L’assassino (O Matador): recensione del western Netflix

L'assassino non ci mostra né ardimentosi eroi né carismatici antagonisti, ma il lato oscuro della società.

L’assassino (O Matador il titolo originale) è un film western brasiliano scritto e diretto da Marcelo Galvão e interpretato da Diogo MorgadoNill MarcondesDeto MontenegroMaria de Medeiros ed Etienne Chicot. Si tratta della prima pellicola originale brasiliana distribuita da Netflix, che l’ha resa disponibile in tutti i paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 10 novembre.

L'assassino

L’assassino è incentrato sulla storia del solitario e ambiguo fuorilegge Cabeleira (Diogo Morgado), ambientata nello stato brasiliano del Pernambuco nella prima metà dello scorso secolo. Abbandonato alla nascita, cresciuto da un bandito locale (Deto Montenegro) e diventato lui stesso criminale, Cabeleira diventa il protagonista di una triste e sanguinaria parabola di violenza e corruzione, scandita da ampie digressioni e diversi salti temporali.

L’assassino: il nuovo western brasiliano di Netflix

L'assassino

Dopo gli esempi dei recenti Sweet Country e Hostiles, un genere prematuramente dato per morto come il western continua con L’assassino a raccontare i problemi e le contraddizioni del presente con viaggi nel lontano passato e le dinamiche tipiche di questo glorioso filone. Non siamo nel vecchio West e nelle sconfinate distese rese immortali da maestri del cinema come John Ford, Howard Hawks e il nostro Sergio Leone, ma in un Brasile selvaggio e inospitale, ben lontano dalla sua usuale rappresentazione come Mecca del turismo e del divertimento, ma afflitto dalle stesse tensioni e disuguaglianze che sono al centro delle cronache locali odierne. Un contesto ideale per Marcelo Galvão per dare vita a una lucida e amara riflessione sulla diffusione della criminalità e sulla difficoltà di uscire da un circolo vizioso in cui la qualità della vita è segnata dalla facilità di accesso a poche e mal gestite risorse.

L’assassino non ci mostra né ardimentosi eroi né carismatici antagonisti, ma ci mette invece di fronte al lato oscuro di una società responsabile dei propri stessi tormenti, in cui l’unica logica è quella della sopraffazione e l’unico obiettivo è quello di un’effimera ricchezza, rappresentata in questo caso dalle pietre preziose, bramate dal protagonista Cabeleira in quanto mezzo per concedersi attimi di vacua ma intensa umanità nei bordelli locali. Con una struttura narrativa circolare, non sempre efficace e a tratti decisamente prevedibile, Marcelo Galvão dipinge così un cupo e desolante quadro di ineluttabile violenza e di eterna lotta contro i sistemi di potere, da sempre abili a trarre beneficio e profitto dai più loschi traffici senza sporcarsene le mani.

L’assassino racconta la tendenza al sopruso e alla rivalsa di un’intera nazione

L’assassino si rivela un semplice e onesto prodotto di genere, tanto godibile nei frangenti strettamente connessi al toccante percorso di vita del protagonista, quanto farraginoso nell’approfondimento delle vicende e dei personaggi di contorno. Se da un lato infatti la messa in scena di Galvão è sempre solida e dal buon impatto visivo, in particolare nelle sequenze più truculente, altrettanto non si può dire per l’intreccio, vittima di una scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari e di un’insistita ciclicità che alla lunga penalizza il racconto, impedendo allo spettatore di creare una reale e profonda empatia con le vicende narrate e con i loro protagonisti.

L’aspetto più riuscito della pellicola diventa così non il mero racconto, ma il parallelo con la realtà dello stato del Pernambucano (uno dei più pericolosi e corrotti di tutto il Brasile), che, come i protagonisti di questa vicenda, continua a ereditare dalle generazioni precedenti la tendenza al sopruso e alla rivalsa, generando un clima guasto e venefico che non risparmia nessuno.

L'assassino

Tirando le conclusioni, L’assassino è un segnale confortante della voglia da parte di un colosso come Netflix di concentrarsi su produzioni di genere, a basso budget ed estremamente variegate. Un film non esente da difetti, ma fatto con grande passione e con il coraggio di cercare nel genere la forza per raccontare uno spaccato di mondo e di società.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.9

Tags: Netflix