La parata dei cuori: recensione del film Netflix di Filip Zylber

Dal 15 giugno su Netflix c'è La parata dei cuori, rom-com polacca su una giovane donna impaurita dai cani che troverà l'amore nel corso dell'organizzazione annuale della parata di bassotti.

Quando ci si trova di fronte a un film non riuscito in cui, tra i protagonisti, figura anche un cane, il commento più facile con cui giocare verbalmente sarebbe quello, classico, sugli attori cani. Un accostamento sarcastico e pungente per sottolineare quanto la performance dell’interprete in questione sia fondamentalmente, semplicemente brutta; un offesa bella e buona per colpire le discutibili capacità sulla scena. Ne La parata dei cuori, film Netflix disponibile dal 15 giugno e già in top 10 dei più visti, i cani stavolta non sono i membri del cast, i quali, per quanto la frivola sceneggiatura non gli permetta chissà quale lavoro d’introspezione, tutto sommato sembrano cavarsela.

L’accusa canina invece è da addebitarsi agli autori responsabili dello script, la terzina composta da Wiktor Piatkowski, Natalia Matuszek e Marianna Pochron, scrittori emergenti a parte il primo, la cui idea principale, ovvero quella di raccontare il superamento della paura dei cani da parte di una giovane di Varsavia, viene vanificata in un film ridicolo e svilente per tutti gli appassionati cinefili oltre a quelli cinofili.

Magda ha paura dei bassotti. Noi vorremmo vedere in scena solo loro

la parata dei cuori cinematographe.it

Protagonista della storia è la cinofobica Magda (Anna Próchniak), l’assistente di un canale tv polacco, rimasta traumatizzata in infanzia da un morso di un bassotto che ancora oggi le impedisce di interagire con gli amici a quattro zampe, animali che puntualmente incontra quando va a fare jogging ma che la immobilizzano impaurita costringendola a cambiare strada. Nella serata della sua promozione però, la direttrice di rete le affida, guarda caso, il suo bassotto a pelo corto con qualche problema di salute, e lei, incapace di prendersene cura, glielo restituisce la sera stessa in condizioni di pre morte.

Detto addio alla promozione e allontanata dalla scrivania, a Magda viene in mente di passare qualche settimana nella lenta e burocratica Cracovia per seguire di nascosto l’attesa parata che ogni anno si svolge in centro città per onorare la razza dei cani che lei stessa teme, infiltrandosi nel comitato organizzativo per riprendere tutto con il proprio cellulare, perché, (anzi, perché non si comprende), l’evento è riservatissimo e non ammette la presenza della stampa neanche ci fosse dietro qualcosa di losco. Chiaramente ad ospitarla si apriranno le porte di casa di Krzysztof e Karol (Michal Czernecki e Iwo Rajski), padre single e figlio unico con bassotto a pelo duro annesso, Kakao, la cosa migliore del film, e fra Madga e il bell’artista nascerà l’amore.

La parata dei cuori: la festa dei cani e degli autori “cani”

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Rom-com intollerabilmente prevedibile e dalla noia sconfinata, La parata dei cuori insiste su tutti i limiti di un cinema usa e getta che tante volte abbiamo lamentato su queste pagine, produzioni a basso budget e a corto di idee che ripetono allo sfinimento le medesime dinamiche sentimentali, più simili alla sit-com che al lungometraggio vero e proprio. Affastellato in sequenze messe in piedi con mediocrità per suscitare sorriso o risata a seconda del gusto dello spettatore, il film è insoddisfacente sotto molti aspetti, anche per chi vorrebbe quantomeno divertirsi di più nel vedere l’interazione fra un cane e un essere umano, relazione che qualche sana emozione spesso la regala eccome.

L’opera settima di Zylber (Amore al quadrato), regista e scrittore navigato viste le serie tv che ha diretto dal 1993 ad oggi, non riesce nemmeno a sfruttare la dolcezza e l’adorabilità dei cani che ha sul set, utilizzandoli per veicolare una love story in divenire di cui non percepiamo alcuna attrazione, forzata e banale come troppe volte accade, in cui le cose accadono con illogica semplicità e si rimettono a posto con altrettanta incoerente facilità.

Rimane allora l’immagine di Kakao, cane della casa che salverà Madga dalla sua paura, a terra fisso verso i suoi attori, incredulo e diffidente rispetto all’ennesima futile e sciocca scena in cui si è ritrovato a recitare.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.9

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