La regola del gioco: recensione del film di Michael Cuesta

Tratto dai libri Dark Alliance di Gary Webb e Kill the Messenger di Nick Schou, il film La regola del gioco del regista Michael Cuesta ci pone faccia a faccia con una domanda del tutto lecita, ma anche troppo scomoda: “Cosa lega la Cia al più letale traffico di cocaina della storia d’America?”. Questo è il quesito portato avanti dal lavoro di Gary Webb (Jeremy Renner), giornalista vincitore del Premio Pulitzer dopo aver suscitato scalpore per una serie di articoli pubblicati sul San Jose Mercury News in cui denuncia la Cia per aver sostenuto e protetto un immane traffico di droga dal Nicaragua agli Stati Uniti con lo scopo di finanziare i Contras. Tutto inizia quando la donna di un grosso trafficante di coca, Coral Baca (Paz Vega), gli consegna una trascrizione del Gran Giurì che rivela un collegamento tra i servizi segreti statunitensi e il traffico di cocaina dal Sudamerica. Quello che la donna vuole è far vincere il processo al marito ma non sa che l’ostinata devozione per la verità di Webb lo porta a seguire con caparbietà e testardaggine Alan Fenster (Tim Blake Nelson), avvocato del re del crack di Los Angeles, e di scoprire una verità sempre più scomoda. Dopo settimane di viaggi e interrogatori, Webb scrive il suo articolo e lo propone in redazione.

la regola del gioco

La regola del Gioco: Gary Webb si accorda per l’uscita dell’articolo

Con l’appoggio della direttrice del suo giornale, Anna Simons (Mary Elizabeth Winstead), l’inchiesta di Webb va in stampa e online. È l’inizio di un vero e proprio processo di diffamazione da parte di giornalisti delle altre testate che non sono riusciti a dare una notizia così importante prima di lui. E non solo i giornalisti ma anche i diretti interessati dello scandalo complottano contro Webb, che finisce con l’essere considerato un giornalista poco attendibile e disinformato. Il suo lavoro viene ostracizzato dai media nazionali fino a quando il giornalista verrà trovato morto nelle classiche “circostanze sospette”.
Una verità troppo vera per essere raccontata, con queste parole cercavano di non fargli continuare le sue ricerche troppo pericolose. Meglio far finta di niente e camminare sopra le ossa di tanti uomini uccisi dai traffici di un governo che non li rispetta in quanto uomini ma li considera solo potenziale denaro per finanziare una guerra che arricchisce i già potenti e marci sistemi economici.

Gary Webb e le sue ricerche

Gary Webb e le sue ricerche

Osserva il regista Michael Cuesta: “Gary era un doberman. Grintoso e insistente, affrontava i fatti con la convinzione incrollabile che il pubblico avesse diritto a sapere la verità. Era il cronista della gente comune, del popolo. Aveva un’idea molto chiara del significato di cose come la verità e la giustizia. Era una persona autentica, che amava i gruppi punk e l’hockey. Non aveva paura di mettersi contro i pezzi grossi. Abbiamo bisogno di persone come lui, soprattutto oggi che rischiamo di perderci nel labirinto mediatico di politicanti e opinionisti”. Una spy story quella di Le regole de gioco ma anche un film denuncia, con l’uso di video tratti dalla reale storia su cui sono basati i libri e il film a loro ispirati. Una storia aspra e un fantasma sempre presente di un America che ha preferito sotterrare la questione e far finta che l’articolo di Gary Webb non sia mai stato pubblicato.
La regola del gioco vi aspetta al cinema da martedì 16 giugno, distribuito da BiM distribuzione.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5