La Società Segreta dei Principi Minori: recensione del film Disney+
La recensione de La Società Segreta dei Principi Minori, il film originale Disney + che si rivela un perfetto connubio fra commedia e avventura.
La Società Segreta dei Principi Minori è il nuovo film targato Disney+, in uscita il 25 settembre, pronto a portarci sul piccolo schermo una storia fantasiosa e dal ritmo indiavolato. Samantha (Peyton Elisabeth Lee) è una studentessa di sangue reale dal carattere alquanto spigoloso: non riesce a mantenere un legame stabile né con sua sorella Eleanor (Ashley Liao), prossima regina di Illyria, né con sua madre Katherine (Elodie Yung). La secondogenita Sam scopre all’improvviso di possedere poteri straordinari e prende parte ad un gruppo di principi simili a lei, fratelli isolati e incompresi, formando la Società del titolo. Con un perfido antagonista che trama alle loro spalle, i ragazzi dovranno contare unicamente sul loro lavoro di squadra, con il pieno supporto del loro insegnante James (Skylar Astin).
La Società Segreta dei Principi Minori: il cast d’insieme mantiene saldo l’ispirato soggetto di base
La Società Segreta dei Principi Minori presenta un nuovo gruppo di agenti segreti con superpoteri, ispirandosi a saghe molto seguite come quella degli Avengers e X-Men. Da queste si vanno a prelevare il focus sui singoli personaggi, la loro funzione all’interno del film e due atti impostati in modo tale da far maturare le motivazioni per mettersi in gioco e ricoprire il ruolo di eroi. Uno schema rodato, semplice, ma ancora oggi efficace. Si sfruttano i topoi del genere supereroistico e, applicandoli in uno scenario dove giovani principi e principesse devono ancora farsi valere con le proprie scelte morali, si mantiene fissa l’ossatura del film senza particolari cadute di stile.
Samantha è interpretata da Peyton Elisabeth Lee: l’interprete di punta agisce sorprendentemente per sottrazione, dando più possibilità ai suoi compagni nel cast di emergere e rendere la narrazione ancora più sostenuta in termini di ritmo. Niente di trascendentale, ci teniamo a precisare, ma il cuore del racconto risiede nell’interazione fra ragazzi stanchi di rimanere in secondo piano, senza uno scopo prefissato nella vita. Niles Finch, Olivia Deeble, Isabella Blake Thomas e Faly Rakotohavana compongono il resto di un team di improbabili salvatori, che dovranno potenziare i propri poteri per garantire la sicurezza della città di Illyria. Il gruppo di attori risulta affiatato: ognuno di essi segue le direttive di un copione scevro di ridondanti sentimentalismi, offrendo una visione complessiva asciutta e alquanto movimentata.
Un perfetto equilibrio fra commedia e avventura
Una volta impostata la base, ripescata dai blockbuster più in voga negli ultimi anni, La Società Segreta dei Principi Minori ingrana la marcia e si affida completamente al carisma di Sam e i suoi compagni. L’azione non tarderà ad arrivare – tra vari addestramenti e prove tecniche sul campo per testare le capacità dei principi- , ma la produzione tuttavia sente il bisogno di rafforzare l’intesa fra i personaggi principali. Viene riportato un distinto grado di naturalezza nei dialoghi da loro imbastiti, proponendoci una qualità aggiuntiva da non sottovalutare per confezionare un titolo piacevole da seguire. Le dinamiche sono regolate da stacchi evidenti – scoperta dei poteri, formazione e confronto finale con il villain – , ma queste non devono necessariamente essere considerate un gravoso difetto.
La stesura del copione, a cura di Alex Litvak e Andrew Green, tiene conto di un pattern predefinito per aggiungerci del sentimento genuino, che ridefinisce il contorno di giovani interpreti alle prese con eventi più grandi di loro. Viene raffigurata una società che agisce nell’ombra e non deve essere scoperta agli occhi degli abitanti della città di Illyria; questo comporta vivere una doppia vita, che Sam e i nuovi membri del team fanno fatica a controllare. Nel riuscire a notare queste interessanti sfumature, il film riesce nell’intento di sorvolare l’aspetto più spettacolare della traccia iniziale del racconto per occuparsi della definizione del destino riservato ai protagonisti. Senza alcuna possibilità di riuscire ad evadere dalla dimensione umana della storia, la Società Segreta dei Principi Minori non ricorre a giochi di prestigio e a tecniche all’ultimo grido per stupirci in maniera forzata. Un più che valido compromesso, possiamo dire.