La truffa è servita: recensione del film con Uma Thurman e Tim Roth
La truffa è servita non è altro che una serie di sketch, tenuti goffamente insieme da una serie di abbozzi di sottotrame. Un film che non regala nulla di nuovo al panorama cinematografico.
La truffa è servita è un film del 2018 scritto e diretto da James Oakley (Coppia diabolica). Il cast è composto da alcuni celebri volti del panorama hollywoodiano, come Uma Thurman, Tim Roth, Stephen Fry, Parker Posey, Maggie Q, Alice Eve, il George McFly di Ritorno al futuro Crispin Glover e la star di Modern Family Sofia Vergara. Con un budget di produzione di circa 13 milioni di dollari e un incasso di meno di 200.000 dollari, divisi fra poche sale statunitensi e dell’Est Europa, La truffa è servita rappresenta uno dei più vistosi flop dell’annata dal punto di vista economico.
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Harriet (Uma Thurman) e Peter (Tim Roth) Fox sono una coppia di truffatori inglesi, che si ritrova a fare uno sgarro a Irina (Maggie Q), boss malavitosa coinvolta in passato in una relazione con la stessa Harriet. Per cercare di ripagare il loro debito, i due volano a Los Angeles nel tentativo di mettere in atto un furto di gioielli ai danni dell’ex moglie di Peter, Jackie (Alice Eve), e del suo attuale compagno, il regista cinematografico Gabriel Anderson (Crispin Glover).
La truffa è servita: uno sconcertante caper/comedy movie
La truffa è servita è un film che sconcerta, non tanto per la sua messa in scena dilettantesca e per la disarmante superficialità della sceneggiatura, ma per l’impressionante quantità di eccellenti interpreti che, in una sorta di abbaglio collettivo, si sono lasciati coinvolgere in questo catastrofico progetto, non a caso arrivato nelle (poche) sale dopo ben 3 anni dalla fine delle riprese. Dopo aver diretto altre due formidabili attrici come Rosamund Pike e Lena Olin nel pessimo thriller Coppia diabolica, James Oakley si cimenta in un raffazzonato caper/comedy movie, che non centra mai né l’obiettivo di intrattenere né quello di coinvolgere lo spettatore in una rapina ad alta tensione.
Come nei più infimi film per la TV di 30 anni fa, La truffa è servita riduce la caratterizzazione dei personaggi a una sorta di corsa alla stramberia più vistosa, nella presunzione che le risate arrivino automaticamente con la collisione di questi caratteri e dei rispettivi interpreti. Il risultato è semplicemente avvilente. Per 90 minuti che sembrano non terminare mai, assistiamo colossi come Uma Thurman e Tim Roth che cercano pietosamente di dare un senso ai propri personaggi spingendo oltre ogni ragionevole limite le loro caratteristiche più marcate. Anche nelle situazioni più ordinarie, la Thurman assume un costante, e totalmente fuori luogo, atteggiamento da vamp, seguita a ruota da una Sofia Vergara lontana anni luce dalla sensuale ironia del suo personaggio di Modern Family e ridotta alla parodia di una parodia di una insignificante starlette hollywoodiana.
La truffa è servita: un film semplicemente fallimentare
Dal canto suo, Tim Roth, in evidente imbarazzo, passa l’intero film a osservare attonito ciò che capita intorno a lui. A completare il cerchio l’isterico personaggio di Crispin Glover, da lui interpretato in costante overacting, uno Stephen Frey totalmente anonimo pur in una parte potenzialmente esplosiva come quella di un prete pedofilo, una Parker Posey ridotta a macchietta e le meno conosciute Alice Eve e Maggie Q, i cui subdoli personaggi sorprendentemente si rivelano i meno peggio di tutti.
La truffa è servita non è altro che una serie di mediocri sketch, tenuti goffamente insieme da una serie di abbozzi di sottotrame, che non sfociano mai in un insieme anche minimamente accettabili. Non mancano solo l’ironia, il ritmo e la credibilità dei vari personaggi ma anche e soprattutto una costruzione del furto e degli intrighi a esso collegati degna di questo nome. Per lunghi tratti, i personaggi sembrano infatti totalmente disinteressati al loro specifico scopo, vittime di un’inconsistenza narrativa che rende tutto vacuo e dimenticabile, compresa l’effimera scena lesbo che coinvolge Uma Thurman e Maggie Q. Ciliegine sulla torta una fotografia e una scenografia da soap opera, che fra patinature pedestri e artificiosi oggetti di scena rendono anche le sequenze più semplici fastidiose per gli occhi, oltre che per la mente.
Tirando le conclusioni, in un panorama cinematografico in cui lo star system sembra in forte crisi e anche i più solidi progetti vanno incontro a difficoltà al botteghino, fatichiamo a capire come sia stato possibile ai nostri giorni progettare, realizzare e distribuire un film disastroso come La truffa è servita, che siamo certi diventerà un’indelebile macchia nel curriculum di ogni persona coinvolta nel progetto. Un’opera vuota e priva di qualsiasi spunto originale o interessante, che ci sconsigliamo quindi di consigliare anche e soprattutto ai fan delle star coinvolte.