La Notte del Giudizio – Election Year: recensione del film di James DeMonaco
La Notte del Giudizio – Election Year è l’ennesimo terrificante capitolo sulle 12 ore di anarchia più famose e temute di sempre, proclamate ogni anno dai “Nuovi Padri Fondatori d’America”.
Nonostante gli avvenimenti passati, narrati nel precedente capitolo, torna con ingiustificata prepotenza il fenomeno “Sfogo annuale”, dove ogni cosa è concessa, tra cui l’omicidio. A dirigere questa temibile “bomba sociale in pellicola” il solito James DeMonaco, determinato a mostrare le origini e le cause di questo malessere collettivo – caratterizzato da violenza ed insensibilità – soffermandosi anche sulle figure dei Nuovi Padri Fondatori e della Resistenza.
Visti i precedenti successi, tornano a collaborare con DeMonaco i produttori Jason Blum della Blumhouse Productions (che vanta lavori come Paranormal Activity, Insidious o Sinister), Michael Bay, Brad Fuller, Andrew Form della Platinum Dunes insieme a Sébastien K. Lemercier.
La Notte del Giudizio – Election Year: anarchia come forma
d’arte espressiva?!
La Notte del Giudizio – Election Year non è tanto dissimile nella sua interezza dal secondo capitolo di questa cruenta trilogia; l’unica caratteristica capace di differenziare tale pellicola è la componente politicizzante che fa il bello e il cattivo tempo durante il proseguito della narrazione. Questa cupa e macabra scenografia – in qualche modo fortificata dalla fotografia di Jacques Jouffret – che funge da “nucleo” per questo implacabile “sfogo” sociale composto da violenza, insensibilità ma soprattutto morte.
Anche in questo terzo capitolo James DeMonaco calca abbastanza la mano, offrendo una particolareggiata “deturpazione della carne”.
Gli accenni riflessivi non mancano, perché nonostante l’eccesso minimalista sul piano stilistico, il film presenta – seppur come elementi di contorno – una sequela di problematiche sociali connesse alla mal gestione governativa.
Nell’intera trilogia firmata DeMonaco gioca un ruolo fondamentale il concetto di anarchia, fatto trasparire come una sorta di “apparato vivente”, capace di influenzare con i suoi effetti, lo status morale di una società già assorta in un medio-progressismo insano e da un consumismo “edonistico” fine a se stesso.
In La Notte del Giudizio – Election Year c’è una voglia malsana di voler mostrare il processo “naturale” di questa mentalità fin dal principio, analizzando sia l’evoluzione del fenomeno sia le conseguenze derivanti da esso. Attraverso questo excursus sociologico, DeMonaco riesce nel suo intento, ovvero eseguire una rappresentazione del tutto minimalista dell’anarchia usandola quasi come un’atipica forma d’arte espressiva. Percepibile il simbolismo riguardo il ruolo della maschera, fatto trasparire dal regista attraverso un’evanescente scenografia. La maschera intesa come manifestazione di un’alienazione collettiva, come un mezzo di totale separazione dalla consuetudine eseguito paradossalmente da una pluralità di soggetti.
Il sogno americano è ancora vivo!
Difficile trovare una giusta omologazione de La Notte del Giudizio: Election Year; da un lato si respira un duro “sfogo” totalmente anti-americano, con una rappresentazione quasi semplicistica della società statunitense contemporanea. Da un altro lato, invece, si intravedono accenni di speranza e di sana americanità orientandosi su un’idea politica liberista, fondata sul senso dei valori ma soprattutto sul rispetto della vita.
DeMonaco dunque effettua un ennesimo capitolo che volente o nolente scuote empaticamente lo spettatore. Le pecche stilistiche persistono; dall’eccessivo impiego di dialoghi ai limiti del rozzo fino a passare ad alcune incongruenze narrative minimamente accettabili. Le musiche curate da Nathan Whitehead sono un incentivo utile ad ottimizzare un lavoro che ha una ritmicità scoordinata, a tratti altalenante, a sostegno di uno script troppo eterogeneo e sofisticato da essere assimilato.
La Notte del Giudizio – Election Year uscirà in sala giovedì 28 luglio per Universal Pictures International Italy. Nel cast sono presenti Frank Grillo, Elizabeth Mitchell ,Mykelti Williamson , Edwin Hodge , Betty Gabriel, Kyle Scor, Joseph Julian Soria.