La musica del silenzio: recensione del film biografico su Andrea Bocelli
Michael Radford, regista de Il Postino, scrive e dirige La musica del silenzio, con cui narra la gioventù di Andrea Bocelli e la sua scalata al successo, tra sacrifici, difficoltà e soddisfazioni.
La scalata al successo è costellata da numerosi ostacoli, coronare un sogno richiede enormi sacrifici, spesso più di quanti si potrebbero mai immaginare. Frequentemente si tende a guardare solo il lato meraviglioso del raggiungimento di un traguardo, per trascurare invece il cammino che è stato necessario compiere per arrivare al proprio obiettivo. Michael Radford, il regista de Il Postino, si è incentrato, invece, proprio su quest’aspetto del successo ne La musica del silenzio, pellicola biografica ispirata alla vita e all’iniziale carriera del maestro Andrea Bocelli.
Ne La musica del silenzio Andrea Bocelli appare attraverso il suo alter ego, di nome Amos Bardi, un giovane colpito fin dall’infanzia da un grave problema agli occhi, che lo costringe a sottoporsi a vari interventi chirurgici, per evitare la totale cecità. Durante i suoi lunghi soggiorni in ospedale, Amos inizia ad aggrapparsi all’unica cosa che può offrirgli un po’ di conforto: la musica. Purtroppo i medici non sono fiduciosi riguardo alla guarigione del bambino, e per tale motivo i genitori decidono d’inserire Amos in un istituto per non vedenti, e imparare così il Braille, staccandosi per un periodo dalla sua famiglia.
Tra un approccio maggiore alla musica, grazie al contributo dello zio che insiste a iscriverlo a vari concorsi canori, e l’apprendimento nell’istituto, la vita di Amos sembra procedere senza ulteriori intoppi, fino a che un giorno, una pallonata agli occhi, non lo porta alla totale cecità.
La musica del silenzio – Michael Radford offre un’intensa emozione presentando le varie fasi della vita di Bocelli
Ognuno ha un proprio piano divino, ma cosa fare quando questo ti offre una voce meravigliosa come dono della natura, ma al tempo stesso ti priva del senso forse più importante di tutti, la vista. Michael Radford ci permette di entrare a 360° nella gioventù di Andrea Bocelli, rendendo partecipe lo spettatore della sofferenza, delle delusioni, dei barlumi di speranza provati dallo stesso tenore prima di diventare il maestro che tutto il mondo conosce.
Il regista ha sapientemente narrato gli eventi più significativi dell’infanzia, dell’adolescenza e della fase adulta di Bocelli, fornendo un esaustivo ed emozionante quadro generale della sua biografia. Al tempo stesso, Radford ci ha permesso di “entrare in contatto” con le numerose figure rilevanti della vita del tenore: a partire dai suoi genitori, passando per lo zio, alcuni compagni dell’istituto e dell’università, fino ad arrivare al maestro che l’ha spinto a relazionarsi concretamente con le nozioni della musica e le tecniche della voce.
La campagna toscana fa da sfondo idilliaco alla tumultuosa vita di Amos/Bocelli, un ossimoro che si scioglierà nel momento in cui il protagonista afferrerà il sogno tanto agognato. Radford ha sviluppato egregiamente una sceneggiatura scritta a più mani, in collaborazione con Anna Pavignano e lo stesso Andrea Bocelli, completando ogni tassello del puzzle della vicenda tratta dall’omonima autobiografia The Music of Silence: A Memoir.
La musica del silenzio – Andrea Bocelli appare in un cameo voluto dal regista
Succede sempre così, nella vita può accadere di dover mettere da parte i propri sogni, tornare coi piedi per terra, e guardare in faccia la dura e cruda realtà. Il proprio desiderio, nel frattempo, rimane in un angolo pronto a far capolinea ogni volta che se ne presenti l’occasione; e la musica è stata la grande compagna dell’esistenza di Bocelli, la sua linfa vitale, la sua segreta confidente. Ne La musica del silenzio è possibile ascoltare anche alcuni brani composti in gioventù, mai sentiti prima d’ora. La voce narrante dello stesso tenore, voluto fortemente dal regista, accompagna lo spettatore nel corso della pellicola, consentendo di entrare maggiormente in sintonia con le gioie e le difficoltà del maestro.
Un cast d’eccezione presenta i personaggi determinanti nella vita privata e nella scalata al successo del tenore. Superba l’interpretazione del giovane Toby Sebastian, attore e musicista inglese, che si è calato perfettamente nei panni del protagonista, tanto da sembrare un piccolo doppione di Bocelli in ogni minimo gesto e in ogni espressione, anche quella più impercettibile.
Luisa Ranieri interpreta la madre di Amos, esibendosi in diverse intensità espressive, dalla disperazione nello scoprire che il figlio è diventato completamente cieco, fino alla gioia incontenibile nel vedere quello stesso figlio, che tanto ha sofferto, su un palco insieme a Zucchero Fornaciari. Presente anche Antonio Banderas, che ha dato vita a un severo ma impeccabile maestro di musica; un insegnante che gli ha imparato l’importanza del silenzio, la musica del silenzio, e che ha letteralmente spalancato le porte alle sue già sorprendenti doti.
La musica del silenzio è un inno alla vita, un inno al raggiungimento di un sogno conquistato con tanti sforzi, delusioni e sacrifici, è la dimostrazione che la tenacia e la determinazione sono qualità essenziali per fare in modo che l’impossibile diventi possibile. Come sostiene Bocelli: “Niente è lasciato al caso. Tutto è già stato deciso da Colui che veglia sempre su di noi. La vita è un’opera d’arte, e non bisogna mai arrendersi”.