La piramide: recensione
Uscito quasi all’ombra di un assordante silenzio, La piramide di Grègory Levasseur è un film horror che non lascerà sicuramente dietro di se fiumi di lacrime per il suo breve e quasi insesistente passaggio cinematografico. Il cast composto da Ashley Hinshaw e James Buckley su tutti vede un team di archeologi impegnato nel recupero di una piramide, nel bel mezzo del deserto egiziano. Pur non essendo nato da un’idea totalmente sbagliata, il film presenta dei limita strutturali palesi che mostrano ormai come il genere dell’horror (quasi sempre ormai tratto da “storie realmente accadute”) faccia difficilmente presa sul pubblico, in cerca forse di nuovi stimoli attraverso orizzonti più freschi e armonici.
La trama, come già accennato in precedenza, vede protagonisti un gruppo di archeologi e documentaristi che durante il recupero di una piramide vengono presi alla sprovvista dallo scoppiare della rivolta egiziana. Per amore del progetto e per non abbandonare il prezioso reperto, il team decide di mandare un sonda all’interno del monumento ma qualcosa va storto e la sonda smette di inviare immagini e documenti al team. Disperati per non poter coprire le spese del prestito alla Nasa, il gruppo capeggiato da Nora (Hinshaw) e da Holden (O’Hare) si infiltrerà all’interno della piramide cercando di svelare il perchè la sonda abbia smesso di dare segni di vita. Non sanno che li aspetterà un vero e proprio incubo fatto di labirinti, cunicoli e mostri inaspettati. Scopriranno un terribile segreto che svelerà come una piramide molto più grande di quelle del complesso di Giza sia completamente sommerso sotto una montagna di sabbia, come se qualcuno voglia occultare per sempre qualcosa di davvero malefico.
Distribuito in Italia dalla 20th Century Fox il film ha avuto un brevissimo periodo di permanenza nelle sale cinematografiche a testimonianza dello scarso interesse suscitato e dalla non eccelsa qualità della pellicola. L’azione è confusa a tratti noiosa ma il vero problema del film è l’assenza totale di paura. Un horror atipico sotto questo punto di vista che ricorre ancora all’espediente del mostro assetato di sangue per cerca di spanventare il pubblico. Un effetto che non sortisce alcun beneficio anzi, rende il tutto alquanto surreale e grottesco per una storia realmente accaduta. Il sonoro ricalca molto i film più fortunati del genere (vedasi Necropolis – La città dei morti) portando con se tutto un clichè classicistico di un genere davvero a corto di idee.
La Piramide è un film scialbo che non emoziona, non attira e non fa paura, peccato davvero perchè l’idea poteva essere sviluppata in maniera diversa giustificando un conclamato ma quanto mai finto realismo di base. Occasione mancata.