L’amore secondo Kafka: recensione del film
Complessità, tormento e poi, finalmente, amore. Per il cinema delle meraviglie, L'amore secondo Kafka è in sala dal 31 ottobre 2024.
L’amore secondo Kafka è una lettera – d’amore- indirizzata all’Esistenzialismo; perplessità concreta dinnanzi alle ambizioni concettuali di una vita piena di tormenti interiori, intimi, personali: la vita di Franz Kafka.
L’amore secondo Kafka: il ritardo dell’amore
L’amore secondo Kafka è un racconto inedito dall’estremismo contemplativo, dall’interiorità sentimentale, riparata al cospetto di un’ ortodossia didattica, impreparata ai rossori dell’amore e dimentica della solitudine come forma di beatitudine mentale; un pensiero insofferente e le sue fasi alterne in una politica ambivalente ma compatta verso l’effervescenza di un’anima intoccabile, assediata dalla sete di sopravvivenza; l’incredulità di un Dio umano e di un uomo divino: Kafka è il sentiero filosofico che volge verso la coscienza e l’irritabilità mentale. La continua frustrazione di un sensitivo logorato dall’inchiostro di un’anima irrequieta.
In L’amore secondo Kafka d’amore (felici) si muore
L’amore secondo Kafka, diretto da Judith Kaufmann e Georg Mass, è la storia degli ultimi attimi del poeta, filosofo e scrittore. L’incontro con una donna molto più giovane, un’insegnante, Dora Diamant. Le ultime settimane di un “mostro concettuale” smarrito in un inesplorato ecosistema passionale. L’erotismo, il sentimentalismo irrefrenabile di un uomo che muore da se stesso e torna a vivere nel cuore di una lei.
L’amore secondo Kafka è l’aspetto intimo di due vite separate ma coincidenti. È un’istantanea coordinazione di una vita “digiuna” e un corpo incapace.
Kafka è malato. I suoi ultimi anni sono vissuti in una realtà sofferente ingabbiata in una mente domiciliata nella prigione corporale di inattesi sentimentalismi. L’amore per Dora sarà la salvezza dal dubbio e dalla costante necessità di una continua ricerca verso un senso di colpa per l’ostinazione all’infelicità: artrite dell’amore.
Il cinema interpreta la letteratura della perplessità
In L’amore secondo Kafka il contesto filmografico graffia la letteratura e si mostra come conseguenza di una sceneggiatura riscritta seguendo un’impostazione cinematografica ben precisa. L’innamoramento, senza alcuna distanza dettata da teorie o teoremi, è l’esigenza di una nuova parola, libera dai turbamenti e rivolta verso nuove estensioni sensuali che si baciano, labbra con labbra, si osservano occhi negli occhi di una donna.
L’amore secondo Kafka è la documentazione ultima di una vita importante; l’ultimo incontro a Berlino con il padre; l’ultimo saluto di un “estremista mentale” sostenitore assoluto di perplessità. Un’intera esistenza attraversata dal paradosso e dalla necessità di captare e decifrare le sillabe dell’incomunicabilità, scomponendo l’io sottoposto a un’unica colpa: esser sopravvissuto avvolto alla complessità del dubbio.
L’amore secondo Kafka: valutazione e conclusione
L’amore secondo Kafka è la sintesi di una breve eternità . Non c’è una narrazione documentaristica. Il film non si riduce a nessun adattamento ma si estende come fosse un racconto romanzato, parafrasato in una dimensione cinematografica distinta. “Eternità” di un’estetica soffusa tra le sagome di un passato e le linee affusolate di un presente che scorre rapidissimo.
Una scrittura che pur sofisticata semplifica un autore piuttosto complicato; una riduzione profetica di visioni contemporanee – teneramente – artistiche; un film che, pur non rispettando alcuna ricercatezza estetica di un cinema di riguardo rappresenta, generosamente, l’idea di un cinema della meraviglia pervaso dall’alchimia attoriale tra Henriette Confurius e Sabin Tambrea con un’attenzione registica notevole.
L’amore secondo Kafka, diretto da Judith Kaufmann e Geog Mass è una celebrazione intima dei cent’anni dello scrittore. Distribuito da Wanted Cinema è in tutte le sale italiane dal 31 ottobre 2024.