La Sindrome degli Amori Passati: recensione del film
Ann Sirot e Raphael Balboni, scrivono il terzo atto di una lirica amorosa cinematografica. Distribuito da Wanted Italia il film è in tutte le sale dal 5 settembre 2024
La ricerca di un figlio in una coppia è un po’ come la conferma a garanzia di un amore; dà concretezza a un legame, unisce in una responsabilità condivisa; movimenta il rapporto e determina una proiezione per il futuro. La Sindrome degli Amori Passati, diretto da Ann Sirot e Raphael Balboni, codifica, attraverso lo stesso titolo, la genialità di una commedia “impertinente”. Il passaggio, da intendere come necessario di una coniugalità che trova nella genitorialità a sintesi dimostrativa di un rapporto.
Rémy e Sandra, sono una coppia di quarantenni, il loro un rapporto solido, fatto di una routine da fidanzati che non scompiglia, non infastidisce la quiete di un ménage consolidato. Una corsa senza ostacoli che rallenta però nel momento in cui, prima in Sandra e poi in Rémy, cresce il desiderio di avere un figlio, rispondendo a una evoluzione del rapporto di coppia.
Certo è che non c’è uno studio che con esattezza dia una spiegazione del perché l’uomo come essere umano vivente senta immanente il desiderio di riprodursi; è un concetto primitivo l’unico che permanente a ogni cambiamento, in ogni società, in qualsiasi spazio.
Il gioco della mela in La Sindrome degli Amori Passati
La Sindrome degli Amori Passati con un’irriverenza quasi morbida, con un’ironia quasi surreale propone un gioco che rasenta il paradosso servendosi di tesi e combinazioni che proiettano situazioni scombinate tra di loro in un sistema di regole indubbiamente poco ortodosso che rasenta la scorrettezza etica secondo la quale il fine giustifica i mezzi.
La proposta? Rémy e Sandra, per poter realizzare il loro desiderio di genitorialità, devono incontrare nell’intimità tutti gli ex partner al fine di creare le condizioni per superare le loro difficoltà. Il gioco della seduzione svilupperà una nuova visione di un amore di coppia profondo attraverso l’entrata in scena del più “fastidioso degli inquilini” in un rapporto, l’ex! Il siparietto sarà divertentissimo, una galleria fotografica dentro la quale a perdere saranno solamente i due protagonisti sottoposti ad approcci privi di sentimento. L’inizio timido di un’avventura. Il primo a soffrirne sarà lui che, adeguandosi dovrà sostenere i numerosi incontri di lei.
La Sindrome degli Amori Passati: valutazione e conclusione
Ed ecco la genialità di questa commedia, l’annullamento di qualsiasi falso stereotipo sull’uomo traditore e la donna assertiva: in La Sindrome degli Amori Passati non c’è una differenza di genere, ma una sola stanza in cui l’incontro avviene secondo regole chiare ed evidenti.
La vera sorpresa è un finale alterato: tutto inizia in un modo e tutto ugualmente finisce destrutturando la necessità di pianificare una vita che, al di là dei progetti rimane, per sua natura, imprevedibile. Ad un bisogno reso eccessivo e sotto alcuni aspetti maniacale, tocca il ruolo del perdente.
Il tutto delimitato dall’irrompente poetica acustica di Andrea Laslo De Simone che con la sua grandezza compositiva rievoca la dolcezza originaria di un amore, sicuramente affaticato, ma inesauribile.
Con La Sindrome degli Amori Passati, Ann Sirot e Raphael Balboni, scrivono il terzo atto di una lirica amorosa cinematografica. Impostando il ruolo acustico come unica e costante pausa ai dialoghi tra i due protagonisti, ironizzando sulla nudità, sull’essenzialità dell’anima e sulla riscoperta di un noi attraverso il percorso di una vita a ritroso per proiettarsi in avanti. L’immediatezza estetica di una commedia pop, apostrofata dalla vivacità linguistica di un concetto filmico riuscito.
La Sindrome degli Amori Passati, distribuito da Wanted Italia, è in tutte le sale italiane dal 5 settembre 2024.