La vita dei leopardi: recensione del documentario Netflix
Disponibile su Netflix, La vita dei leopardi è un documentario affascinante, girato negli angoli più nascosti della Savana.
Con la voce di Brad Bestelink, tra i più grandi registi naturalisti, La vita dei leopardi è diretto da Alex Parkinson e segue una troupe di esperti e non, uniti nel riprendere e scoprire in cosa consiste la vita di un leopardo: dall’inizio alla fine della propria esistenza. Un documentario intimo e accurato che non lascia nulla da parte, ma che nel farlo non eccede mai, concentrando la sua totale attenzione sull’animale, guardando e raccontando dal suo punto di vista.
La vita dei leopardi è un documentario del quale non se ne ha mai abbastanza
La vita dei leopardi è un vero e proprio viaggio nel trascorrere delle giornate di uno degli animali più distintivi e territoriali della savana. Il team che ne segue le tracce riprende da vicino, in varie situazioni, presentando anche frammenti di scene che potrebbero apparire esageratamente crude e che riguardano ovviamente l’assoggettamento della preda. Ma che purtroppo nell’Africa subtropicale sono la normalità, e la quotidianità. Tra gli animali preferiti del leopardo vi è l’impala, un’antilope del tutto consapevole di cosa accade quando finisce sotto le grinfie del proprio assalitore. La sequenza forse però più drammatica è quella filtrata dagli occhi delle altre antilopi che, spesso a distanza, percepiscono l’uccisione e la morte di una di loro. Si tratta di pochi momenti, perché la maggior parte delle scene che includono gli impala sono quelle in cui il leopardo, a una minima distanza, rischiando quindi di farsi vedere, aspetta, a volte ore, il momento giusto per attaccare. La vita dei leopardi punta sapientemente su quelle caratteristiche che al meglio rappresentano le peculiarità dei leopardi, spesso non comuni ad altri felini. Come l’eccellente capacità di arrampicarsi, saltando da un ramo all’altro di alberi diversi. Una mossa che può servire per cacciare o salvarsi.
Vedremo spesso il leopardo salire su alberi alti e compiere salti eccezionali. È anche l’intro del documentario, attraverso un gioco di ombre cinesi, che mostra l’inizio, l’alba, il mondo della savana che si sveglia. Incipit della struttura circolare del film: raramente arriva la notte, fino al finale, quando vediamo il sole tramontare e la vita dei leopardi cambiare. Interessantissimo dal punto di vista divulgativo e informativo e coinvolgente da quello più cinematografico e d’intrattenimento, addentrandosi nella vita di uno dei predatori più affascinanti che tanto somigliano ad uno dei preferiti animali domestici degli uomini: i gatti. La natura e l’indole feline appaiono differenti in base all’ambiente circostante, alle dimensioni corporee e al fare della caccia non solo il loro principale metodo di sostentamento e sopravvivenza, ma anche la loro unica occupazione, che va imparata, provata, perfezionata e poi insegnata. Definito il leopardo infatti un “felino opportunista e solitario” è un animale estremamente intelligente, il cui aspetto e sguardo cambia profondamente nel corso del tempo.
Il distacco necessario
La vita dei leopardi rappresenta, mettendole a confronto con ciò che accade nel mondo degli esseri umani, il distacco e l’allontanamento dal nido materno: un vero punto di non ritorno, spesso aggressivo, traboccante di violenza e che non è, come si potrebbe pensare, così tanto naturale. I leopardi figli sono confusi e ignari, hanno poco più di un anno di vita quando la madre li spinge via lontano dal loro territorio. Spesso lottano, si feriscono, costringendo l’animale più giovane a voltarsi e andare via, iniziando davvero a cavarsela da solo, pronto a creare lui le proprie famiglie. Il leopardo femmina dà infatti vita a più di una cucciolata nel corso della propria esistenza, che si aggira intorno ai 15 anni. Il distacco è sicuramente una legge della natura, ma non per questo è esule da alcuni dei più umani sentimenti che, nell’animale, hanno forse la singolarità di essere guidati e regolati dall’istinto. Lo stesso istinto che, materno, nei primi mesi di vita dei cuccioli, porta i leopardi genitori a una tenacia, una determinazione e una ferocia mai vista. E che va dal procurargli il cibo, all’allontanarli dai pericoli, fino al mostrare loro come sopravvivere da soli.
La vita dei leopardi: valutazione e conclusione
Il documentario Netflix La vita dei leopardi è così è una piccola e dettagliata parte dell’ordine naturale e di quell’incredibile scientificità del mondo animale. Un predatore tanto meraviglioso quanto spaventoso, tanto unico quanto simile ad altri esemplari della propria specie. Un leopardo che, in questo caso, si abbandona a comportamenti e scene davvero sorprendenti, come quando il leopardo padre sembra riconoscere il leopardo figlio e gli cede la propria preda, nonostante un leopardo maschio mai può interrompere un altro leopardo maschio durante il pasto, soprattutto quando ci si considera autosufficienti e capaci di cacciare da soli. Allo stesso quel leopardo si ritrova, con sua stessa sorpresa, costretto a combattere contro la propria madre nella difesa dell’habitat e del territorio di cui credeva di far parte. Un punto nell’universo controllato e temprato da atteggiamenti lampanti e assodati nel tempo, ma con i quali c’è sempre possibilità di stupirsi.