L’appuntamento (Najsreḱniot čovek na svetot) – recensione del film di Teona Strugar Mitevska

La recensione di L'appuntamento, secondo film della regista macedone Teona Strugar Mitevska, tra Pollack e Lanthimos.

L’appuntamento. Ancora una volta il discorso e riflessione sul sentimento d’appartenenza e poi la condizione d’isolamento profondo e di alienazione conseguente la sanguinosa guerra fratricida dei Balcani avvenuta tra il 1992 e il 1995. Un conflitto capace, come tutti i grandi scontri della storia, di scuotere, animare e generare nel popolo oltreché sconforto emotivo e abbandono, anche e soprattutto ferite e cicatrici, tanto fisiche, perciò ben visibili sui corpi, quanto annidate e celate nell’anima, queste ultime se possibile si configurano immediatamente come ancor più segnanti e dolorose rispetto alle prime.

Da qui i sensi di colpa e la condizione di estraneità al ricordo dell’attimo o comunque dell’evento che ha inciso il corpo e la mente di un intero popolo. Laddove la tendenza a dimenticare guarda ad una necessità legata a logiche di sopravvivenza, la volontà di ricordare guarda invece a dei tumulti interiori che muovono le loro immagini, i loro flash, le loro sensazioni e proiezioni mentali di ciò che è accaduto, al fine di animare incessantemente desideri di rivalsa, riscatto e talvolta perfino di vendetta, consci o inconsci che siano.

Dio è donna e si chiama Petrunya - Cinematographe.it

Teona Strugar Mitevska è su questo che riflette, consapevole di un proprio sguardo da cineasta estremamente particolare poiché legato al teatro – o cinema – da camera, così come a quel gusto così sprezzante, paradossale, e dell’assurdo che già aveva contraddistinto il suo precedente e acclamatissimo lungometraggio Dio è donna e si chiama Petrunya, distanziandolo da qualsiasi altro film presente sia alla 69° edizione del Festival di Berlino, che alla 37° edizione del Torino Film Festival, all’interno dei quali il film di Teona gareggiava.

Pluralità di linguaggi – L’appuntamento e il cinema di Teona Strugar Mitevska

Il concorso per anime gemelle di L’appuntamento è perciò ancora una volta semplicemente un escamotage, o ancor più un piccolissimo elemento di un meccanismo narrativo estremamente ampio che non necessita di concept, piuttosto di tracce esistenziali e di movimento e presenza di un’umanità ben specifica e già di per sé dialogante all’interno di una collocazione spazio-temporale tanto precisa, quanto limitata, che veicola ancora una volta, il cinema di Teona Strugar Mitevska verso un precisa ricerca autoriale, quella della contaminazione e della pluralità dei linguaggi.

Ecco dunque che il luogo in cui il concorso per anime gemelle nasce, per poi svilupparsi gradualmente e drammaturgicamente, si riflette su di un’estetica kitsch, patinata, vintage – nella sua accezione meno gioiosa e nostalgica, piuttosto annoiata – e cupissima che avvolge l’intera struttura in cui tutto o quasi accade, così come gli animi dei e delle partecipanti, appartenenti a classi sociali, età e generi sessuali sempre differenti.

Non si uccidono così anche i cavalli? - Cinematographe.it

Apparentemente questo discorso di traccia e luogo sembra rimandare a due titoli particolarmente anomali, riflessivi e sadici, seppur estremamente distanti tra loro come, Non si uccidono così anche i cavalli? e The Lobster, diretti rispettivamente da Sidney Pollack e Yorgos Lanthimos. Due autori cui Teona Strugar Mitevska – la sempre più promettente regista macedone classe 1974 di L’appuntamento – deve molto, in nome di una comune ide di cinema, centrata sul ragionamento politico e ideologico sulla distopia crudele, nerissima e metaforica, eppure nient’affatto lontana dal presente che tutti noi ci ritroviamo a vivere quotidianamente. La Strugar fa così suoi i registri dell’assurdo, del grottesco e del paradossale che appartengono tanto al film di Pollack, quanto a quello di Lanthimos, veicolati qui in chiave fieramente femminile, di denuncia socialità e universalità tematica.

L’appuntamento si rivela così un perfetto esempio di cinema dalla pluralità di linguaggi, capace di combinare forme e strutture tipicamente teatrali con quelle del cinema d’avanguardia, producendo una costante contaminazione di toni e registri che mantengono viva una narrazione tutto sommato esile, eppure ricca di stimoli e di tensione emotiva, tanto da permettere allo spettatore di concentrarsi unicamente su ciò accade internamente a quel o quei luoghi, scordando tutto ciò che è esterno, e oltre.

Il dolore della cicatrici – Il peso del conflitto e il rimosso

Tornando alle cicatrici, il nucleo vero e proprio di L’appuntamento è infatti il dolore inarrestabile scaturito dalla ferita sociale che tutt’oggi lacera emotivamente e fisicamente la popolazione Balcanica, profondamente segnata da conflitti interminabili, inutili e spietati, capaci di isolare ciascun individuo dall’altro, inteso tanto come straniero, quanto come estraneo, o fratello.

In una Sarajevo che potrebbe tranquillamente essere un non-luogo, un po’ come la Berlino del meraviglioso Suspiria di Luca Guadagnino, un uomo e una donna d’appartenenza sociale pressoché corrispondente, ma dal bisogno affettivo opposto, si incontrano in un sabato come tanti, all’interno di un hotel piuttosto anonimo, in cui un bizzarro evento di speed dating vorrebbe cercare di combinare tra loro quante più coppie possibili, forzando i volontari ad un dialogo a due interminabile e privo di taboo, scandagliando e per certi versi violentando il reciproco vissuto, esponendo senza filtro alcuno, tanto la sfera pubblica, quanto quella privata di ciascun individuo presente, in modo da mettere immediatamente in luce un possibile legame affettivo, o altrimenti, un conflitto.

L’ironia sprezzante della Mitevska si riflette sul gusto parodistico e nerissimo che avvolge l’intera modalità dell’evento di speed dating che forza improvvisamente – e finalmente – al confronto, Asja (Jelena Kordić Kuret) e Zoran (Adnan Omerović), dando vita ad un gioco al massacro estremamente intelligente, umoristico e acuto che nasce dal dramma, sfociando poi nella tragedia, passando per la ricerca della verità e parallelamente per il cieco desiderio del perdono.

L'appuntamento - Cinematographe.it

Ciò che separa Asja e Zoran da tutte le altre coppie è però il passato, o meglio, l’esperienza condivisa di un trauma vissuto ed elaborato su distanze diametralmente ed ideologicamente opposte – e avverse -, giunte inaspettatamente ad un punto di incontro complesso, fragilissimo, ma necessario. Il passato che torna ad unire i due non ha niente a che fare con la casualità, come in un primo momento sembra essere, piuttosto con una volontà individuale assolutamente egoistica, paradossale e assurda, ingenuamente razionalizzata come dolce e definitiva e capace nella realtà dei fatti di divenire orrorifica e tragica, rievocando un sommerso – e rimosso – così difficilmente celato e ormai alle spalle, creduto morto, eppure ancora incredibilmente vivo e vivido, perciò destinato a tornare.

L’hotel da semplice luogo d’incontro si trasforma ben presto in un girone dantesco, all’interno del quale l’ironia e la tranquillità mutano sempre più rapidamente in sconforto, durezza e rabbia, conducendo ciascun partecipante e più nello specifico, Asja e Zoran ad una catarsi inevitabile, annunciata, dolorosa, ma anche necessaria e liberatoria.

L’appuntamento – Conclusioni e Valutazione

L’appuntamento, conferma la grande capacità di scrittura di Teona Strugar Mitevska, dopo il sorprendete Dio è donna e si chiama Petrunya, in quanto autrice cinematografica dalla ricerca narrativa sempre incisiva, acuta, nerissima e incredibilmente interessante, focalizzata in questo caso sul significato profondo del termine conflitto e sull’incontro dialogico e ideologico tra la volontà di morte e quella di rivalsa, perciò di riscatto e desiderio istintivo di vita e ricerca dell’amore. Un film che gode di ottime interpretazioni e che poggia su strutture teatrali audaci e in costante incontro e scontro con quelle che sono proprie invece del cinema, dando vita ad una visione registica assolutamente personale, riconoscibile, perciò degna di nota.

Presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, L’appuntamento è in uscita nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 6 aprile 2023. Distribuzione a cura di Teodora Film.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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