali del loro andare -, conosce le regole della natura – sente l’arrivo della pioggia prima che essa inizi a cadere -, fa di tutto per la sua famiglia, deve salvarla e per questo è disposta a qualunque scelta. I cineasti e i coniugi, Stone e Deeble, hanno filmato la mandria di elefanti per quattro anni e non erano sicuri del risultato perché inevitabilmente ciò che filmavano era imprevedibile e poteva essere utile allo scopo o meno. Il loro intento era uno: raccontare una storia emotiva, sincera, un atto d’amore verso una specie minacciata dall’uomo e dalla natura. Il primo passo sembrava semplice, ma non lo è stato poi molto, trovare i protagonisti e in seconda istanza aspettare e, addirittura, sperare. I due raccontano che per scegliere il branco giusto, capeggiato da un’elefantessa carismatica, capace di rappresentare la leader di cui avevano bisogno ci sono voluti 18 mesi. Athena è questa matriarca, è forte, risoluta, enorme ma anche fragile, mostra infatti anche la sua dolcezza con il piccolo Mimi, malnutrito e di salute cagionevole.
Per quattro anni, i registi hanno seguito le creature più maestose della Terra, e ciò che si evince dal documentario è proprio l’intimità e il rispetto per questi animali in un film che sa di realtà e di verità.
La madre degli elefanti: il racconto di una grande matriarca
L’incipit di La madre degli elefanti è un’immersione commovente nella natura che acquista un valore ancor più importante in questo momento di emergenza sanitaria. Chiwetel Ejiofor narra questa storia portandoci in un mondo per lo spettatore molto lontano; The Elephant Queen trasforma la condizione degli elefanti in un’Africa, devastata dai cambiamenti climatici, in una storia di sopravvivenza. La stagione secca sta arrivando e questo vuol dire che Athena e la sua famiglia hanno poco tempo, il viaggio attraverso il continente verso un rifugio deve iniziare. Questa è una marcia dolorosa perché è dura, difficile e lo sarà ancora di più per la matriarca. Senza acqua, con il timore di non arrivare mai alla meta, la perdita struggente e dolorosa di Mimi puntellano la storia che si fa avventura per famiglie, una lettera d’amore cinematografica per una specie minacciata – i cambiamenti climatici hanno inevitabilmente un impatto sul pianeta, le fonti alimentari sono sempre più rare e le giornate di questi animali vengono scandite dalla siccità e quindi dalla ricerca dell’acqua.
Le immagini parlano da sole, sono forti, drammatiche e non hanno bisogno di troppe parole; pensiamo al dolore di Athena che quando perde il suo cucciolo è talmente potente, drammatico da essere immagine “totale”, piena di senso in sé. Ciò che stupisce è lo strazio di quella mamma elefante che barrisce con tutta se stessa e in esso lo spettatore rivede il dolore umano, di chi si dispera per la perdita di una persona cara.
Un altro momento pieno d’importanza è quello in cui la mandria, dopo che Athena ha preso una decisione difficile – ritornare a casa -, trova un teschio di elefante, quindi di un simile che non ha avuto la stessa sua fortuna, e, proprio come noi, celebra, quasi per un istinto universale, il defunto posizionando delicatamente i tronchi su di esso. Tutta questa forza e emotività che trasuda da ogni gesto, da ogni barrito, fa sentire il nostro grande mondo un po’ più piccolo e fa sentire tutti accomunati da un respiro comune.
La madre degli elefanti: una storia molto commovente ed emozionante per famiglie che si perde raccontando anche altri animali
The Elephant Queen è un documentario per famiglie che porta a termine il suo compito, raccontare una storia e lo fa anche abbastanza bene; non si può non rimanere colpiti da quei maestosi animali che fanno di tutto per sopravvivere, non si può non commuoversi per Athena e per la sua caparbietà e tenacia, non si può non avere il cuore a pezzi nel momento in cui capiamo che uno dei suoi cuccioli non c’è più. In questo il film risulta riuscito, nel racconto di una “famiglia” che deve superare ostacoli per tornare a casa, ma il documentario ha dei vuoti, dovuti forse al fatto che soprattutto nella prima parte si perde nel raccontare le altre specie alla ricerca dell’acqua proprio come il nostro branco, la storia di Stephen e delle anatre, quella delle rane toro che si accoppiano. Tutto questo interrompe la continuità della narrazione che si annacqua.
Allo spettatore non resta che perdersi in quel mondo enorme e magnifico che in questo periodo appare ancora più bello e magico.